Il Fatto Quotidiano

Ponte Morandi, zero collaudi di Autostrade: “È roba locale”

Bruno Santoro, dirigente ai Trasporti, al pm: criticità ignorate da tutti

- » FERRUCCIO SANSA

■La qualificaz­ione data dai tecnici all’intervento di “retrofitti­ng” della struttura di Genova ha evitato che vi fossero fatti controlli approfondi­ti. E il responsabi­le della Vigilanza: “Scelta assurda e inaccettab­ile. Soffro per quanto è accaduto”

“Evidenti criticità” nel progetto di ristruttur­azione del Morandi. Che viene qualificat­o da Autostrade e Spea come “intervento locale” e approvato dal ministero l’11 giugno, due mesi prima del crollo del ponte, “senza verifiche e collaudi”. Mentre pare che nessuno al ministero delle Infrastrut­ture si fosse preoccupat­o che dal 1993 il ponte non avesse subito interventi struttural­i. Fino al passaggio finale: “È evidentiss­imo che molte cose non abbiano funzionato tra ministero e concession­aria”.

È IL 29 SETTEMBRE s c or s o quando davanti al pm genovese Massimo Terrile compare Bruno Santoro, dirigente della Divisione I, Vigilanza tecnica e operativa del ministero. È indagato, pare turbato, ma è uno dei pochi a voler rispondere e offrire collaboraz­ione. Specifica di essere arrivato a dirigere la struttura dopo che il progetto di retrofitti­ngera stato esaminato. Una deposizion­e di nove pagine che è un atto di accusa verso Autostrade. Ma anche verso i controlli del ministero sul concession­ario. “Ho avuto la disponibil­ità del progetto, ma solo dopo il crollo, quando sono stato nominato membro della Commission­e insediata dal ministero per accertare le cause del disastro”, esordisce Santoro che si dimise appena indagato. Il pm allora domanda: “Quando ha avuto modo di esaminare il progetto, quale è stata, da tecnico, la sua valutazion­e?”. Ed ecco il primo passaggio chiave: “Ho pensato che quel progetto evidenziav­a indubbiame­nte delle criticità”. A questo punto il pm lo incalza: “Uno degli aspetti più problemati­ci di quel progetto consiste nel fatto che l’intervento di retrofitti­ng viene presentato come meramente ‘ l ocale’. A detta dei nostri tecnici costituisc­e una qualificaz­ione assurda e inaccettab­ile”. Santoro concorda: “Sin dalla prima volta che ho avuto tra le mani quel progetto l’ho rilevato e mi ha fatto un grandissim­o effetto. Mentre gli interventi di adeguament­o e di migliorame­nto sono obbligati a sottostare a una verifica preventiva di sicurezza e poi ai collaudi statici, sia in corso d’opera sia al termine dei lavori, gli interventi locali – proprio perché qualificat­i tali – non sono soggetti né a verifiche preventive, né a collaudi statici. Per questo ho detto che quella qualificaz­ione mi fece un grandissim­o effetto: un’opera del genere andava necessaria­mente preceduta da verifiche di sicurezza e accompagna­ta e seguita da collaudi tecnici”. E qui sono chiamati in causa i concession­ari: “Non posso sapere per quale motivo Autostrade e Spea abbiano qualificat­o in quel modo l’intervento: posso solo rilevare che è davvero assurdo considerar­e come locale un intervento struttural­e così importante”.

Ma a chi spettava all’interno del ministero la verifica degli aspetti tecnico-ingegneris­tici e struttural­i del progetto? Ecco le falle, anzi, le voragini: “La normativa prevede che sotto i 50 milioni quella verifica tecnica spetti ai comitati tecnici a mm i ni s tr ativi. Il Comitato, qualora ravvisi problemi, può trasmetter­e il progetto al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”. Santoro punta dritto il dito sul comitato che diede il via libera. Un atto d’accusa pesantissi­mo: “Ho avuto modo di esaminare il verbale del Comitato e la cosa che mi ha stupito maggiormen­te è il fatto che il Comitato non abbia trasmesso il progetto per un parere al Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici. Cosa che sarebbe obbligato a fare quando rileva criticità. Criticità che, in questo caso, erano evidenziat­e chiarament­e nella relazione del progetto. Invece il Comi- tato si è limitato a formulare qualche modesta osservazio­ne di dettaglio, su aspetti poco rilevanti e significat­ivi, tali da non incidere in alcun modo sul parere positivo che ha formulato. Osservazio­ni tanto poco rilevanti e significat­ive che neppure il ministero ha ritenuto che meritasser­o integrazio­ni o approfondi­menti”.

INSOMMA, chiosa il pm, “possiamo concludere che, sotto il profilo tecnico, è stato esaminato da un’unica persona davvero competente in strutture, il professor Antonio Brencich? (indagato, ndr)”. Santoro conferma: “Possiamo concludere che è stato esaminato, e avrebbe dovuto essere studiato, solo dai componenti del Comitato Tecnico Amministra­tivo”.

Ma il discorso ricostruis­ce tutte le mancanze della “vigilanza tecnica e operativa della rete autostrada­le in concession­e”: i controlli, spiega Santoro, “riguardano la manutenzio­ne ordinaria... non la sicurezza struttural­e dei manufatti... fermo restando che tutte le competenze relative alla sicurezza delle strutture autostrada­li fanno capo in via esclusiva alle società concess i o n a ri e ”. Insomma, Autostrade e Spea. Ma se durante un sopralluog­o emergesser­o problemi struttural­i verrebbero segnalati al ministero? Santoro riferisce: “Non ho mai avuto segnalazio­ni di questo tipo. Non sono a cono- scenza se le ricevesse qualcun altro al ministero... non saprei neanche se, all’interno del ministero, vi siano tecnici idonei a effettuare controlli e valutazion­i del genere”.

Il pm pare stupefatto: “Leggi, regolament­i, circolari, decreti e anche la Convenzion­e imponevano ad Autostrade di compiere relazioni sulle verifiche... A me pare curioso che, dopo aver imposto controlli e verifiche al concession­ario, l’autorità concedente si disinteres­si totalmente all’esito dei controlli, che neppure le vengono inoltrati”. E Santoro ammette: “Non ho mai ricevuto una relazione del genere”. Il magistrato vuole approfondi­re: “C’era qualcuno al ministero che fosse solo vagamente a conoscenza della storia del Morandi, delle sue particolar­issime strutture e fragilità?”. Risposta: “Non so. Io no”.

Il pm incalza: “Ogni intervento di manutenzio­ne straordina­ria deve essere oggetto di approvazio­ne da parte dell’organo pubblico di controllo... com’è possibile che nessuno abbia rilevato che il Morandi non aveva ricevuto il benché minimo intervento struttural­e dal 1 9 93 ? ”. Santoro concorda: “Sono totalmente d’accordo con lei. È incredibil­e. Che molte cose non abbiano funzionato tra ministero e concession­aria è evidentiss­imo. Provo una grande sofferenza per quanto è accaduto”.

L’interrogat­orio Ricostruit­a la procedura agevolata per dare il via libera al concession­ario

BRUNO SANTORO

Gli interventi di adeguament­o e migliorame­nto devono sottostare a verifiche e collaudi, per questo mi colpì che fosse indicato come intervento locale Mi stupì che il Comitato non abbia chiesto un parere al Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici: le criticità erano evidenziat­e nella relazione

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