Il Fatto Quotidiano

“Juve, ancora bagarinagg­io ultrà” Ora si muove la Procura della Figc

- » CARLO TECCE

L’ex

ultrà Bryan Herdocia, sigaro fumante e occhialoni a specchio, confessa a Report che attorno alla Juventus non s’è mai smesso di frullare denaro col bagarinagg­io: biglietti venduti con pesanti rincari anche per l’esordio in campionato con la Lazio e la trasferta di Champions League a Valencia. Il servizio di Report – a firma Federico Ruffo, in onda ieri su Rai3 – racconta il patto occulto tra gli ultras (in combutta con la malavita) e la Juventus, durato per diversi anni e con milioni di euro di guadagni sporchi: centinaia di biglietti a partita ai tifosi in cambio di un supporto incondizio­nato al club e della tutela dell’ordine pubblico.

Prima delle rivelazion­i di Herdocia, il patto si considerav­a interrotto due anni fa con l’indagine antimafia “Alto Piemonte” sulle infil- trazioni della ’ndrangheta a Torino e con l’oscuro suicidio dell’ex ultrà Raffaello “Ciccio” Bucci, collaborat­ore dei bianconeri per curare i rapporti con la tifoseria e anche informator­e di polizia e intelligen­ce.

L’esuberante Herdocia, detto lo “squalo”, dodici anni di Daspo e un arresto per rissa con i fiorentini, gestisce il bagarinagg­io da casa e alimenta i contatti con i vertici dei “Drughi”. La puntata di Report – anticipata ieri sul Fatto – non è sfuggita al controllo degli inquirenti della Federcalci­o, che adesso potrebbero chiedere copia della registrazi­one e aprire un’istruttori­a per valutare la violazione del codice di giustizia sportiva.

LA JUVENTUS non è coinvolta nel processo Alto Piemonte, i pm di Torino non hanno indagato i dirigenti bianconeri o il presidente Andrea Agnelli, ma il club ha subìto una condanna sportiva, mitigata nei vari gradi di giudizio della Federcalci­o. Il figlio di Umberto s’è beccato una squalifica di tre mesi e la società una multa di oltre mezzo milione di euro.

Il Tribunale federale ha punito il bagarinagg­io autorizzat­o dalla Vecchia Signora con l’assenso di Agnelli, però ha accolto la versione della Juve: il club era ignaro della caratura criminale di Rocco Dominello, secondo i magistrati esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, fondatore del finto gruppo ultrà i “Gobbi”, cinque anni di carcere in appello per associazio­ne a delinquere di stampo mafioso. Otto anni e otto mesi per il padre Saverio, che di recente ha dichiarato di essersi dissociato dalla ’ndrangheta nel 2012.

Lo scandalo sui biglietti, gli ultras e le ’ndrine ha logorato il sodalizio tra il presidente Agnelli e l’ormai ex amministra­tore delegato Beppe Marotta. John Elkann, il cugino di Andrea, ha tentato di sfruttare la vicenda per rinnovare la società assieme a Marotta. Ha vinto Andrea. Per ora.

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Conduttore Sigfrido Ranucci di “Report”

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