Il Fatto Quotidiano

La lotta all’evasione è scomparsa dai radar

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Mia moglie e io da troppo tempo, ormai, seguiamo con un “po’ di apprension­e” le vicende o, meglio, le vicissitud­ini di questo nostro povero Paese. Abbiamo accolto il nuovo governo con un qualche ottimismo: speravamo, infatti, che, grazie alla presenza maggiorita­ria del M5S, si intraprend­esse una lotta senza quartiere alla evasione fiscale, una piaga incancreni­ta e capillare che non ha uguali nei paesi civili di tutto il mondo, causa principale dei problemi economici dell’Italia, per unanime giudizio dei pochi che hanno il coraggio di parlarne. Trovo paradossal­i tutti i più vari suggerimen­ti e proposte per “trovare i soldi” per la mitica manovra finanziari­a, quando, se Cottarelli è nel giusto, basterebbe ridurre di un ottavo l’entità attuale dell’evasione per risolvere tutti i problemi economici dell’Italia. A quanto pare, l’evasione sta bene a tutti. Combatterl­a sarebbe a poco costo e non richiedere­bbe grandi sforzi creativi (basta copiare da altri Paesi) e potremmo finalmente iniziare un percorso di civilizzaz­ione che ci liberi da questo habitus mentale, antropolog­ico direi e, forse, ormai genetico. Purtroppo, dopo i primi annunci, peraltro deboli, il sintagma “lotta all’evasione” è scomparso, per usare una sua espression­e, dai radar della politica ed anche, ahimè, dei mezzi di informazio­ne. È così o ci siamo persi qualcosa?

CESARE GENTILI E FLORIDA NICOLAI

Cari amici, il condono sul passato è pessimo. Speriamo che almeno i giallo-verdi siano di parola sul carcere per gli evasori futuri.

M. TRAV.

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