Un avvocato a guardia del Nobel
Dovrà liberarsi dell’accademica, moglie del fotografo condannato per abusi
Eric Runesson e Jila Mossaed, sono questi i nomi che l’Accademia di Svezia ha trovato nell’estremo tentativo di far ripartire il Premio per la Letteratura almeno nel 2019. Lui è un avvocato specializzato in contratti aziendali e contenziosi economici, ex socio di Sandart & Partners, “probabilmente il migliore team di Svezia”, come recita lo slogan sul sito dello studio che dà anche la notizia della sua nomi- na. Il migliore sì, visto che ne sa più del re Gustavo indignato per non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dei nuovi membri. Runesson, classe 1960, laurea ad Har- vard è anche tra i membri della Corte Suprema. È dunque chiaro quale sarà il suo ruolo: “Garantire la conformità dell’organizzazione, sia in termini di legge che per gli standard interni”, come scrive il quotidiano svedese Svenga Dagbladet. A lui toccherà infatti non solo vigilare sui fondi, visti quelli sviati dall’Accademia in favore del marito di Katarina Frostenson, ma risolvere anche la questione delle datate norme dello statuto che impediscono le dimissioni o il licenzia- mento dei membri e quindi l’allontanamento di Frostenson stessa, che – nonostante la condanna a due anni per molestie sessuali incassata dal marito Arnault – non intende mollare lo scranno.
DAL CANTO SUO, la poetessa iraniana Jila Mossaed, fuggita in Svezia per la fatwa di Khomeini, prenderà il posto di Kerstin Ekman, che ha lasciato il posto numero 15 in polemica proprio con la fatwa ai danni di Salman Rushdie. Non male come maquillage.