Il Fatto Quotidiano

Il Muos, un altro guaio per il M5S

Il Movimento cerca un compromess­o sulla stazione militare Usa, di cui chiedeva lo stop

- » LUCA DE CAROLIS

Icondoni, le grandi opere, i diritti civili, gli F35. E ora ( probabilme­nte) un’i nfrastrutt­ura militare, quel Muos contro cui il Movimento si è sgolato per anni. Il rosario delle abiure per il M5S di governo si allunga. E i suoi grani si intreccian­o ai numeri dei sondaggi, scuri come un temporale. Perché la supermedia delle rilevazion­i, come spiega l’analisi di Agi/ YouTrend, racconta che i Cinque Stelle sono calati al 27,6 per cento, il dato più basso dalle elezioni del 4 marzo, nelle quali si arrampicar­ono al 32,5.

E CHISSÀ quanto hanno pesato le pillole che Luigi Di Maio e i suoi hanno deglutito, in nome del Contratto di governo con la Lega (anch’essa in calo, al 30,1 per cento) e dei rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump, nume tutelare dei gialloverd­i e soprattutt­o del M5S. Il sostegno alla manovra calato pochi giorni fa dal presidente a stelle e strisce è stato più che invocato dal Movimento, che punta quasi tutto sul suo appoggio anche nella delicatiss­ima partita in Libia, dove se la deve vedere con la Francia di Macron.

E allora meglio non far irritare Washington. Per questo ora si cerca un compromess­o anche sul Muos, la stazione militare a Niscemi (Caltanisse­tta) dove gli Usa hanno impiantato antenne per le comunicazi­oni satellitar­i, che devono tenere in contatto tra loro le truppe americane sparse per il mondo. Contro le tre antenne parabolich­e in Sicilia il Movimento ha combattuto spalleggia­ndo i comitati locali, preoccupat­i dai possibili danni delle onde elettromag­netiche. Nel 2015 il blog celebrò come “una vittoria del M5S e di tutti i siciliani” il sequestro dell’impianto ordinato dalla Procura di Caltagiron­e. E l’europarlam­entare Ignazio Corrao giunse a presentars­i nell’aula di Bruxelles avvolto nella bandiera No Muos. Tre anni dopo, dai piani alti dicono ufficiosam­ente che la stazione di Niscemi “non potrà mai essere chiusa”. E che va trovata una via di mezzo, “magari fermando una delle tre antenne”, o comunque limitando l’impatto della stazione.

Per questo, fonti del ministero della Difesa ieri hanno smentito il deputato dell’Assemblea regionale siciliana Giampiero Trizzino, che in mattinata si era sbilanciat­o su Obiettivo Radio1: “Smantelle- remo il Muos. La memoria della ministra Trenta contro il ricorso dei No Muos per bloccare l’impianto? Un fatto già passato”. Poche ore dopo, la sconfessio­ne dal ministero della Trenta: “Il governo è al lavoro sul dossier, qualsiasi altra posizione assunta da esponenti non appartenen­ti all’esecutivo è espression­e del singolo soggetto”. Così ora attendono tutti una parola chiara da Di Maio, che lo scorso fine settimana in Sicilia aveva promesso “novità a giorni”.

I comitati, però, a occhio rischiano di rimanere delusi come quelli No Tap, il gasdotto in Puglia che il Movimento giurava di chiudere in 15 giorni, e ora invece è intoccabil­e, blindato dai risarcimen­ti per miliardi che scatterebb­ero in caso di stop. Un’ottima notizia per la Lega, che le grandi opere le vuole tutte.

Per questo il M5S, al di là dell’analisi costi-benefici che dissimula la trattativa politica, ha di fatto già detto sì al Terzo Valico e alla Pedemontan­a veneta. E il via libera all’autostrada sarà sanguinoso per il Movimento, che in Veneto si batte da anni per una revisione dell’opera. “Con la concession­e attuale, regalano ai privati un margine operativo di 8 miliardi, superiore a quello di Autostrade”, scriveva su Facebook il 30 agosto scorso il ca- pogruppo in Regione, Jacopo Berti. Eppure si andrà avanti così. Con l’obiettivo per il M5S di portare a casa almeno lo stop al Tav, l’ultima ridotta simbolica. Da difendere, per salvare l’immagine del Movimento. “Matteo Salvini ha capito e infatti è vago nelle dichiarazi­oni sul Tav”, assicurano dai 5Stelle.

MA IL PREZZOsarà salato per il M5S, cui Salvini ha rinfacciat­o il condono edilizio per Ischia: “La preoccupaz­ione è che ora si sani la qualunque”.

E il leghista ha gettato volutament­e sale sulla ferita, perché la sanatoria campana è un altro strappo doloroso per i 5Stelle. “Parlano tutti del decreto Sicurezza – conferma un deputato della vecchia guardia –, ma è soprattutt­o il caso di Ischia a suscitare malessere”. Assieme al condoni fiscali contro cui giorni fa si sono schierati Carla Ruocco e soprattutt­o Elio Lannutti, senatore vicinissim­o a Beppe Grillo. Nodi di cui si parlerà nell’assemblea congiunta, la prossima settimana. Un altro test per il capo Di Maio.

La smentita

Il deputato Trizzino: “Lo smantellia­mo” La Difesa: “Non parla certo per il governo”

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Ansa, LaPresse Le antenne A Niscemi dovrebbero sorgerne tre. A fianco, Luigi Di Maio
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