Condono penale, i rischi della forzatura
Nelle parti del testo sono tra parentesi le norme sulle quali non c’era l’intesa
Quelli
del Pd lo hanno chiamato “max i- c ond ono ”. Luigi Di Maio ha minacciato una denuncia e una crisi di governo. Però, se si guarda all’ultima bozza del decreto fiscale circolata prima del patatrac, si ha la netta sensazione di un condono “tra parentesi”.
La parentesi è quella che cambia il senso politico del provvedimento. Al comma 9 dell’articolo 9 della bozza si legge: “Nei confronti dei contribuenti che perfezionano la procedura di integrazione o emersione (...) e limitatamente alle condotte relative agli imponibili e alle imposte e alle ritenute oggetto delle procedure è esclusa ogni punibilità per i delitti di cui agli articoli (2, 3) 4, 10 bis e 10 ter del decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74”. Il neretto è nostro ma la parentesi è opera dell’ignoto estensore.
Perché si può parlare di ‘condono tra parentesi’? Se si eliminano gli articoli 2 e 3, quelli messi tra parentesi dalla ‘manina’ che ha scritto la bozza, la norma non ha effet- to. Cosa prevedono infatti le due norme finite nella parentesi? L’articolo 2 punisce fino a sei anni chi froda il fisco con le fatture false o altri documenti che ingannano l’erario simulando redditi più bassi o costi gonfiati. Il 3 punisce chi simula operazioni con soggetti o oggetti diversi dalla realtà sempre al fine di creare costi fittizi o abbattere comunque l’imponibile.
IN QUESTO CASO, il fisco punisce il contribuente che ha cercato di prenderlo per il naso anche per somme basse. Mentre già oggi è più clemente con il contribuente che non trucca le carte ma semplicemente non dichiara tutto.
Quindi, tolta la parentesi, Lega e M5S si starebbero scannando per nulla. Infatti già oggi i contribuenti che integrano la dichiarazione per un reddito di 100 mila euro, non sono puniti.
L’articolo successivo esclude la punibilità per il riciclaggio e l’autoriciclaggio ma solo per le condotte “commesse in relazione ai delitti di cui alla lettera a)”. Se le due norme tra parentesi fossero incluse nel testo definitivo, il governo giallo- verde si renderebbe davvero responsabile di un condono sulle frodi fiscali e il riciclaggio. Ma se la parentesi saltasse, non ci sarebbe alcun reato da condonare perché la somma di 100 mila euro non supera la soglia di punibilità e dunque non sarebbe possibile alcun riciclaggio.
Gli altri articoli certamente inseriti nel condono fiscale ( fuori dalla parentesi nella bozza) infatti sono l’omessa dichiarazione ( art. 4) e l’omesso versamento di ritenute (art. 10 bis) o Iva (10 ter). In questi casi, già oggi, i contribuenti che nascondono redditi per 100 mila euro all’anno, non rischiano penalmente nulla. Non per scelta del governo giallo-verde ma perché quelli precedenti hanno previsto che al di sotto delle soglie minime non scatta la sanzione penale. Le soglie sono state alzate ancora dal governo Renzi che ha portato quella delle violazioni punite dall’articolo 4 fino a 150 mila euro di imposta (ben al di sopra della soglia massima di 100 mila euro di imponibile previsto dal condono giallo- verde) e lo stesso discorso vale per l’articolo 10 bis e l’articolo 10 ter. A questo punto diventa fondamentale capire cosa significhi quella parentesi. Secondo le fonti del Fatto, nella bozza erano finite tra parentesi le parti dell’articolato sulle quali non c’era accordo politico tra Lega e
M5S.
ALLORA È BENE spiegare l’i mportanza della parentesi con un esempio: l’i mprenditore Tizio ha dato 100 mila euro a un partito politico nel 2016 accordandosi con il tesoriere Caio per fare una simulazione. Il finanziamento passava attraverso la Fondazione e veniva fatturato e dichiarato dalla Fondazione come se fosse una prestazione pagata realmente. L’imprenditore Tizio ha iscritto nel 2017 la fattura in bilancio come costo abbattendo così il suo imponibile per 100 mila euro. I soldi finiti alla Fondazione poi sono stati girati a Sempronio, il leader del partito, che ci ha pagato l’affitto del suo costoso ufficio. Ebbene riguardando il caso sopra esposto, che non ha alcun riferimento a fatti o persone reali come si dice nei titoli di coda dei film, un pm particolarmente aggressivo potrebbe contestare a Tizio e Caio la frode fiscale dovuta alla falsa fatturazione e al leader politico Sempronio il riciclaggio. Un domani l’i mp r en d it or e Tizio potrebbe aderire al condono lucrando così l’impunità penale per sé. Anche Caio e Sempronio a questo punto la sfangherebbero perché il pm aggressivo non potrebbe contestare il riciclaggio. Ovviamente sempre che esista un caso simile nella realtà. E sempre che oggi la parentesi sopravviva nel testo finale.
Colpo di spugna? Sotto i 100 mila euro non c’è punibilità, dunque non sarebbe possibile nessun riciclaggio