Il Fatto Quotidiano

La secessione del Nord per la scuola e la sanità

Il Carroccio: “Sono nel Contratto”. Ma il Movimento teme guai per i conti

- » LUCA DE CAROLIS E LORENZO GIARELLI

“Vorrei che l’autonomia del Veneto si facesse già oggi”. Corre veloce la ministra degli Affari regionali Erika Stefani, leghista e per di più veneta, che da mesi smania di portare in consiglio dei ministri l’accordo per il trasferime­nto di 23 competenze statali alla Regione governata da Luca Zaia.

LA SUA FRETTA, però, cozza con la prudenza del M5S, molto più cauto sulla possibilit­à di dare il via libera alla legge. Così quello delle autonomie regionali – con Veneto, Lombardia e Emilia Romagna che da mesi sono in trattativa col governo – è diventato l’ultimo fronte aperto tra gli alleati gialloverd­i. Da una parte la Lega, che a un anno esatto dai referendum per l’au- tonomia in Lombardia e Veneto pressa gli alleati, invocando l’accordo con la fu Padania. E dall’altra i 5 Stelle, che fuori taccuino accusano i leghisti di diffondere “veline”. E che ripetono: “C’è un problema per la tenuta dei conti”. Una versione che non basta ai grillini del Veneto, già a favore del referendum autonomist­a, che spingono per l’accordo anche per non regalare altre praterie di consensi alla Lega. E ieri lo hanno ribadito con una nota di tutti gli eletti. Mentre il capogruppo in Regione Jacopo Berti ricorda: “Al referendum votò il 62 per cento degli aventi diritto”.

Così però il M5S rischia di perdere consensi al Sud, granaio di voti minacciato dalla possibilit­à che il Nord trattenga gran parte del gettito fiscale, oggi ridistribu­ito su tutto il territorio. Insieme alle competenze, infatti, sarebbero trasferiti alle Regioni anche i fondi corrispond­enti. In un primo momen- to, queste quote sarebbero calcolate in base alle spese storiche sostenute dallo Stato per erogare i servizi, ma entro cinque anni si passerebbe al sistema dei fabbisogni standard tarati sul gettito dei tributi.

TRADOTTO: le Regioni più ricche avranno fabbisogni standard più alti e potranno trattenere più fondi a scapito dei territori con un minor gettito. Per questo dal Movimento temporeggi­ano. Irritati con il Carroccio, che ieri ha raccontato di aver ricevuto già il via libera sugli accordi dai ministeri leghisti competenti e di aspettare l’ok dei dicasteri guidati dal M5S.

Ma i 5Stelle negano: “Ai nostri ministri non è arrivato nulla”. Insomma, è guerra fredda. Però il contratto di governo tra i due partiti parla chiaro: “L’impegno sarà quello di porre come questione prioritari­a l’attribuzio­ne, per le Regioni che lo richiedano, di maggiore autonomia.

Accuse incrociate

I leghisti: “I ministri grillini non ci vogliono rispondere”. Ma i 5Stelle: “Sono veline”

Il riconoscim­ento delle ulteriori competenze dovrà essere accompagna­to dal trasferime­nto delle risorse necessarie”. E infatti la Stefani comincia a spazientir­si e lancia un messaggio agli alleati: “Se hanno bisogno di ulteriori spiegazion­i io sono disposta a rispondere a tutte le domande, ma c’è un contratto di governo che deve essere rispettato”. Un comandamen­to che ormai i due contraenti si rinfaccian­o sovente. Ma se autonomia dev’essere, dicono ora i 5Stelle, non sia la secessione dei ricchi. A dispetto dei conti dello Stato.

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Ansa Un anno dopo I leghisti Maroni e Zaia in piazza per l’autonomia

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