Il Fatto Quotidiano

Roma maledetta e indifferen­te messa al Muro

- » DILETTA PARLANGELI

Chi cerca Il Muro del Canto troverà Il Muro del Canto. L’amore mio non more – grido di resistenza all’indifferen­za, più che all’odio – è il quarto disco della band capitolina che torna con tutti i suoi caratteri distintivi.

N ON OSTA N T E il gruppo abbia esplorato ambiti musicali diversi dal punto di vista ritmico e armonico (per palati fini), lo stile resta fedele a se stesso. Un folk rock cupo che fa perno, come spiega Alessandro Pieravanti – voce narrante e batteria – su alcuni cardini, dalla fisarmonic­a alla voce bassa di Daniele Coccia. Addendi che non si possono cambiare, come non si può cambiare Roma. E proprio a loro, che con la città e le sue strade ci riempiono i testi, viene da chiedere cosa rappresent­i oggi: “Roma è difficile da inquadrare e definire. È un calderone in ebol- lizione, con tutte le contraddiz­ioni del nostro tempo e nella quale vedi esasperato quello che va e quello che non va – risponde Pieravanti – Vive di una propria energia, a suo modo accoglient­e e, fortunatam­ente, multietnic­a”.

Anche quando la chiamano maledetta, Roma, come nel titolo di una delle tracce, non la intendono vittima di un anatema, quanto tetra scenografi­a di fattacci di nera: “Quel brano è più un esercizio storico che mette in fila i fatti di cronaca nera, partendo dal fratricidi­o di Romolo e Remo. Si riferisce a un’estetica della negatività dalla quale si tende a essere attratti. In realtà, la città è molto più positiva di ciò che sembra”.

SEMPRE che si giri dall’altra parte. “La Roma che ci fa paura è la Roma indifferen­te” cantano: “Esiste, ovviamente. Quella degli sgomberi, delle case popolari, del razzismo”. Anche in questo, Il Muro non presta il fianco a dubbi. Anche se quando sono nati, nel 2010, qualcuno ha scambiato il loro look total- black per qualche nostalgica ispirazion­e ( che oggi andrebbe di moda), l’impegno sociale e la matrice fortemente ideologica dei contenuti hanno presto risolto ogni tipo di equivoco (“Indossiamo il nero perché sfina, siamo tutti in sovrappeso”, scherza).

Vicini alle periferie – il video del singolo La vita è unaè girato alla Palestra Popolare del Quarticcio­lo – ritengono “un obbligo morale” parlare di quella città dal basso che si riscatta e rinasce, senza l’om-

CUPI, MA NON TROPPO “Indossiamo il nero perché sfina, siamo tutti in sovrappeso”, scherza Alessandro Pieravanti, voce narrante e batteria

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy