Garavaglia, viceministro in attesa di giudizio
Leghista che ha gestito tutto il dossier della “pace fiscale” è imputato a Milano per turbativa d’asta
Nella
mischia politica ci sta da tempo, ma per gli amici di Cuggiono nel Milanese è sempre Sgara, nomignolo giovanile che gli deriva dalla passione per la musica. Preistoria per Massimo Garavaglia, classe 1968, oggi viceministro all’Economia e protagonista nella bufera del decreto fiscale. Condono si, condono no? Lui tira dritto. Dice: “Tutti sapevano”. Altri sospettano che sia lui la “manina” che, secondo i 5Stelle, ha aggiunto le postille incriminate, poi cancellate ieri dopo la seduta del Consiglio dei ministri. Garavaglia, dunque. Viceministro sì, ma in attesa di giudizio e oggi imputato a Milano per tur- bativa d’asta. Anni lontani, quelli del pub di Vittuone e del gruppo Gamba de legn. Lui, alla batteria, ancora lo ricordano: “Sgara che picheva i tuluni ( suonava la batteria, n dr )”. Doppia laurea, Economia alla Bocconi, Scienze politiche in Statale a Milano.
Due figlie, e il Giovanni, padre operaio. Il più giovane senatore eletto in Parlamento. Era il 2008. La camiseta è quella della Lega, da sempre, da quando si iscrive al partito a Cuggiono. Poi sarà sindaco a Mercallo con Casone. Dice: “Tra il dire e il fare gh'è el mètes à drèe”! Che in dialetto lombardo significa “tra il dire e il fare, c'è di mezzo il cominciare a fare”. Nei primi anni della politica fa anche il cameriere, più avanti insegnerà al centro di formazione pro fessio nale Canossa di Cuggiono. Poi solo politica e qualche carica in Cda che contano, come quello di Cassa D e p o s i t i e Prestiti. Con Giancarlo Giorgetti va d’amore e d’accordo, tanto che il sottosegretario alla Presidenza del Con- siglio, lo chiamerà al ministero con il placet di Matteo Salvini. Prima, nel 2013, l’amico Bobo Maroni, compagno di partito e di concerti, lo porta in Regione.
LUI ACCETTA, lascia Palazzo Madama e si accomoda sulla poltrona di assessore all’Economia. Ci starà cinque anni. A metà mandato anche lui è travolto dalla bufera giudiziaria. Allo stato è imputato per turbativa d’asta. Coinvolto assieme all’allora vicepresidente della Regione Mario Mantovani. La Procura lo accusa di aver manipolato, assieme a Mantovani, una gara (circa 11 milioni di euro) relativa all’affidamento del Servizio di trasporto di malati dializzati. A suo carico, spiegano i pm, una telefonata e un sms, entrambi a Mantovani, per avvertirlo dell’esclusione di un’azienda. Il suo avvocato, Jacopo Pensa, durante le udienze spiega: “È finito in un calderone solo per una doverosa segnalazione”. Nel 2017 sarà indagato di nuo- vo. Due anni prima viene sentito come testimone nel processo su ’ndrangheta e politica che vedrà la condanna, tra gli altri, dell’ex assessore alla Casa Mimmo Zambetti. Durante l’udienza, il pm ipotizza la falsa testimonianza dopo la deposizione di Garavaglia in relazione agli scavi per la realizzazione del Tav e a un vecchio contenzioso tra il Comune di Sedriano e il consorzio all’epoca impegnato sul territorio comunale. I giudici dopo la sentenza trasmettono gli atti alla Procura. Tre giorni fa il nuovo pm, che ha riqualificato poi il reato in abuso d’ufficio, ha chiesto per Garavaglia l’archiviazione “non ravvisando profili di responsabilità”.
L’altra inchiesta Attualmente è indagato per falsa testimonianza La Procura, però, ha già ha chiesto l’archiviazione