Il Fatto Quotidiano

La “fabbrica del potere” francese coi conti in rosso

L’Ena, istituzion­e che sforna manager pubblici (anche Macron) rischia di chiudere

- » LUANA DE MICCO

La chiamano la “fabbrica del potere” perché è qui che si formano le future élite della Francia. Ma negli ultimi tempi l’esclusiva École nationale d’administra­tion- Ena, fondata nel 1945 da una figura “intoccabil­e” per i francesi come il generale De Gaulle, è diventata anche una “fabbrica di deficit” per la République. Nel 2017 il budget della scuola ha registrato un rosso di 2,8 milioni di euro (su un totale di 40,8 milioni di euro), secondo i dati contabili che Le Parisien è riuscito a procurarsi. Andando avanti così, la prestigios­a scuola potrebbe “chiudere in quattro anni”, predice l’Ifrap, think tank per la ricerca sulle amministra­zioni. L’Ena costa allo Stato francese più di qualsiasi altro istituto superiore. Vive soprattutt­o di sovvenzion­i pubbliche, 31,1 milioni di euro, che coprono gli stipendi del personale, 30,9 milioni, in cui vanno incluse anche le “borse” degli studenti ( un compenso di quasi 1.700 euro lordi al mese per i 2 anni di corsi). Il segretario generale dell’Ena, Thierry Rogelet, ha ammesso a Le Parisien che la scuola affronta delle “difficoltà finanziari­e”. Ma il governo è già intervenut­o per salvare uno dei simboli di grandeur che la République si è fabbricato. Durante l’estate 2017, poco dopo l’elezione di Emmanuel Macron all’Eliseo, il ministro dei Conti pubblici, Gérard Darmanin, ha chiesto al direttore della grande école, Patrick Gérard, di stringere la cinghia per ritrovare l’equilibrio di bilancio.

UN PIANO DI SALVATAGGI­O su 3 anni è stato dunque presentato e approvato dal cda dell’Ena. Esso prevede tra l’al- tro il taglio del personale e del numero degli iscritti (da 90 a 80, ma i tagli non riguardano gli studenti stranieri). In questo modo si intende portare il deficit del 2018 a 1,4 milioni, quello del 2019 a 400 mila euro e generare un avanzo di 500 mila euro nel 2020.

“Una scuola la cui missione è di insegnare la buona gestione pubblica deve dare l’esempio”, ha scritto il ministro Darmanin in un comunicato dopo le rivelazion­i de Le Parisien.

L’Ena è figlia della guerra. Nel 1945 bisognava rigenerare la funzione pubblica dopo l’episodio cupo della Collabora- zione e democratiz­zare l’accesso alle più alte cariche dello Stato.

LA MERITOCRAZ­IA PRIMA di tutto. Gli studenti devono superare 5 prove molto dure e solo i migliori sono ammessi. Superato l’esame finale si diventa énarqueper la vita. Da quelle aule sono usciti Valérie Giscard d’Estaing e Jacques Chirac. È lì che si sono conosciuti François Hollande e Ségolene Royal. Sono énarque Laurent Fabius, Alain Juppé, Dominique de Villepin , Lionel Jospin. Lo è lo stesso Emmanuel Macron che si è circondato di altri énarque, tra cui il premier Edouard Philippe. Non tutti gli ex allievi della scuola intraprend­ono la carriera politica. La maggior parte sono alti funzionari dell’amministra­zione pubblica. Altri entrano nelle istituzion­i internazio­nali, come Jean- Claude Trichet, che dopo essere stato governator­e della Banque de France è divenuto presidente della Banca centrale europea. Altri ancora prendono la testa di grandi aziende a partecipaz­ione statale, la Sncf, Eads, Axa.

Ma da alcuni anni ormai la scuola di Strasburgo, dove ha sede dal 1991, è anche al centro di numerose polemiche. Alcuni ex presidenti, come Chirac e Nicolas Sarkozy (che ha una formazione di avvocato), hanno anche ipotizzato di chiuderla. Per ora nessuno ha osato farlo. In un saggio di alcuni fa anni, il magistrato Olivier Saby, lui stesso énarque, scriveva che l’Ena è fatta in modo tale da “sterilizza­re lo spirito critico” degli studenti.

Per alcuni critici la scuola forma una “casta” di amministra­tori, giovani rampanti ambiziosi, tutti formattati allo stesso modo sulla base di un vecchio modo di fare politica, staccato dalla realtà dei francesi. Difetto che spesso si rimprovera a Macron.

Simbolo infranto ”Buco” milionario per l’ateneo che deve insegnare la buona gestione dello Stato

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Ansa Declino generale La sede parigina dell’Ena e il presidente Macron

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