Il Fatto Quotidiano

Orlandi, il mistero delle ossa ritrovate

Scomparsa nel 1983 La Procura capitolina procede per omicidio: accertamen­ti su resti umani ritrovati in un edificio vaticano in via Po

- » MARCO FRANCHI

Gli inquirenti del Vaticano e la procura di Roma indagano sul ritrovamen­to di ossa umana in un edificio fuori dalle mura ma di proprietà della Santa Sede: si tratta di un locale, al civico 27 di via Po, sede della Nunziatura apostolica, cioè la rappresent­anza vaticana in Italia. Questo luogo, forse, induce a pensare che la scoperta possa riguardare Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel giugno del 1983.

I magistrati romani hanno aperto un fascicolo per omicidio, allertati dalle autorità vaticane: i frammenti ossei umani – così recita una nota della Santa Sede – sono stati rinvenuti durante alcuni lavori di ristruttu razione.

Ora l’inchiesta, in collaboraz­ione col Vaticano, è gestita dalla Procura capitolina e affidata alla polizia scientific­a e alla squadra mobile. Da un paio di giorni pare siano iniziati gli accertamen­ti.

Le verifiche tecniche servono a stabilire se i resti appartengo­no a uno o più corpi, l’epoca, il sesso, i motivi del decesso, ma il mistero – che si pul risolvere in pochi giorni – si lega al doppio mistero della scomparsa a Roma di due ragazze minorenni tra la primavera e l’estate del 1983: Mirella Gregori, figlia di un barista di via Volturno, sparita il 7 maggio; Emanuela Orlandi, che abitava in Vaticano, mai vista nè sentita dopo una telefonata alla sorella del 22 giugno. Due adolescent­i di quindici anni, due vite diversi, due casi ir- risolti.

“È un sacrosanto diritto avere verità e giustizia, non ci rinuncerem­o mai”, aveva detto in occasione dell’ultimo anniversar­io della scomparsa Pietro Orlando, il fra- tello di Emanuela, che dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Roma è tornato a chiedere giustizia direttamen­te al Tribunale Vaticano.

E DA ALCUNI MESI, infatti, la denuncia di scomparsa è di nuovo sui tavoli della Gendarmeri­a e del Promotore di Giustizia. La famiglia Orlandi l’aveva presentata per la prima volta un anno fa, lo scorso novembre. Il fascicolo è stato a- perto “ma da allora non è stato fatto niente, non è stato interrogat­o nessuno”, ha denunciato più volte l’avvocato Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi. Che invano ha anche chiesto che venisse sentito il boss mafioso Pippo Calò, oggi 87enne, attualment­e detenuto al 41 bis nel carcere di Opera. All’epoca dei fatti, nel 1983, era a Roma, era un personaggi­o a conoscenza “di quello che succedeva”, collegato alla banda della Maglia- na, ritenuta invischiat­a nella scomparsa della ragazza.

Emanuela oggi avrebbe cinquant’anni. La ragazza era la figlia di un messo della prefettura della Casa pontificia, è cittadina del Vaticano.

A maggio era già scomparsa un’altra ragazza romana, Mirella Gregori, coetanea di Emanuela, e i due casi vengono quasi subito collegati. In questi termini– come di “una stessa cosa” – ne parla Ali Agca, l’attentator­e del Papa, ma non sono mai emersi elementi concreti che avvalorass­ero questa pista. Gregori, studentess­a, non conosceva Emanuela, né le due ragazze avevano frequentaz­ioni in comune. Mirella scomparve dopo aver detto alla madre che “aveva un appuntamen­to” presso il monumento al bersaglier­e di Porta Pia con un vecchio compagno di classe, che peraltro quel pomeriggio era impegnato altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie della ragazza.

La Nunziatura Gli inquirenti allertati dalla Santa Sede cercano tracce di Emanuela e di Mirella Gregori

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Ansa Il mistero Emanuela Orlandi scomparve a Roma il 22 giugno 1983

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