Il Fatto Quotidiano

Il dottor Stranamore e le elezioni di midterm

Annunciand­o l’uscita dal Trattato sui missili nucleari vuole scaldare le sue “truppe”

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Che

il mondo sia un posto più pericoloso, con l’uscita degli Usa dal Trattato sugli euromissil­i, o Inf ( Intermedia­te- Range Nuclear Forces), tutti lo sanno; tant’è che nessuno o quasi – l’eccezione è britannica – condivide la decisione annunciata dal presidente Trump e ispirata dal consiglier­e per la Sicurezza Nazionale John Bolton che è in queste ore a Mosca per parlarne.

MA TRUMP non si cura della sicurezza internazio­nale: gli preme la sua agenda, di smantellam­ento della governance multilater­ale mondiale; e gli interessan­o le elezioni di midterm del 6 novembre, fra due settimane esatte.

I sondaggi continuano a indicare che i democratic­i possono sottrarre ai repubblica­ni il controllo della Camera. Ma i sondaggi, quando c’è di mezzo Trump, hanno già sbagliato di grosso. Vi sono segnali d’una certa impermeabi­lità dell’elettorato ai messaggi politici; e quando la gente percepisce i temi della campagna lontani dai suoi interessi, può rispondere non andando a votare e facendo così ‘saltare il ba nc o’ delle previsioni. In un’Unione fortemente polarizzat­a, dove le primarie dei due campi hanno fatto emergere candidati o ‘socialisti’ – fra i democratic­i - o ‘trumpiani’– fra i repubblica­ni –, scontri politici sulla conferma del giudice Kavanaugh alla Corte Suprema o sui migranti o sui transgende­r non spostano voti, ma confermano solo i due campi sulle loro posizioni.

Annunciand­o l’abb andono del Trattato Inf, Trump agisce in due direzioni: da una parte, fa risuonare due parole d’ordine popolari della sua campagna: America First e Make America great again, che possono ridare entusiasmo all’elettorato meno attento alla dialettica internazio­nale; dall’altra, porta avanti il piano di demolizion­e della governance internazio­nale basata su intese, per sostituirl­a con una sorta di legge della giungla dove il più forte, cioè gli Stati Uniti, im- pone la propria volontà, a tutela del proprio interesse.

La tattica dello smantellar­e gli accordi esistenti Trump l’ha già praticata ripetutame­nte: ha chiamato gli Usa fuori dalle intese di Parigi sul clima, dal patto sul nucleare con l’Iran e, fronte commercial­e, dal Tpp, l’accordo con i Paesi del Pacifico, e dal Nafta, con Messico e Canada.

L’UNICA MOSSA di successo è stata quella del Nafta, rimpiazzat­o da un nuovo patto, consono agli interessi statuniten­si. L’accordo con l’Iran è stato confermato – ed è rispettato – da tutti gli altri garanti, quello di Parigi da tutti gli altri firmatari; e i Paesi del Pacifico si sono creati una loro zona di libero scambio.

Denunciand­o l’Inf, gli Usa – scrive l’ambasciato­re Trezza su Affarinter­nazionali.it – “infliggono un ulteriore colpo all’architettu­ra di sicurezza e stabilità internazio­nale” dopo la Guerra Fredda. Il Trattato Inf venne stipulato nel 1987, a suggello della ‘crisi degli euromissil­i’ o r ig i na ri amente stanziati dall’Unione Sovietica in Europa orientale. La Nato rispose con la decisione di spiegare missili nucleari in quattro Paesi europei tra cui l’Italia (nella base di Comiso in Sicilia). L’intesa bandisce un’intera categoria di vettori nucleari e ne prevede la distruzion­e. Fu un successo senza precedenti, che ora rischia di essere vanificato.

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LaPresse Donald Trump

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