Il “falsario della storia” che giudicava una bugia l’Olocausto degli ebrei
Robert Faurisson è morto a Vichy: le sue tesi negazioniste lo portarono in tribunale
Il
negazionista Robert Faurisson, per il quale le camere a gas dove milioni di ebrei sono stati sterminati dai nazisti erano solo un’invenzione, è morto. “Ma le sue tesi immonde vivono ancora ”, scriveva ieri la
Fondation Shoah su Twitter. Faurisson era il “falsario della storia”, secondo la definizione di Robert Badinter, il giurista di famiglia ebrea padre della legge sull’abolizione della pena di morte in Francia ( nel 1981). Era un “bugiardo di pr of es si on e”, secondo la storica Valérie Igounet, che gli ha dedicato una biografia nel 2012.
Faurisson è stato colto da una crisi cardiaca a 89 anni, mentre rientrava da un convegno in Inghilterra. Ammiratore di Petain, trascorreva la vecchiaia a Vichy, la città che fu la sede del governo collaborazionista durante la Seconda guerra mondiale. Faurisson era nato a Shepperton, in Inghilterra, nel 1929, da madre scozzese e padre francese.
NEGLI ANNI 70 era stato docente di Lettere moderne all’Università di Lione, prima di essere bandito da tutte le accademie. Nel ‘78 aveva tenuto un corso intitolato: “Il Diario di Anna Frank è autentico?”. Lo stesso anno si era fatto conoscere per aver pubblicato una lettera aperta su Le Monde col titolo: “Il problema delle camere a gas o la propaganda di Auschwitz”. Vi scriveva: “L’inesistenza delle camere a gas è una buona notizia per la povera umanità”. Faurisson ha passato la vita a sostenere che i forni crematori “sono la più grande menzogna del XX secolo”. Che gli ebrei morti durante la guerra sono stati appena qualche centinaia di migliaia. Per questo è stato più volte condannato, in nome della legge Gayssot del 1990 che sanziona gli atti razzisti, antisemiti e xenofobi e chi contesta i crimini contro l’umanità. A rimpiangerlo ora in Francia ci saranno forse alcune figure come Dieudonné, il controverso comico più volte denunciato per antisemitismo. E Jean-Marie Le Pen, il leader storico dell’ultra destra francese, padre di Marine, anche lui condannato per aver sostenuto che le camere a gas sono “un dettaglio” della storia: “Faurisson è il simbolo dell’arretramento della libertà di espressione in Francia”, ha commentato ieri il vecchio leader.