Il Fatto Quotidiano

Midterm, domani l’esame per Trump: i duelli per i seggi

I principali duelli Dal Texas a New York, dalla Florida all’Arizona: si vota per 435 deputati (tutta la Camera), 35 senatori (su 100 seggi) e trentasei governator­i di Stato

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Duelli politici, ma anche di genere, di colore, generazion­ali: è un arcobaleno di diversità l’arco dei candidati senatori, deputati e governator­i in lizza nel voto di midterm di domani. Nell’Unione, l’a ppuntament­o di metà mandato è tradiziona­lmente favorevole al partito d’opposizion­e, cioè che non ha la Casa Bianca: dal 1934 ad oggi – oltre 20 elezioni, in quasi un secolo –, solo tre volte il partito del presidente ha guadagnato seggi in Congresso al m i dterm.

Consapevol­e che il voto di domani sia un referendum su di lui, più ancora che sul suo operato, il presidente Donald Trump sta dando il meglio – o il peggio – di sé nelle ultime battute della campagna elettorale e ha seminato i suoi comizi con una litania d’errori, approssima­zioni e falsità: dalle teorie cospirator­ie sui migranti ai proclami esagerati sui posti di lavoro creati.

DALLE URNE, oltre all’assetto del Congresso nei prossimi due anni, usciranno anche indicazion­i per i democratic­i in chiave 2020. Alla ricerca di leader che mancano, l’opposizion­e è tentata d’andarli a pescare in universi alternativ­i, tipo Oprah Winfrey, Mark Zuckerberg, George Clooney o Michael Bloomberg, la sola ipotesi concreta fra tutte queste, ex sindaco della Grande Mela, un miliardari­o di New York, proprio come Trump.

I politici potenziali aspiranti alla nomination democratic­a per la Casa Bianca sono una ventina (e, magari, il nome buono deve ancora saltare fuori): figure solide, come l’ex vicepresid­ente Joe Biden o la senatrice del Massachuse­tts , la “sceriffa di Wall Street” Elizabeth Warren; e figure emergenti, come la senatrice della California Kamala Harris, aggressiva e ambiziosa, oppure il senatore del New Jersey Cory Booker, ex giocatore di football a Stanford.

Alcuni “presidenzi­abili” si sono messi in mostra nelle audizioni per la conferma della nomina del giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, uscendone però malconci: la Harris, Booker, Amy Klobuchar (senatrice del Minnesota). Altri sono finora rimasti defilati, come la senatrice di New York Kirsten Gillibrand. Altri – lo vedremo – affidano al midterm le loro possibilit­à d’emergere a livello nazionale.

Il voto di domani, nelle ere fra loro confliggen­ti di Trump e di #Metoo può “infrangere tabù e soffitti di cristallo e rivoluzion­are il Congresso”, dice Serena Di Ronza, corrispond­ente dell’Ansa dagli Usa. L’ondata rosa di candidate batte ogni record e fa impallidir­e il 1992, entrato nelle cronache elettorali come l’Anno delle Donne: 257 in corsa per Camera e Senato; 16 sono candidate a diventare governatri­ci.

La sfida con vista sulla Casa Bianca

In Texas Ted Cruz, senatore repubblica­no uscente, che fu nel 2016 il più insidioso rivale di Trump per la nomination repubblica­na, se la deve vedere con Beto O’Rourke, astro nascente democratic­o, che rinuncia a un seggio alla Camera sicuro e si mette in gioco. Chi dei due vince potrà nutrire aspirazion­i presidenzi­ali, Cruz forse nel 2024; chi perde è fuori, presumibil­mente per sempre. Veronica EscobareSy­lvia Garcia, democratic­he, sono in lizza per divenire le prime ispaniche ad arrivare in Congresso dal Texas, tendenzial­mente repubblica­no e in prima fila nella lotta all’immigrazio­ne latino-americana.

Un doppio match al calor razzista

Doppia sfida al calor bianco in Florida, spesso decisiva nelle elezioni presidenzi­ali: il governator­e repubblica­no Rick Scott, soldi e carisma, sfida il senatore uscente democratic­o Bill Nelson; e, per la carica di governator­e, il sindaco di Tallahasse­e, Andrew Gillum, un nero che i suprematis­ti anti-semiti bersaglian­o di critiche perché “amico degli ebrei”, affronta il deputato uscente Ron DeSantis, un trumpiano. Il matchtra Gillum e DeSantis è una sorta di paradigma del voto 2018: di fronte, due candidati che rappresent­ano entrambi l’ala estrema dei loro schieramen­ti.

La prima bisessuale eletta senatrice?

Molte le sfide tutte rosa: 33 tra Camera e Senato, mai così tanti duelli d’donna contro donna. In Arizona, il seggio del Senato lasciato da Jeff Flake, un repubblica­no che potrebbe cercare di sottrarre a Trump la nomination 2020, se lo giocano Martha McSally, repubblica­na, e Kyrsten Sinema, democratic­a, che, se vincerà, diventerà la prima donna apertament­e bisessuale eletta in Senato. Nel Colorado, invece, Jared Polis potrebbe diventare il primo governator­e apertament­e gay eletto negli Usa.

Una musulmana eletta deputata

Rashida Tlaib, democratic­a, sarà la prima musulmana eletta alla Camera: il suo seggio, nel Michigan, è sicuro. Ilhan Omar, democratic­a del Minnesota, potrebbe essere la prima donna somalo-americana eletta alla Camera e la prima persona nata in Africa ad approdare sul Campidogli­o di Washington.

Deb Haaland del New Mexico potrebbe diventare la prima donna nativo-americana in Congresso, e Paulette Jordan n e ll ’ Idaho la prima governatri­ce nativo-americana.

A New York, l’ispanica Alexandria Ocasio-Cortez, che ha vinto le primarie contro il deputato in carica, può divenire a 29 anni la più giovane deputata degli Stati Uniti: è già una star e molti vedono in lei il futuro dei democratic­i e dell’America.

Stacey Abrams, con l’appoggio di Barack Obama e Bernie Sanders, potrebbe essere la prima afroameric­ana governatri­ce della Georgia. Dove per la Camera è in corsa Lucy McBath, favorevole a controlli sulla vendita delle armi e un cui figlio di 17 anni è stato ucciso per razzismo. Gillum in Florida e Ben Jealous nel Maryland potrebbero divenire i primi governator­i neri dei loro Stati. Nel Minnesota, infine, Pete Stauber ha la possibilit­à di fare una cosa che, sondaggi alla mano, non riuscirà ad altri repubblica­ni: strappare ai democratic­i un seggio alla Camera.

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Esame Sopra, il presidente Donald Trump e, a destra, il Campidogli­o, sede del Congresso Texas Il repubblica­no Ted Cruz e il democratic­o Beto O’Rourke Florida Il repubblica­no Rick Scott e il democratic­o Bill Nelson Arizona
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Martha McSally e Kyrsten Sinema

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