Agenzie di rating Perché dobbiamo essere ostaggi di questi valutatori?
Anche l’attuale governo non si sottrae alla vergognosa pratica del condono fiscale. Le motivazioni attengono sempre alla volontà dei partiti di favorire la propria parte (a scopo elettorale?), usando un’espressione che suggerirebbe l’esistenza di un conflitto tra Stato e cittadini. Dunque, se c'è un conflitto, bisogna fare la pace, segnatamente la pace fiscale. Da cittadino che ha sempre pagato i tributi, osservo che il presunto conflitto non esiste. Esistono persone disoneste che non pagano le tasse. Alcuni affermano che esisterebbe un’evasione di sussistenza, in quanto che se taluni soggetti pagassero tutte le tasse non avrebbero di che vivere. Ho studiato ragioneria e ho imparato che nell’avviare un’attività si deve considerare se questa è redditizia oppure no, altrimenti non si deve avviare. A volte l’attività, da redditizia che era, va in perdita, è vero. In questo caso si devono prendere altre decisioni, ma in nessun caso vi sono le ragioni per far pagare ad altri (si legga “lavoratori dipendenti e pensionati”) i tributi non versati. Di fare l’imprenditore o il libero professionista non l’ha ordinato il dottore a nessuno. Quindi, non è che per mandare avanti la ditta si deve fare il furbo col fisco e il disonesto col resto dei cittadini, i quali non hanno scritto “giocondo” in fronte. Caro Paride, condivido in pieno, salvo che per rari casi di piccoli imprenditori e partite Iva messi in ginocchio dalla crisi post 2009. Premesso che l’Italia è da sempre in prima fila riguardo l’accoglienza, i grandi numeri dei migranti ospitati nel nostro paese parlano chiaro. Ciò non significa che l’Italia deve essere costretta sempre e comunque ad accogliere altri profughi. Peraltro da sola, vista la vergognosa indifferenza dell’Un io ne MA QUESTE AGENZIE DI RATINGsono idonee a emettere giudizi che i politici usano per i loro scopi? Sono adatte a valutare l’attendibilità di un intero Stato? E in che misura? Non occorre che vi sia una scala di valori secondo i quali rilevare la loro attendibilità? Per esempio, chi le domina e le possiede? Anche i manovratori che stanno dietro, quale attendibilità hanno? Chi sono? Chi gli dà questa considerazione così alta? Si è visto quanto vale il loro giudizio nel caso della Lehman Brothers. Non possiamo lasciarci dare delle pagelle da chi non sappiamo quanto vale in realtà e da chi è mosso. Poi, se non sanno neppure valutare gli scribacchini di rating, i media non si lamentino del poco seguito che hanno i giornali. CARO GIANNI, le agenzie di rating sono società private che offrono agli investitori un servizio: producono degli indicatori di rischio per valutare se il rendimento offerto da un titolo – nel nostro caso un’obbligazione emessa da uno Stato – è coerente con la probabilità di non rivedere i propri soldi alla scadenza. Possono avere qualche conflitto di interessi con società private connesse a quelle nell’azionariato delle agenzie, ma non certo con gli Stati. Il rating è un servizio pagato dal giudicato, non dall’investitore. Perché è chi emette debito che vuole un rating come “certificato di garanzia” che gli permette di trovare finanziatori. Le agenzie vendono un servizio che al mercato serve. Come in tutti i settori, non è mai bene quando la concorrenza si riduce e restano pochi grandi colossi (Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch più qualche protagonista marginale come Dbrs e la cinese Dagong). Ma inutile lamentarsi: può non piacerci, ma molti fondi di investimento o istituzioni (Bce inclusa) per statuto possono maneggiare soltanto titoli con un Europea. Nella maggior parte dei casi arrivano migranti senza documenti di riconoscimento provenienti da aree NON in guerra. Esiste un perverso meccanismo su scala mondiale di traffico illegale di esseri umani pianificato da mafie, scafisti, organizzazioni “umanitarie” e governi collusi.
In questa caotica situazione i magistrati dovrebbero applicare la legge in modo più determinato e severo. Un eccessivo garantismo e umanitarismo non fanno altro che rating sopra il livello junk (“spazzatura”). E quindi se il rating scende troppo, vendono tutto. Premesso tutto questo, il declassamento del debito italiano si basa su argomenti difficilmente contestabili: la manovra del governo Conte farà aumentare il deficit, interrompe il percorso di riduzione del debito e si basa su stime di crescita del Pil bocciate anche dall’autorità indipendente sui conti pubblici, l’Upb. Il governo sapeva di andare incontro a questo giudizio, ma si è comunque assunto il rischio. Se la scommessa avrà successo lo capiremo tra qualche mese. I costi del declassamento – per banche, risparmiatori, aziende e Tesoro – li paghiamo da subito. alimentare il drammatico fenomeno dell’esodo incontrollato. Gli scafisti scarcerati recentemente dalla procura di Palermo sono stati liberati perché hanno agito per “necessità”. Il messaggio che passa è che gli scafisti, cioè i criminali, possono tranquillamente fare il loro lavoro “umanitario” aggirando così il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a fini di sfruttamento. A tale proposito anche i fatti accaduti a Riace sono preoccupanti. Il sindaco Lucano si vanta di infrangere la legge, a suo dire, per questioni umanitarie.
In realtà la Procura lo indaga per appalti senza gara e favoreggiamento. Perfino i cittadini (spalleggiati dai politici di turno) hanno manifestato per le strade di Riace a favore del sindaco, cioè a favore dell’illegalità. Se non si interverrà in modo tempestivo e nella legalità, il fenomeno migratorio non farà che innescare ulteriori pericoli sociali. E le responsabilità ricadran- DIRITTO DI REPLICA
Gentile redazione del Fatto Quotidiano, è urgente fare una operazione verità. Sui vitalizi riservati ai parlamentari europei a scivolare sulla buccia di banana (come ironicamente è stato scritto in un articolo pubblicato lo scorso 19 ottobre) sono i cittadini.
Sono loro infatti che pagano la pensione privilegiata agli europarlamentari che scatta a 63 anni e ammonta a 1.484,70 euro al mese. Ci sono milioni di cittadini che dopo 40 anni di lavoro hanno una pensione da fame e c’è invece una casta che resiste in Europa. Ricordiamo che dopo due legislature l’assegno raddoppia.
Inoltre, i deputati europei non versano i contributi previdenziali come invece fanno tutti i normali cittadini. Chiamatelo come volete, ma cosa è questo se non un vitalizio che scatta a 63 anni? Grazie al Movimento 5 Stelle l’Italia è diventato il diciannovesimo Paese europeo a cancellare questo privilegio medioevale. Abbiamo chiesto al Parlamento europeo di seguire l’esempio virtuoso di Camera e Senato, ma Antonio Tajani continua a nascondersi dietro una foglia di fico. Chiediamo a lui e a tutti gli europarlamentari di accettare questa sfida di cambiamento richiesta dai cittadini.
La nostra proposta è semplice: cambiare al più presto l’articolo 14 dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che disciplina il trattamento pensionistico degli eletti. Nessun politico deve avere più una pensione privilegiata. A tutti i politici deve invece essere riservato lo stesso trattamento pensionistico dei cittadini. L’Unione europea ci ha imposto la legge Fornero, noi imporremo loro l’equità sociale!