Genova e Ischia nel 98 a. C. erano più lontane
Uno dei provvedimenti legislativi più discutibili ma ormai sempre rinnovato per una consolidata prassi governativa e parlamentare è il cosiddetto “millepro roghe” o decreto omnibus. Il primo milleproroghe, escogitazione del governo Berlusconi (e te pareva…), ha visto la luce nel 2004 come misura legislativa necessaria per posticipare la scadenza di alcune norme. Da allora ogni governo ha emanato il proprio decreto di fi- ne anno con lo stesso obiettivo per ragioni di urgenza. La caratteristica del milleproroghe è la compresenza di misure dalla più svariata natura: dalla scuola, agli enti locali, dal fisco al lavoro, alla sanità, ai vaccini, ecc. Insomma, uno strumento non proprio ortodosso per aggirare vincoli di scadenze e assai abusato tanto da dar l’impressione di essere una tipica misura della furberia italica. I Romani, in realtà, andarono incontro a un problema simile – le furbate non appartengono solo alla modernità – sino a quando l’a bu s o spinse a vietare nel 98 a.C. con la legge Caecilia Didia le leggi saturae, cioè quelle proposte contenenti norme per materie così diverse e disomogenee da apparire come strani miscugli. Ma, oggi, peggio di un normale milleproroghe è lo strabiliante Decreto Genova. Emanato per la ricostruzione del ponte crollato e per sostenere la popolazione colpita, quel decreto, oltre ai fanghi agli idrocarburi, contiene pure il condono edilizio per Ischia. Avvicinare Ischia a Genova è un’operazione tanto azzardata geograficamente e legislativamente da esser degna del più spregiudicato proponente di leggi saturae. O tempora, o mores!