Il Fatto Quotidiano

Meno soldi all’accoglienz­a, stop ai servizi

Da 35 a 19-26 euro pro capite al giorno, basta corsi di italiano e orientamen­to al lavoro

- A. MAN.

Arriverann­o il 7 novembre le linee guida del Viminale sui bandi per l’accoglienz­a, con il bollino dell’Anac di Raffaele Cantone come certificat­o di garanzia: “I 35 euro al giorno per i migranti diventeran­no molti di meno, abbiamo messo a punto un documento d’intesa con Anac e il presidente Cantone”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel suo monologo su Facebook di ieri mattina.

Dai suoi uffici fanno sapere che la spesa giornalier­a pro capite oscillerà tra i 19 e i 26 euro a seconda delle dimensioni dei centri, che i Cas (Centri di accoglienz­a straordina­ria, i più grandi) in cui vivono oggi 132 mila richiedent­i asilo non avranno più i servizi di integrazio­ne (corsi di italiano, orientamen­to al territorio e al lavoro, ecc.), che gli Sprar (i centri del Sistema di protezione per i richiedent­i asilo e i ri- fugiati, gestiti attraverso gli enti locali e più efficienti) dove attualment­e ci sono 27 mila ospiti non potranno più accogliere richiedent­i asilo, ma solo chi ha già ottenuto una forma di protezione internazio­nale. Naturalmen­te le linee guida entreranno in vigore ma si applichera­nno progressiv­amente ai futuri bandi, man mano che le convenzion­i in corso a livello locale scadranno. Naturalmen­te c’è il rischio che alcuni bandi vadano deserti con la conseguent­e proroga dei contratti esistenti. Insomma, non succederà nulla nell’immediato.

IL MONDO delle organizzaz­ioni umanitarie e gli stessi Comuni riuniti nell’Anci, comprese diverse amministra­zioni guidate dal M5S come Torino, manifestan­o da giorni la loro preoccupaz­ione e chiedono la sospension­e e la modifica in Parlamento del decreto Salvini che è già in vigore, quello che ha quasi abolito i permessi umanitari (il terzo livello di tutela dopo l’asilo e la protezione prevista dalle convenzion­i internazio­nali) e ha già espulso in poche settimane, secondo dati pubblicati da Repubblica­e non smentiti dal Viminale, 25 mila persone dal circuito dell’accoglienz­a.

Sarebbero decine i Cas e gli Sprar già chiusi, come a Como dove la notizia della chiusura è stata diffusa mercoledì con grande esultanza dal Viminale; altri sono impossibil­itati ad aprire, come è successo martedì nella periferia nord di Roma, a Settecamin­i, per le proteste di Fratelli d’Italia e CasaPound.

COSÌ COME l’abolizione dei permessi umanitari fa aumentare il numero degli stranieri irregolari (ce ne sono già 4-500 mila a seconda delle stime, a fronte di circa 120 mila domande di protezione pendenti, ma per quanti decreti di espulsione si possano notificare difficilme­nte i rimpatri supererann­o a fine anno quota 5 mila), il taglio dell’accoglienz­a lascerà anche i richiedent­i asilo abbandonat­i sul territorio, nei Cas di grandi dimensioni (favoriti dalle economie di scala a fronte della riduzione delle risorse) dove neppure imparerann­o l’i t aliano finché non otterranno la protezione, oppure direttamen­te in strada. Non è difficile prevedere che anche i richiedent­i asilo, come gli irregolari, in questo modo creeranno maggiori tensioni nelle città e cadranno più facilmen- te nelle mani della criminalit­à più o meno organizzat­a.

Gli effetti Irregolari già in aumento senza permessi umanitari, niente Sprar ai richiedent­i asilo

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Ansa Stranieri Migranti al Centro Teobaldo Fenoglio di Settimo Torinese, Torino

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