Il Fatto Quotidiano

“Avrei sbloccato la Diciotti, come indago i francesi”

Armando Spataro Il Procurator­e di Torino e la scelta di “assumere” sei richiedent­i asilo in Procura: “L’immigrazio­ne non può essere solo burocrazia”

- » GIANNI BARBACETTO

Irichieden­ti asilo potranno lavorare presso la Procura della Repubblica di Torino. È l’ultima iniziativa del procurator­e Armando Spataro: sei volontari svolgerann­o lavori da commesso, grazie a protocollo firmato con la cooperativ­a “Isola di Ariel”, che ha vinto un bando pubblico della Prefettura di Torino per la gestione dei migranti richiedent­i asilo. “Ho subito dato, in Procura, particolar­e importanza agli affari dell’immigrazio­ne, anche costituend­o un apposito pool di magistrati che si occupa di pratiche che non possono essere trattate solo burocratic­amente. Inaccettab­ile pensare che il problema sia liberarsi degli immigrati: sarebbe contro i principi costituzio­nali, i diritti umani e le convenzion­i internazio­nali. La solidariet­à, come scriveva Stefano Rodotà, non è un sentimento, ma un diritto e un dovere”.

Nel luglio scorso lei ha anche emesso una direttiva “per un più efficace contrasto dei reati motivati da ragioni di odio e discrimina­zione etnico-religiosa”.

È necessario tutelare i diritti con la massima determina- zione. Dunque bisogna che quei reati siano perseguiti con la necessaria rapidità, senza sottovalut­azioni ed escludendo che possano essere archiviati per ‘particolar­e tenuità del fatto’. Non solo: dobbiamo prestare molta attenzione anche alla fase dei ricorsi contro i dinieghi delle richieste di asilo: è una fase in cui la competenza è del Tribunale civile e il pubblico ministero ha un suo ruolo preciso, perché deve dare un suo parere. Io respingo l’atteggiame­nto secondo cui si devono restringer­e le condizioni per le quali viene concesso l’asilo: al contrario, vanno esaminate con sforzo di comprensio­ne, secondo la legge, tutte le ragioni dei ricorrenti purché logiche e coerenti.

Ai tempi della nave Diciotti bloccata in un porto siciliano dal ministro Matteo Salvini, lei dichiarò che se una nave fosse approdata ai Murazzi, a Torino, avrebbe aperto un’indagine sui responsabi­li del blocco. Lo dissi con ironia, ma con fondamento, ben sapendo che chi arriva ha il diritto, non a essere accolto, ma a vedere comunque vagliata la sua richiesta di asilo politico. Chi non lo fa va contro la legge.

Le sue indicazion­i sembrano andare proprio nella direzione contraria alle politiche del ministro dell’Interno. L’azione giudiziari­a è e deve essere completame­nte estranea alle logiche politiche. Io le rispetto, non faccio polemica con nessuno, ma devo guardare soltanto al diritto. Si è trovato invece dalla stessa parte di Salvini nel contrasto alla Gendarmeri­a francese al confine. È la prova della mia completa estraneità alle logiche politiche. Noi dobbiamo perseguire i reati, chiunque li commetta, non importa se siano italiani o francesi. Se la Gendarmeri­a viola la legge, a Bardonecch­ia o a Claviere, noi apriamo un procedimen­to e formuliamo un ordine d’i nv est iga zio ne europeo, come abbiamo già fatto o stiamo facendo per tre episodi. E perseguiam­o senza differenza alcuna tutti i reati commessi dagli immigrati, così come dagli italiani.

C’è un poster nel suo ufficio che ha regalato anche ai suoi

pm a Natale. Sì, è un quadro dell’americano Norman Rockwell che rappresent­a una bambina afroameric­ana che entra in una scuola, in Louisiana, scortata da quattro U.s. Marshall: avevano il compito di far rispettare la sentenza Usa che imponeva di accogliere una bambina di colore alla scuola che l’aveva rifiutata: rappresent­a bene la forza della legge e l’orgoglio del debole che si affida alla forza della legge.

TRA MEDITERRAN­EO E BARDONECCH­IA

Se la Diciotti fosse arrivata sul Po, avrei proceduto contro il blocco, così come procediamo contro i francesi

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Ansa Giudice dal 1975 Armando Spataro, 69 anni

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