Il Fatto Quotidiano

Opere d’arte, patacche e 007 Indagati gli spioni di Paolo B.

I falsi dossier Tre “esperti” hanno venduto al fratello dell’ex premier informazio­ni-bidone contro De Benedetti, Boccassini e Mesiano

- » VALERIA PACELLI

L’inchiesta sui dossier farlocchi venduti a Paolo Berlusconi per milioni di euro è alle battute finali: tre gli indagati per calunnia, tra cui un ex poliziotto, mentre parti lese del procedimen­to sono tre “nemici” storici del fratello. Si tratta del pm di Milano, Ilda Boccassini (accusa nei processi sulle corruzioni giudiziari­e a beneficio delle aziende berlusconi­ane e poi nel caso Ruby), del giudice Raimondo Mesiano, che condannò in primo grado la Fininvest a pagare 750 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti e dell’editore stesso di Repubblica. Sono i protagonis­ti presi di mira nei dossier pagati profumatam­ente: per attività giornalist­ica in quanto editore de Il Giornale, si giustifich­erà Paolo Berlusconi davanti ai pm romani che ritengono anch’egli parte lesa perché inconsapev­ole della falsità dei documenti e del loro uso calunnioso. È una vicenda comunque imbarazzan­te per i Berlusconi, anche perché milioni di euro vengono sborsati per dossier mentre il quotidiano di famiglia affronta una crisi sfociata con l’annuncio di un piano lacrime e sangue per i giornalist­i.

LE NOTIZIE (FALSE) contenute nei dossier sono finite in parte anche in una denuncia presen- tata in Procura a Roma. Da qui l’apertura di un fascicolo. I pm hanno fatto accertamen­ti sulle accuse riportate nell’esposto, scoprendo che erano tutte false e così hanno deciso di procedere per calunnia. Per questo reato sono indagati Luigi Lombardi, Tiziano Cosettini e Luigi Ferdinandi. Di quest’ultimo e dei soldi ricevuti da Paolo Berlusconi si è occupato L’Espresso il 2 febbraio 2017. Ferdinandi viene descritto come un ex poliziotto ( ora in pensione), che in passato ha fatto da scorta anche all’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga in un viaggio in Mozambico. Ferdinandi viene citato (ma non è mai stato sfiorato da quell’indagine) anche in un verbale del 12 dicembre 2006 davanti ai pm milanesi di Marco Bernardini, testimone nell’ambito dello scandalo delle intercetta­zioni illegali compiute dalla security di Telecom. Bernardini – sempre secondo quanto riporta il settimanal­e – racconta di come avesse saputo degli accertamen­ti sull’ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera: “Ero venuto a conoscenza del fatto che si stavano svolgendo accertamen­ti sul dottor Tronchetti da un mio collaborat­ore, il quale era in contatto con Luigi Ferdinandi del Sisde (dove svolgeva atti- Cir- Mondadori, la celebre guerra di Segrate (iniziata nel 1990) che ha avuto per oggetto il gruppo Mondadori con i settimanal­i, i quotidiani locali e il quotidiano Repubblica. La vicenda è nota: nel 1991 la Corte d’appello dà ragione a Berlusconi con una sentenza che anni dopo – grazie alle indagini della pm Boccassini – si scopre essere frutto della corruzione del giudice Vittorio Metta.

NEL 2007, PERÒ, la Cassazione rende definitiva la sentenza penale di condanna per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, del giudice Metta e dell’avvocato Pacifico. Il gruppo Cir di De Benedetti fa causa civile. In primo grado, nel 2009, Fininvest è condannata a versare alla contropart­e quasi 750 milioni di euro per danni patrimonia­li perché non c’era stato un giudizio imparziale. Il 9 luglio 2011, la Corte d’appello di Milano conferma la decisione riducendo il risarcimen­to a 564 milioni di euro. Due anni dopo la Cassazione rende definitiva la condanna con un altro ribasso fino a 494 milioni. Il dossier farlocco su Carlo De Benedetti, sulla pm Boccassini e sul giudice Mesiano poteva tornare utile per rimettere in discussion­e quel verdetto.

Per Mesiano nell’esposto calunnioso si farebbe riferiment­o a presunti estratti conti, uno all’estero. Si fanno illazioni su un legame dei movimenti con la sentenza Cir. Tutto falso, come hanno riscontrat­o i pm. Sulla Boccassini, invece, il dossier conteneva informazio­ni false su un pagamento destinato alla sorella del magistrato che in realtà non esiste. Sia Mesiano sia la Boccassini sono stati interrogat­i nei mesi scorsi dal pm Maria Teresa Gerace e ovviamente hanno smentito le accuse contenute nell’esposto.

IL CASO CIR-MONDADORI

È il filo che lega l’Ingegnere e i due magistrati che si occuparono della sentenza comprata da Fininvest Tre accusati di calunnia dietro un esposto sui conti di Mesiano e un falso pagamento per la sorella della Boccassini che non esiste

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Ansa Truffato anche lui Paolo Berlusconi “parte lesa”

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