Il Fatto Quotidiano

Dl Sicurezza, i ribelli M5S tengono “Se resta così non lo votiamo”

Braccio di ferro sugli emendament­i

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▶IL DECRETO SICUREZZA

arriverà in aula il 5 novembre, ma nella commission­e Affari costituzio­nali del Senato sul provvedime­nto c’è ancora burrasca. Perché alcuni senatori del M5S insistono nel non ritirare i loro emendament­i al testo, nonostante il pressing del Movimento e l’irritazion­e di Matteo Salvini contro “gli 81 emendament­i grillini”. Ma al momento, sono stati tolti solo i sei a firma di Bianca Laura Granato. Non è servito neppure l’incontro tra due emissari di Luigi Di Maio, i membri del suo staff Cristina Belotti e Dario De Falco, e i senatori “ribelli”. Paola Nugnes è chiara: “Senza modifiche il decreto non lo votiamo, non siamo al mercato delle vacche”. La stessa linea di Gregorio De Falco: “Alcuni miei emendament­i sono essenziali. Se non fossero approvati, avrei difficoltà a votare il decreto”. E il senatore aggiunge: “Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere, avendo giurato sulla Costituzio­ne, da militare, e mantengo questo giuramento. Sostanzial­mente sto seguendo le indicazion­i del presidente Mattarella”. Insomma, gran parte dei 62 emendament­i presentati dagli eletti i “fuori linea”, tra cui Elena Fattori, resteranno.

Ma dal M5S ostentano una certa tranquilli­tà: “Continuere­mo a discuterne, e comunque non dovrebbe esserci bisogno di un voto di fiducia”. Ossia la maggioranz­a si prepara a votare contro gli emendament­i sgraditi. Però nel frattempo il Movimento ha ottenuto che proprio De Falco, Nugnes e Fattori ritirasser­o i loro sette emendament­i al disegno di legge sulla legittima difesa.

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Gregorio De Falco

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