Il Fatto Quotidiano

I regali agli evasori che il Pd dimentica

Dal governo Renzi: meno limiti all’uso di banconote e norma salva-B.

- » LUCIANO CERASA

Chi

non ha fatto mai un condono scagli la prima pietra. Di misure pro-evasori sono lastricate le produzioni legislativ­e anche degli ultimi governi di centrosini­stra. È rimasta agli atti del governo dell’Unione la protesta di Antonio Di Pietro, allora leader de ll ’ Italia dei valori contro l’indulto varato dall’esecutivo guidato da Prodi e votato con la Cdl di Silvio Berlusconi. “Questa legge non prevista dal programma della coalizione e invisa agli elettori del centrosini­stra – tuonava allora Di Pietro – nata per liberare le carceri, è stata estesa ai reati di falso in bilancio, corruzione, reati fiscali e finanziari anche nei confronti della Pubblica amministra­zione”. Si trattava di persone colpevoli di reati implicate in tangentopo­li, calciopoli e bancopoli del tempo. Ma anche nella successiva legge finanziari­a una misteriosa “manina” fu ritenuta responsabi­le del tentativo d'inserire una norma per accorciare i tempi di prescrizio­ne dei reati fiscali, poi sventata in Parlamento.

Ma è con il governo Letta che tornano sanatorie antiche e nuovi meccanismi condonator­i. La Finanziari­a del 2014 lancia per i detentori di cartelle fiscali la possibilit­à di estinguere il debito in un’unica soluzione evitando di pa- gare gli interessi di mora maturati. Per la prima volta gli italiani scoprirann­o poi la voluntary disclosure, anglicismo per edulcorare l’en ne si mo tentativo di ottenere l’emersione e il rientro di capitali de- tenuti illegalmen­te all’estero da contribuen­ti italiani in cambio dell’applicazio­ne di aliquote simboliche e di non ricevere troppe domande sulla provenienz­a dei capitali.

La voluntary verrà riproposta in due edizioni, fino all’anno scorso, mentre all’orizzonte dei morosi seriali del fisco si profilava con i governi Renzi e Gentiloni la rottamazio­ne delle cartelle emesse dal 2000 al 2017. Il successore di Letta non abbandona l’occhio benevolo del centrosini­stra. È di Matteo Renzi la “gelida manina” che tenta di inserire nel testo approvato dal Consiglio dei ministri il 24 di- cembre 2014 quell’a rt ic ol o della delega fiscale che stabiliva la depenalizz­azione di evasione e frode fiscale al di sotto del 3 per cento dell’imponibile, una norma “s a lv a B er l u sc o n i”, che se quella norma fosse stata confermata avrebbe visto svanire una condanna per frode fiscale.

Agì alla luce del sole in seguito, quando autorizzò i pagamenti in contanti fino a 3mila euro e alzò le soglie dell’evasione depenalizz­ata, così alte da superare di parecchio le soglie del condono giallo-verde. Gli evasori continuano a ringraziar­e.

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LaPresse Pier Carlo Padoan

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