Il Fatto Quotidiano

I talebani “votano” coi kamikaze 50 morti nel giorno delle elezioni

Il rinnovo della Camera bassa

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▶I TALEBANI

hanno mantenuto la promessa: nel giorno del voto per il rinnovo della Camera bassa, si sono scatenati gli attacchi. La premessa per elezioni insanguina­te c’erano state due giorni fa a Kandahar; tre morti fra cui il capo della polizia, il vicecapo dell’intelligen­ce e un cameraman, con il comandante delle forze americane Scott Miller salvo per un pelo. Ieri 50 i morti, 100 i feriti, causati da quasi 200 attentati. Solo a Kabul sono state 15 le vittime di un attacco suicida a un seggio elettorale: 60 i feriti, secondo il portavoce del ministero dell’Interno. I talebani hanno preso di mira i seggi non solo con kamikaze ma anche con colpi di mortaio a Nangarhar, Kunduz, Ghor, Kunar. “Restate a casa, boicottate”, avevano detto i capi talebani, aggiungend­o: “Non permettete che si svolgano nelle vostre zone”. Nei dieci distretti sotto il controllo dei guerriglie­ri islamici non si voterà, lo stesso è avvenuto a Kandahar dopo l’attentato ai vertici dell’intelligen­ce. Per i gruppi armati l’appuntamen­to rappresent­a una “sceneggiat­a fuorviante degli invasori” per “legittimar­e l'occupazion­e e il loro regime fantoccio”. Le elezioni erano un banco di prova per il governo rispetto al livello di sicurezza che poteva garantire. Dieci candidati avevano perso la vita in agguati sempre attribuiti ai talebani.

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