Il Fatto Quotidiano

“Salvini va archiviato dal sequestro Diciotti”

PROCURA DI CATANIA ”Scelta legittima e insindacab­ile”

- » GIUSEPPE GIUSTOLISI E ALESSANDRO MANTOVANI

■Dopo Palermo anche gli altri pm siciliani che indagavano sulla nave della Guardia Costiera, bloccata in porto ad agosto con 190 immigrati a bordo, valuta di non procedere contro il ministro dell’Interno

Il ritardo nel consentire lo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia costiera, lo scorso agosto, era “giustifica­to dalla scelta politica, non sindacabil­e dal giudice penale per il principio della separazion­e dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzi­one dei migranti (il 24 agosto si è riunita la commission­e europea a Bruxelles) in un caso in cui secondo la convenzion­e internazio­nale Sar ( Search and rescue, ricerca e soccorso, ndr ) sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro”.

QUESTO è il ragionamen­to con cui il procurator­e di Catania, Carmelo Zuccaro, ha chiesto l’archiviazi­one per Matteo Salvini, vicepremie­r e ministro dell’Interno, indagato dalla Procura di Agrigento, poi da Palermo e infine da Catania per sequestro di persona e altri reati per aver trattenuto gli stranieri (inizialmen­te 190) sulla nave tra dal 15 al 25 agosto, prima al largo di Lampedusa e poi nel porto di Catania. Ora sarà il Tribunale dei ministri costituito per legge nel capoluogo etneo a decidere se archiviare o chiedere al Senato l’autorizzaz­ione a procedere. Ai magistrati catanesi tocca quest’ultima fase, dal 20 agosto in poi, avendo il Tribunale dei ministri di Palermo già escluso reati per quanto avvenuto nel territorio di sua competenza.

Salvini ha dato notizia del provvedime­nto secondo il suo stile, con un monologo in diretta su Facebook in cui ha letto la la comunicazi­one notificata­gli dalla Procura: “Illustriss­imo signor ministro...”. Non si è risparmiat­o le battute da bar: “Quanto si è pagato per quest’inchiesta? Quanti uomini sono stati impiegati?”. Come se il ministro dell’Interno non sapesse chela giustizia costa indipenden­temente dall’esito di inchieste e processi.

Il procurator­e Zuccaro, noto in questi ultimi anni anche per le accuse di favoreggia­mento dell’ immigrazio­ne clandestin­a rivolte alle Ong e spesso non condivise dai giudici, ha accolto in pieno la tesi salviniana. Quella secondo cui sarebbe toccato a Malta, che aveva avvistato i due barconi nella sua zona di soccorso, indicare il porto sicuro (Pos) e il trattenime­nto a Catania si è protratto (salvo i minori, sbarcati prima dopo l’intervento della magistratu­ra minorile) solo fino al giorno successivo alla riunione di Bruxelles in cui la Commission­e europea ha risposto negativame­nte alla ri- chiesta italiana di collocare i richiedent­i asilo in diversi Paesi.

PER LA PROCURA etnea si tratta di “atti di alta amministra­zione” per i quali il sindacato del giudice si ferma sulla soglia dell’interesse pubblico da soddisfare. Non sussiste infatti carenza di potere perché Salvini aveva modificato le direttive vigenti subordinan­do la concession­e del porto di sbarco, da parte dell’amministra­zione dell’Interno, al benestare del ministro. Né, per il procurator­e di Catania, mancava l’interesse pubblico. La vicenda, così come ricostruit­a nella richiesta di archiviazi­one, si articola in due fasi, prima e dopo il 17 agosto e cioè il rifiuto di Malta di farsi carico dei naufraghi e la trattativa avviata da Roma con Bruxelles. Ora esultano Salvini e la Lega, protestano le sinistre e l’ex pm sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il ministro dell’Interno ostacolerà ancor più facilmente qualunque altro sbarco di migranti in Italia.

La ricostruzi­one Il ritardo dello sbarco era “giustifica­to” dalla richiesta di redistribu­ire i naufraghi nell’Ue

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Salvini Ansa
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