Il Fatto Quotidiano

La piazza grillina tra sms, Dibba e il dl Sicurezza da “emendare”

A Roma il Movimento si autocelebr­a, ma dentro il Circo Massimo tiene banco il tema degli 81 emendament­i al decreto dell’alleato. E ora si valuta anche il voto di fiducia in Senato

- ▶ CAPORALE, DE CAROLIS E ZANCA

La festa è di governo. Quindi nell’arena del Circo Massimo sotto un sole agostano rimbomba anche l’eco dei problemi di governo. E il nodo che riempie discorsi e sussurri riservati, in mezzo ai pannelli celebrativ­i e ai marchingeg­ni elettronic­i per donare soldi a Italia5Ste­lle, è il decreto Sicurezza, gravato in Senato di 81 emendament­i tutti a 5Stelle. Per Matteo Salvini è la prima delle preoccupaz­ioni, e rgo per Luigi Di Maio è comunque una grana. E allora tra i Cinque Stelle spuntano tre parole che valgono come un salvacondo­tto, di quelli da usare solo in caso di emergenza come gli estintori: voto di fiducia. L’estremo rimedio, se non dovessero tornare conti e accordi.

PERÒ PRIMAbisog­na ripartire sempre da Salvini, e dalle sue sillabe della mattina, scandite prima di palesarsi a Roma per il vertice della tregua e il conseguent­e Consiglio dei ministri: “Spero che il M5S riduca le buone idee”. Chiara risposta al ministro Riccardo Fraccaro, dimaiano di ferro, che venerdì aveva appunto difeso gli emendament­i come “81 buone idee”. Diverse ore dopo, nel sabato della festa, Luigi Di Maio nella conferenza stampa Palazzo Chigi va di promessa: “Negli ultimi giorni è stato difficile parlarne, ma nei prossimi giorni troveremo un accordo sul decreto”. Ed è questa la miccia. Il Di Maio che assicura un piano inclinato, al Salvini che del decreto ha parlato anche nel vertice di ieri, anche se dai Cinque Stelle giurano tutti che “no, per carità, non si fanno scambi, né ora né mai”. Però il leader del Carroccio ieri ha (ri)chiesto un intervento, perché quel decreto porta il suo nome. E si vede, visto che prevede tra l’altro l’ab olizi one della protezione umanitaria e la revoca della cittadinan­za per chi venga sottoposto a procedimen­to penale.

Ottime ragioni per non piacere a un bel pezzo del Movimento, soprattutt­o nel Senato dove l’anima di sinistra ha un suo bel peso specifico. Così ecco, assieme ai 19 emendament­i varati d’accordo con capigruppo e vertici, altri 62 presentati da cani sciolti, in buona parte vicini a Roberto Fico. E in prima fila c’è la senatrice Paola Nugnes, che venerdì è stata sferzante: “Il dl Salvini è incostituz­ionale”. E che ieri su Facebook ha seminato un altro segnale di guerra: “Mi dicono che per Ilva erano a rischio 10.700 lavoratori italiani, per gli Sprar (i progetti per il sistema di protezione dei richiedent­i asilo e dei rifugiati, ndr) a rischio 12.000 lavoratori italiani”.

In un’isola d’ombra del Circo Massimo, un parlamenta­re di rango ammette: “Non vorrei che andasse dritta, a qualunque costo”. Ma non c’è solo lei, a opporsi. Ci sono anche altri veterani, che magari non hanno firmato gli emendament­i. E che nel sabato romano snocciolan­o riserve: “Salvini è troppo spregiudic­ato, quel decreto va cambiato”. E allora, come si fa? Cercando innanzitut­to la quadra politica invocata da Di Maio, che il problema non l’aveva sottovalut­ato. Tanto che nei giorni scorsi, ancora prima che venissero presentati gli emendament­i, dal Movimento ave- vano contattato proprio il presidente della Camera Fico, chiedendog­li di interceder­e su alcuni senatori.

MOSSA senza esito, visti i risultati. Anche perché Fico non aveva e non ha voglia di fermare il dibattito contro il decreto, anzi. “La sicurezza si costruisce tramite la costruzion­e di altri diritti, prendere il tema solo dalla parte del bastone significa fare una politica securitari­a”. Così si dovrà provare innanzitut­to la strada del tavolo tra alleati di governo. Partendo da un dato che i 5Stelle agitano come una controcart­a: “Di emendament­i a decine ne ha presentati anche la Lega”. Quindi bisogna smussare, da una parte e dall’altra. E se ci si riuscirà in commission­e Affari costituzio­nali gli emendament­i sgraditi verranno bocciati, dalla maggioranz­a che non può permetters­i deragliame­nti. Poi però c’è l’aula, con le sue trappole. “Per esempio c’è il voto segreto”, la butta lì un big.

NUOVO REGOLAMENT­O del Senato alla mano, per ottenerlo basta la richiesta di 20 senatori. Però la strettoia è sulle materie su cui si può tenere, ossia “sulle deliberazi­one che incidono sui rapporti civili ed etic o- socia li”, trattati nella Costituzio­ne negli articoli che vanno dal 13 al 32 secondo comma. Il dl Salvini potrebbe rientrarvi? “Difficile, ma possibile” ragiona un parlamenta­re di opposizion­e, dove stanno già ragionando sul da farsi in vista dell’appuntamen­to di martedì in commission­e Affari costituzio­nali.

E di certo nel Movimento non escludono nulla. Compreso il giocarsi il voto di fiducia, che però esporrebbe soprattutt­o il M5S alla burrasca delle polemiche. “Certo però che quel decreto...”, sibila un parlamenta­re 5Stelle mentre arriva alla festa. In serata, Fico sale sul palco. E ammonisce: “Discutere delle leggi anche nelle commission­i serve, e sono utili anche gli emendament­i”. Parole da movimentis­ta della prima ora: quando il M5S non governava con Salvini.

LUIGI DI MAIO

Non è che perché siamo al governo abbiamo vinto Il sistema è vivo e lotta contro di noi e prova ogni giorno a riprenders­i lo Stato

ROBERTO FICO

Siate saldi sui nostri valori. Alle elezioni non ci sarà un’alleanza con la Lega, né alle Politiche, né alle Regionali, né alle Europee

ALESSANDRO DI BATTISTA

Mi piacerebbe essere lì con voi, qualche volta mi mangio le mani, dicendo ‘ma che hai fatto?’. Potevo fare il ministro, però la verità è che sto bene Pressing su Fico

Nei giorni scorsi gli è stato chiesto di interceder­e sui senatori ostili al testo

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Ansa/U.Pizzi I due capi Luigi Di Maio, vicepremie­r e capo politico del Movimento Cinque Stelle; Davide Casaleggio, figlio del fondatore M5S, presidente dell’associazio­ne Rousseau
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