LA SINISTRA SENZA POPOLO E IL FUNERALE DI DESIRÉE
Forse, per evitare spiacevoli equivoci, sarebbe bastato che alla frase: “C a s aPound vicina alla gente, il Pd no”, il senatore dem Bruno Astorre ne avesse aggiunto un’altra, per esempio questa: “Per stare vicino al dolore della gente martedì mi sono recato a Cisterna di Latina ai funerali di Desirée”. Non sappiamo se Astorre fosse effettivamente lì a portare il suo cordoglio, e in tal caso ne apprezzeremmo pudore e riservatezza. Pur tuttavia la sua uscita ha il merito di averci ricordato un detto antico, reso costantemente attuale dalla politica politicante: tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare. Di spot. Infatti, a giudicare dal diluvio di orrore e sdegno espresso subito dopo la scoperta di quel giovane corpo martoriato, da parte di ministri (con ruspa o a cinquestelle), viceministri, sindaci, parlamentari, leader di partiti e movimenti, governatori di regione, istituzioni, autorità militari, civili e religiose, ci saremmo aspettati atti e gesti conseguenti.
E COSÌ i funerali di Desirée Mariottini – la 16enne stuprata e trovata morta in un rudere abbandonato nel quartiere romano di San Lorenzo – avrebbero potuto rappresentare un’occasione di vicinanza, e forse anche di (parziale) riconciliazione, tra i vertici e la base della nostra Repubblica. Invece, a quanto risulta, di leader di partito c’era soltanto Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), mentre una corona di fiori della Regione La- zio testimoniava, pressoché solitaria, le condoglianze delle istituzioni. Tutti gli altri avevano senza dubbio cose più urgenti da fare (dopo tanto dire): impegni presi precedentemente, imprevisti dell’ultimo momento che hanno loro impedito di affrontare un viaggio tra Roma e Cisterna, valutato da Google Maps circa un’ora e otto minuti d’auto (a bordo di una ruspa forse qualcosa di più). Oppure, come ha scritto Antonella Baccaro sul Corriere della Sera: “Meglio un’assenza certa che una presenza rischiosa”? Ovvero: “Mai mettere la propria faccia su eventi dei quali si potrebbe essere chiamati a rispondere pubblicamente”. O, al contrario, sarà stata la prevedibile, limitata copertura mediatica a tenere lontani dalla chiesa di San Valentino (nel quartiere dov’era nata Desirée) i tanti che subito si erano precipitati a San Lorenzo, in un trionfo pulsante di microfoni e telecamere. Poi- ché però ci dispiace pensare che la prevalente ragione di tutte quelle assenze sia da ricercarsi nell’assenza di umana pietà, avanziamo altre due possibili spiegazioni.
La prima è quella che interpreta i comportamenti della politica contemporanea con la cosiddetta sindrome dell’immediato: secondo un recente libro di Francesco Rutelli colpisce coloro che “agiscono all’istante, senza meditazione né condivisione”. Questi “immediati” della politica concepiscono la presenza come semplice partecipazione a un evento, che prevede anche forme di commozione sincera ma istantanea e non ripetibile.
La seconda ipotesi ci riporta alla frase del senatore Astorre per cui sinceramente non riusciamo a provare scandalo. Che CasaPound e i fascisti del Terzo millennio agiscano nel tessuto sociale, quanto mai degradato e impoverito di zone e quartieri abbandonati dai partiti tradizionali è dato reale. Attraverso la distribuzione di pacchi viveri e offerte di assistenza varia, come abbiamo visto in tv nelle ultime elezioni a Ostia.
CHE LO FACCIANO per motivi di pelosa propaganda sarà anche vero, ma di candidati emuli di Madre Teresa di Calcutta purtroppo non se ne vedono molti in circolazione. Che poi sia la destra, soprattutto quella più estrema, a raccogliere i maggiori consensi in quelle periferie è altrettanto incontestabile. Accade perché quelli sfortunati cittadini hanno improvvisamente scoperto il fascino della camicia nera (o della ruspa)? O sarà che sono stati abbandonati al loro destino soprattutto da quella sinistra che un tempo era “vicina alla gente”? I pidini che si stracciano le vesti per l’accostamento di Astorre a CasaPound avrebbero una qualche ragione di farlo se a Roma, in anni non lontani, li avessimo visti numerosi, presenti e attivi sul territorio (per esempio a San Lorenzo). Invece che a braccetto con i Buzzi e i Carminati. Se poi accade che perdano voti la colpa è di qualche frase non abbastanza politicamente corretta? O magari perché a Cisterna di Latina, accanto alla bara bianca di Desirée, ci stava la Meloni e non c’erano loro?
È vero che il Partito democratico non sa stare nelle periferie come invece fa l’estrema destra Infatti alle esequie a Latina ci va solo Meloni Sono fascisti, è vero, ma dovremmo imitare CasaPound per il loro modo di stare in mezzo alla gente BRUNO ASTORRE (PD)