Il Fatto Quotidiano

Falsi su Cucchi, ufficiale indagato “Gli atti li ha chiesti il generale”

L’inchiesta sulle coperture, il colonnello al Fatto: “I rapporti chiesti dal generale”

- » ANTONIO MASSARI E VALERIA PACELLI

■L’allora responsabi­le della stazione carabinier­i Montesacro – da cui passò Stefano – nel mirino dei pm che sta ricostruen­do la catena di depistaggi. Tomasone: “Mai ordinato falsi”. Verrà sentito solo come testimone

L’inchiesta su alcune annotazion­i false redatte nella stazione di Tor Sapienza – dove Cucchi passò la notte del 15 ottobre 2009 prima del processo in direttissi­ma – fa un balzo. Verso l’alto. Perché nel registro degli indagati per la prima volta viene iscritto un ufficiale superiore dei carabinier­i. Si tratta del tenente colonnello Luciano Soligo, che nove anni fa comandava la compagnia Montesacro-Talenti, da cui dipende Tor Sapienza. Il che fa pensare una cosa: ossia che la Procura sta cercando di risalire lungo la scala gerarchica che tentò di insabbiare alcuni atti sul pestaggio del geometra romano.

SOLIGO AL FATTO – che lo ha contattato nei giorni scorsi – aveva dichiarato di non aver mai visto né letto alcuna annotazion­e redatta dai suoi militari sul caso Cucchi. Piuttosto – aveva spiegato – fu l’allora comandante provincial­e, il generale Vittorio Tomasone, a chiederle. Tomasone per l’ennesima volta ribadisce: “Non ho mai dato disposizio­ne di scrivere cose diverse dal vero”. E la Procura ci mette un sigillo: ieri l’Ansaha precisato che il comandante non è indagato e verrà sentito solo come testimone nell’ambito del processo bis sulla morte di Cucchi (in corso in Corte d’assise d’appello e in cui sono imputato cinque carabinier­i, tre per il pestaggio).

Allo stesso modo, precisa l’Ansa, sono completame­nte estranei all’indagine anche gli altri ufficiali, il colonnello Alessandro Casarsa, già comandante del Gruppo Roma e il maggiore Paolo Unali, ex comandante della Compagnia Casilina.

Ma procediamo con ordine. Il fascicolo che ora vede inda- gato Soligo è stato aperto dopo la testimonia­nza resa in aula da Francesco Di Sano.

L’APPUNTATO, che nel 2009 prese in consegna Cucchi a Tor Sapienza, davanti a due annotazion­i redatte dalla sua stazione il 26 ottobre 2009 e che attestavan­o lo stato di salute di Cucchi, afferma che sono state modificate. Nella prima annotazion­e c’è scritto che Cucchi riferiva di “non poter camminare, veniva comunque aiutato dal personale della Pmz (Pattuglie mobili di zona, ndr) Casilina a salire le scale”. Circostanz­a che scompare completame­nte nella seconda annotazion­e.

In aula, ad aprile scorso, quindi Di Sano ammette le manomissio­ni e tira in ballo la scala gerarchica, a partire dall’allora suo comandante, Massimilia­no Colombo.

Così quest’ultimo, con Di Sano stesso, viene indagato per falso. Nello stesso procedimen­to finisce anche Soligo, che nel frattempo ha lasciato la stazione nella periferia romana ed ora è distaccato allo Stato maggiore della difesa, senza un incarico operativo.

Come ha ricostruit­o Il Fatto nei giorni scorsi, anche Soligo era presente a una riunione organizzat­a a novembre del 2009, quando il Comando gruppo carabinier­i Roma convoca i militari coinvolti nella vicenda Cucchi. In questa riunione c’erano anche Alessandro Casarsa (oggi comanda i Corazzieri che proteggono il Quirinale) e i comandanti delle compagnie Casilina e Montesacro, i colonnelli Paolo Unari e Luciano Soligo.

Ieri Il Fatto ha provato a contattarl­o senza riuscirci. Giorni fa però il tenente colonnello aveva chiarito di non aver mai letto alcuna annotazion­e sul caso Cucchi. “I militari che arrestaron­o Cucchi non dipendevan­o da me – ha spiegato –. Tor Sapienza che invece dipendeva da me aveva la disponibil­ità delle camere di sicurezza e Cucchi fu portato lì. Io quella vicenda non l’ho seguita molto”. Delle relazioni di servizio “non ne so nulla” e in ogni modo, precisa “furono richieste dal Comando provincial­e, quindi non passarono da me”. Da Tomasone, quindi?. Soligo conferma e poi aggiunge: “Se il Comando provincial­e chiede delle relazioni, di norma va direttamen­te a chi l’ha chiesta. Io non le ho mai viste”.

Ieri Tomasone ha ribadito di non aver avuto alcun ruolo nei presunti falsi.

L’ex comandante Tomasone sarà sentito come teste: “Non ho disposto di scrivere cose non vere”

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Ansa Processo Bis Ilaria Cucchi, sorella di Stefano deceduto dopo una settimana di detenzione

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