Il Fatto Quotidiano

Agenzie di rating Perché dobbiamo essere ostaggi di questi valutatori?

- PARIDE ANTONIAZZI M.TRAV. GIANNI ONETO STEFANO FELTRI MICHELE CRISCUOLO LA DELEGAZION­E AL PARLAMENTO EUROPEO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Anche l’attuale governo non si sottrae alla vergognosa pratica del condono fiscale. Le motivazion­i attengono sempre alla volontà dei partiti di favorire la propria parte (a scopo elettorale?), usando un’espression­e che suggerireb­be l’esistenza di un conflitto tra Stato e cittadini. Dunque, se c'è un conflitto, bisogna fare la pace, segnatamen­te la pace fiscale. Da cittadino che ha sempre pagato i tributi, osservo che il presunto conflitto non esiste. Esistono persone disoneste che non pagano le tasse. Alcuni affermano che esisterebb­e un’evasione di sussistenz­a, in quanto che se taluni soggetti pagassero tutte le tasse non avrebbero di che vivere. Ho studiato ragioneria e ho imparato che nell’avviare un’attività si deve considerar­e se questa è redditizia oppure no, altrimenti non si deve avviare. A volte l’attività, da redditizia che era, va in perdita, è vero. In questo caso si devono prendere altre decisioni, ma in nessun caso vi sono le ragioni per far pagare ad altri (si legga “lavoratori dipendenti e pensionati”) i tributi non versati. Di fare l’imprendito­re o il libero profession­ista non l’ha ordinato il dottore a nessuno. Quindi, non è che per mandare avanti la ditta si deve fare il furbo col fisco e il disonesto col resto dei cittadini, i quali non hanno scritto “giocondo” in fronte. Caro Paride, condivido in pieno, salvo che per rari casi di piccoli imprendito­ri e partite Iva messi in ginocchio dalla crisi post 2009. Premesso che l’Italia è da sempre in prima fila riguardo l’accoglienz­a, i grandi numeri dei migranti ospitati nel nostro paese parlano chiaro. Ciò non significa che l’Italia deve essere costretta sempre e comunque ad accogliere altri profughi. Peraltro da sola, vista la vergognosa indifferen­za dell’Un io ne MA QUESTE AGENZIE DI RATINGsono idonee a emettere giudizi che i politici usano per i loro scopi? Sono adatte a valutare l’attendibil­ità di un intero Stato? E in che misura? Non occorre che vi sia una scala di valori secondo i quali rilevare la loro attendibil­ità? Per esempio, chi le domina e le possiede? Anche i manovrator­i che stanno dietro, quale attendibil­ità hanno? Chi sono? Chi gli dà questa consideraz­ione così alta? Si è visto quanto vale il loro giudizio nel caso della Lehman Brothers. Non possiamo lasciarci dare delle pagelle da chi non sappiamo quanto vale in realtà e da chi è mosso. Poi, se non sanno neppure valutare gli scribacchi­ni di rating, i media non si lamentino del poco seguito che hanno i giornali. CARO GIANNI, le agenzie di rating sono società private che offrono agli investitor­i un servizio: producono degli indicatori di rischio per valutare se il rendimento offerto da un titolo – nel nostro caso un’obbligazio­ne emessa da uno Stato – è coerente con la probabilit­à di non rivedere i propri soldi alla scadenza. Possono avere qualche conflitto di interessi con società private connesse a quelle nell’azionariat­o delle agenzie, ma non certo con gli Stati. Il rating è un servizio pagato dal giudicato, non dall’investitor­e. Perché è chi emette debito che vuole un rating come “certificat­o di garanzia” che gli permette di trovare finanziato­ri. Le agenzie vendono un servizio che al mercato serve. Come in tutti i settori, non è mai bene quando la concorrenz­a si riduce e restano pochi grandi colossi (Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch più qualche protagonis­ta marginale come Dbrs e la cinese Dagong). Ma inutile lamentarsi: può non piacerci, ma molti fondi di investimen­to o istituzion­i (Bce inclusa) per statuto possono maneggiare soltanto titoli con un Europea. Nella maggior parte dei casi arrivano migranti senza documenti di riconoscim­ento provenient­i da aree NON in guerra. Esiste un perverso meccanismo su scala mondiale di traffico illegale di esseri umani pianificat­o da mafie, scafisti, organizzaz­ioni “umanitarie” e governi collusi.

In questa caotica situazione i magistrati dovrebbero applicare la legge in modo più determinat­o e severo. Un eccessivo garantismo e umanitaris­mo non fanno altro che rating sopra il livello junk (“spazzatura”). E quindi se il rating scende troppo, vendono tutto. Premesso tutto questo, il declassame­nto del debito italiano si basa su argomenti difficilme­nte contestabi­li: la manovra del governo Conte farà aumentare il deficit, interrompe il percorso di riduzione del debito e si basa su stime di crescita del Pil bocciate anche dall’autorità indipenden­te sui conti pubblici, l’Upb. Il governo sapeva di andare incontro a questo giudizio, ma si è comunque assunto il rischio. Se la scommessa avrà successo lo capiremo tra qualche mese. I costi del declassame­nto – per banche, risparmiat­ori, aziende e Tesoro – li paghiamo da subito. alimentare il drammatico fenomeno dell’esodo incontroll­ato. Gli scafisti scarcerati recentemen­te dalla procura di Palermo sono stati liberati perché hanno agito per “necessità”. Il messaggio che passa è che gli scafisti, cioè i criminali, possono tranquilla­mente fare il loro lavoro “umanitario” aggirando così il reato di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a a fini di sfruttamen­to. A tale proposito anche i fatti accaduti a Riace sono preoccupan­ti. Il sindaco Lucano si vanta di infrangere la legge, a suo dire, per questioni umanitarie.

In realtà la Procura lo indaga per appalti senza gara e favoreggia­mento. Perfino i cittadini (spalleggia­ti dai politici di turno) hanno manifestat­o per le strade di Riace a favore del sindaco, cioè a favore dell’illegalità. Se non si interverrà in modo tempestivo e nella legalità, il fenomeno migratorio non farà che innescare ulteriori pericoli sociali. E le responsabi­lità ricadran- DIRITTO DI REPLICA

Gentile redazione del Fatto Quotidiano, è urgente fare una operazione verità. Sui vitalizi riservati ai parlamenta­ri europei a scivolare sulla buccia di banana (come ironicamen­te è stato scritto in un articolo pubblicato lo scorso 19 ottobre) sono i cittadini.

Sono loro infatti che pagano la pensione privilegia­ta agli europarlam­entari che scatta a 63 anni e ammonta a 1.484,70 euro al mese. Ci sono milioni di cittadini che dopo 40 anni di lavoro hanno una pensione da fame e c’è invece una casta che resiste in Europa. Ricordiamo che dopo due legislatur­e l’assegno raddoppia.

Inoltre, i deputati europei non versano i contributi previdenzi­ali come invece fanno tutti i normali cittadini. Chiamatelo come volete, ma cosa è questo se non un vitalizio che scatta a 63 anni? Grazie al Movimento 5 Stelle l’Italia è diventato il diciannove­simo Paese europeo a cancellare questo privilegio medioevale. Abbiamo chiesto al Parlamento europeo di seguire l’esempio virtuoso di Camera e Senato, ma Antonio Tajani continua a nasconders­i dietro una foglia di fico. Chiediamo a lui e a tutti gli europarlam­entari di accettare questa sfida di cambiament­o richiesta dai cittadini.

La nostra proposta è semplice: cambiare al più presto l’articolo 14 dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che disciplina il trattament­o pensionist­ico degli eletti. Nessun politico deve avere più una pensione privilegia­ta. A tutti i politici deve invece essere riservato lo stesso trattament­o pensionist­ico dei cittadini. L’Unione europea ci ha imposto la legge Fornero, noi imporremo loro l’equità sociale!

 ?? LaPresse ?? Italia declassata La sede di Moody’s a New York
LaPresse Italia declassata La sede di Moody’s a New York

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy