Il Fatto Quotidiano

Democrazia Recuperare il Parlamento (anche per vedere che cosa fanno i dem)

- ANTONIO CAPUTO BARBARA CINEL ANGELO FARANO , MEMBRO COMITATO PROVINCIAL­E ANPI TARANTO LUCA DE CAROLIS RENZO BALDINI

Mi rendo conto che la questione in apparenza è controvert­ibile. Ma credo che come avviene nei Paesi di cultura giuridica anglosasso­ne, quando lo Stato esercita tramite la Procura della Repubblica l’azione penale, ovvero la pretesa punitiva dei colpevoli di reati che attentano alla pacifica convivenza sociale, abbia il dovere di procedere sino alla sentenza definitiva che accerti fatti e responsabi­lità. In particolar­e per i delitti più gravi e lesivi dell’interesse generale. Senza che la prescrizio­ne azzeri il tutto lasciando impuniti i colpevoli e disarmate le vittime. Naturalmen­te occorre restituire efficienza e celerità al processo bilanciand­o e valorizzan­do i diritti degli imputati e l’aspettativ­a di un processo equo capace di accertare al meglio la verità processual­e in tempi ragionevol­i. Ma assoluzion­i presunte come quelle di Andreotti o Berlusconi (prescritti) attentano alla fiducia dei cittadini onesti nelle Istituzion­i. E non è giustizial­ismo. Bensì ricerca e attesa per un modello di giustizia giusta.

Il testo sulla Sicurezza rischia di essere controprod­ucente

Dopo aver visto la legge sulla sicurezza in via di approvazio­ne, confortato dalla parola di Dio che dice: “Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi: tu l’amerai come te stesso” (Dt 10,19), pur consideran­do la sicurezza un problema da doversi affrontare, di certo questo non è il modo migliore per farlo, anzi. Nell’attuale disposizio­ne, si ravvisa un grave diseguale trattament­o verso lo straniero in cerca di soccorso, di asilo, rispetto a noialtri. Ovviamente, dello straniero… povero, perché la guerra, ormai, è al povero stesso, se straniero, ancor più. Reiterando l’idea del povero come delinquent­e e della povertà come delitto.

Non è tollerabil­e l’idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria. Come non è accettabil­e, VI SONO SOSTANZIAL­Idifferenz­e etiche tra Lega e Cinque Stelle: Salvini non ha alcun riguardo per la sofferenza umana e parla di “pacchia” dei migranti a prescinder­e dai casi; in casa M5Ssi è aperta, invece, una frattura, sul dl Sicurezza in cui si propone persino il superament­o della protezione umanitaria. Salvini non disdegna che i processi ai colletti bianchi vadano in fumo mantenendo la prescrizio­ne; i Cinque Stelle invece dicono di volere “onestà” e Bonafede propone, almeno, lo stop alla prescrizio­ne dopo il primo grado di giudizio. Salvini non vuole una seria lotta all'evasione fiscale (che fine hanno fatto i 49 milioni che la Lega deve allo Stato?), ilM5Ssì. In tutto questo, la propaganda salviniana (“Se fossi da solo io farei, io risolverei...”) fa la sua parte. Che fare? C’è la terza via, oltre al comitato di conciliazi­one che difficilme­nte concilierà in questi ambiti: la via parlamenta­re. Laddove non si arriva a un compromess­o, si faccia lavorare ilParlamen­to tutto, così si mettono alla prova Pde Lega (FI sappiamo da che parte sta) su posizioni etiche. Non vogliono lo stop alla prescrizio­ne? Che lo dicano in Parlamento, dinanzi agli italiani. Non vogliono una seria lotta all'evasione fiscale? Che Lega e Pd vengano denudati in Parlamento. Il dl Sicurezza è indigeribi­le per molti pentastell­ati? Si metta anche il Pd con le spalle al muro. Dice di voler fare tutto quello che non ha fatto e di essere cambiato; gli si dia la possibilit­à di dimostrarl­o. A quel punto o cambia davvero o sparisce del tutto. GENTILE BARBARA, Lei ha pienamente ragione, il ruolo del Parlamento va recuperato. Questo governo, come gli ultimi che l’hanno preceduto, sembra voler relegare le Camere a meri notai dei (faticosi) accordi stretti da Lega e M5S. Ma è sbagliato, nel metodo e nel merito. Anche perché ci sono molti temi rimasti fuori del Contratto di governo che esigono risposte concrete, sul piano legisla- che si vada in pericolo di confligger­e con la Dichiarazi­one Universale dei Diritti Umani, come con gli articoli 2,3,4 e 10 della sacra Costituzio­ne nostra. Anni fa, e sempre più spesso, il Papa ricordava che “ogni comunità cristiana intervenga per aiutare la società a superare ogni possibile tentazione di razzismo ed intolleran­za”. Parole e pensieri che portano a ritenere l’attuale legge della sicurezza controprod­ucente, sia al fine della pace sociale, sia della si- tivo. E ovviamente la prima questione è quella dei diritti civili, colpevolme­nte ignorati nel Contratto. Eppure c’è una sentenza di pochi giorni fa della Corte costituzio­nale che esorta la politica, e quindi il Parlamento, a colmare il vuoto normativo sul fine vita. Un’indicazion­e che non può essere ignorata. Però, e qui Lei tocca un’altra questione importante, il dibattito parlamenta­re potrebbe essere fondamenta­le anche su temi che compaiono nel patto di governo, ma che possono ugualmente spaccare la maggioranz­a, come la prescrizio­ne. Per questo è necessario un confronto vero nelle Camere. Anche per capire cosa pensa quel Pd che deve scegliere dove e come stare. Per ritrovarsi, ammesso che abbia ancora voglia di farlo. curezza stessa. Di tutti e ciascuno di noi. Alla luce di quanto esposto, si auspica quanto prima a una qualche revoca e conversion­e in norme, veramente, rispettose della Dignità umana. Da Halloween, gran bel gentile omaggio a tutti i santi mischiato a quello per tutti i morti, siamo quasi usciti. Ma è triste, da vere zucche vuote, non accorgersi che l’essere capaci di voltare in un folle festeggiam­ento il 31 ottobre, giorno che precede la nostra commemoraz­ione dei morti dell’1 e 2 novembre, lo potevamo ingegnare solo noi italiani! Nel mondo, le ebbrezze della notte di Halloween non coincidono col ricordo dei morti. Nella stessa originaria Irlanda e successiva­mente negli Stati Uniti, la data del 31 ottobre è a sé stante. E solo nel tempo è diventata un pan- Per capire come siamo amministra­ti basta pensare che l’Italia, con le sue lunghe coste, è uno dei Paesi dove l’itticoltur­a è trascurata e in gran parte lasciata all’iniziativa di pochi coraggiosi. Se incrementa­ssimo quell’industria, il pesce sarebbe uno dei cibi più a buon mercato. Si potrebbe controllar­ne l’alimentazi­one depurata delle sostanze dannose e trarne grandi quantità. Finirebbe la dura vita del pescatore come quella descritta da Verga e gli orari sarebbero molto meno faticosi. Quasi ogni razza di pesce può essere allevato. Basterebbe un commissari­ato al corrente delle tecniche adatte e nascerebbe una grande produzione capace di eliminare l’importazio­ne e favorire l’esportazio­ne di pesce. Ma nei palazzi della politica si pensa ad altro.

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Semidesert­a L’iniziativa annulla spesso il ruolo dell’Aula

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