Il Fatto Quotidiano

Giro d’Italia in 40 AUTORI Da Eco a Pirandello, da PPP a Croce: ecco dove scovarli

FONDI, LASCITI E BIBLIOTECH­E

- » ALESSIA GROSSI E CAMILLA TAGLIABUE

In attesa di capire che fine farà la biblioteca di Umberto Eco – il progetto in valutazion­e prevede una concession­e di 99 anni alla Braidense di Milano (1.200 volumi antichi) e all’università di Bologna (30 mila titoli moderni) –, abbiamo zigzagato alla ricerca dei fondi degli scrittori.

CASE MUSEO. “Casa come me” è il nome del fortino di Capri in cui quasi ogni bene di Curzio Malaparte è custodito dagli eredi. Dai libri alle opere d’arte da lui stesso create, niente è purtroppo visitabile. La villa non è aperta al pubblico, ma fortunatam­ente Malaparte non sta tutto lì: il suo fondo – lettere, manoscritt­i e qualche inedito – è consultabi­le presso la Biblioteca di via Senato a Milano. A salvarlo per la cifra di 700mila euro è stato Marcello Dell’Utri nel 2007. Una casa museo accessibil­e, perché gestita dal comune di Roma, è quella di Alberto Mora vi a in Lungotever­e della Vittoria. Lì è conservato l’intero fondo, tra cui una sezione dedicata alle annotazion­i a margine manoscritt­e e dediche rilasciate­gli da personalit­à come Ungaretti a Gandhi. Sempre nella Capitale, vicino a Villa Torlonia, c’è l’Istituto di studi pirandelli­ani con sede nella dimora romana, l’ultima, di Pirandello: vi si trovano manoscritt­i autografi (‘ A birritta cu ‘ i ciàncianid­di, U no nessuno e centomila...) e lettere. Anche la casa museo di Goffredo Parise a Ponte di Piave (Tv) conserva parte di manoscritt­i e carteggi e la raccolta quasi completa dei suoi articoli. Arcinote, infine, le case museo di D’Annunzio al Vittoriale, di Leopardi a Recanati e di Verga a Catania.

GABINETTO VIEUSSEUX. Quello di Firenze è un tesoretto: tra le sue “Bibliotech­e d’autore” sono annoverate quelle di Emilio Cecchi, Luigi Dallapicco­la (cui Thomas Mann dedicò alcune sue opere), Fosco Maraini, Alberto Savinio (mille volumi, alcuni dedicati al fratello Giorgio De Chirico), Pratolini ePasolini (circa 200 volumi sulla poesia e gli autografi di quasi tutta la produzione poetica e cinematogr­afica, oltre al prezioso scartafacc­io di Petrolio), mentre tra le ultime acquisizio­ni c’èAlberto Arbasino. Numerosi anche i fondi: Giorgio Ca- proni, Eduardo De Filippo (manoscritt­i delle commedie, poesie, oggetti di scena...), Montale( compreso il premio Nobel), Ungaretti.

BIBLIOTECH­E. Le carte, le opere d’arte e i libri di Elsa Morante non sono nella sua storica casa al Testaccio, ma nella Biblioteca nazionale di Roma: nella sala permanente a lei dedicata ci sono anche i suoi dischi, i ritratti fatti da Carlo Levi e Leonor Fini e i quadri del pittore e suo giovane amante Bill Morrow. Gadda, viceversa, è sparso un po’ ovunque; per i suoi manoscritt­i – anche digitali – basta andare sul sito dell’università di Pavia e cercare “Gaddaman”, mentre la Biblioteca del Burcardo di Roma ospita il fondo con 2.500 volumi, periodici e alcune sue carte di ingegnere. L’archivio di Arnaldo Liberati, suo erede, invece, consiste in un vasto epistolari­o, manoscritt­i, volumi della biblioteca personale e litografie: il tutto ritrovato nella casa di Ferentino della zia di Liberati, Giuseppina, la governante che Gadda indicò come propria erede universale. La Biblioteca Bertoliana a Vicenza ospita gli scrittori vicentini, tra cui Luigi Meneg he l l o e Guido Piovene, mentre fuori confine, a Lugano, si trovano i fondi di Giuseppe Prezzolini e G u id o Ceronetti. È volato via anche il Fondo Tabucchi, acquisito dalla Bibliothèq­ue nationale de France a Parigi: manoscritt­i (editi e non), corrispond­enze e documenti. Tra le chicche si trovano lettere affettuose di Mario Vargas Llosa, Günter Grass, Pedro Almodovar, Susan Sontag e Milan Kundera. Stranissim­a sorte è toccata infine all’archivio di Ugo Ojetti, andato disperso e smem- brato, dopo essere stato per anni a Villa Il Salviatino, a Fiesole, poi trasformat­a in hotel di lusso: le carte e i libri sopravviss­uti sono quasi tutti alla Biblioteca nazionale di Firenze e alla Galleria d’ar te moderna di Roma.

UNIVERSITÀ. Il Centro manoscritt­i dell’università di Pavia conserva, oltre alla biblioteca della sua fondatrice Maria Corti, libri di Giorgio Manganelli ( oltre 15 mila) e di Montale (400, tra cui l’edizione del 1927 di Senilitàco­n la dedica autografa di Italo Svevo). L’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli “Federico Chabod” ospita invece la biblioteca di Benedetto Croce , mentre quella di Cesare De Michelis (centomila volumi!), morto ad agosto, confluirà nell’ateneo di Padova. Il Centro studi Piero Gobetti di Torino ospita, infine, sia la biblioteca di Gobetti( con la prima edizione, tra l’altro, di Ossi di seppia di Montale), sia quella di Norberto Bobbio.

Il Gabinetto Vieusseux è un tesoro: Cecchi, Dallapicco­la, Savinio, Pratolini Anche Arbasino tra le ultime acquisizio­ni

Si discute ancora dell’immenso patrimonio del semiologo: 1.200 volumi antichi, 30 mila moderni

FONDAZIONI. La Fondazione Pavese di Santo Stefano Belbo (Cn) è di fatto un museo e raccoglie libri appartenut­i allo scrittore nonché alcuni autografi, tra cui la copia originale dei Dialoghi con Leucò su cui Pavese vergò l’ultima frase prima di morire: “Pe r d on o tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolez­zi”. Altri suoi libri sono custoditi presso il Centro studi Gozzano -Pavese dell’Università di Torino, che oltre ai due ospita carte di Massimo D’Azeglio e Nico Orengo. La notevole biblioteca privata di Giulio Einaudi è presso l’omonima Fondazione, mentre la Fondazione Benetton ha i fondi, tra gli altri, di Fernanda Pivano ed Ettore Sottsass. Infine, la Fondazione Sciascia ha sede a Racalmuto (Ag) e conserva quasi tutte le edizioni italiane e straniere dei suoi libri, le lettere e circa 2.000 volumi della biblioteca privata.

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G. Vieusseux/Ansa In pubblico Dal Vieussex: in alto, la stanza Dallapicco­la, sotto, quella Pasolini. Qui sopra, Eco
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