CARO MINNITI, HA COMINCIATO LEI...
Caro Marco Minniti, manca solo l’ann unc io della sua candidatura a segretario Pd (non l’avrà dato mentre siamo in stampa, vero?), ma ormai è chiaro che correrà. E fa bene. Non è un endorsement nei suoi confronti, bensì la constatazione che lei – uomo “forte” del Pd, ex ministro dell’Interno che ha inaugurato la linea dura sull’immigrazione – può effettivamente essere un’alternativa a Salvini (o suo prossimo compagno di viaggio, secondo lo psichedelico auspicio del direttore del Foglio Cerasa di un accordo Lega- Pd per “salvare l’I t al ia ”). D’altronde la biografia personale parla per noi e lei, figlio di un generale dell’Aeronautica Mili- tare – scrive Wikipedia –, in realtà sognava di fare il pilota ma, poiché sua madre si oppose, entrò “per protesta” nella Federazione Giovanile Comunista. Dunque è diventato di sinistra per ritorsione? Il che spiegherebbe anche la sua carriera politica: Lothar dalemiano insieme a Velardi, Latorre, Rondolino, Orfini e Cuperlo (l’unico a non aver somatizzato il lìder Massimo diventando calvo), è riuscito nell’impresa di mettere insieme gli opposti, D’Alema e Renzi (di cui è il candidato).
Ora, nella corsa al Nazareno, è chiaro che vuole marcare una distanza dalla politica salviniana su immigrazione e sicurezza, ma mi corre l’obbligo di ricordare alcune cose: 1) il codice per (anti) Ong, che ci ha fruttato an- che ricorsi alla Corte europea per i Diritti dell’Uomo per aver lasciato mano libera alla Guardia costiera libica (“mani sporche di sangue che lei non ha esitato a stringere”, scrisse Saviano), è suo; 2) il duro giudizio delle Nazioni Unite per il “patto disu mano” – parole dell’Alto Commissario Zeid Raad Al Hussein – siglato con Tripoli per fermare gli sbarchi (al costo di migliaia di migranti imprigionati nei campi libici), è di un anno fa, quando al Viminale c’era lei; 3) sul fronte sicurezza, anche lei fece un decreto con tanto di “daspo urbano” per gli “indecorosi”, che secondo l’Associazione Giuristi democratici instaurava “un ‘diritto diseguale’ per poveri, emarginati e stranieri”; 4) anche l’indagine sul sindaco di Riace –
considerato da molta sinistra “eroe dell’accoglienza” e ora accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – per cui ce la si è presa con Salvini, in realtà è cominciata qualche mese prima che lei diventasse ministro e l’ha proseguita fino alla segnalazione alla Procura ( parole del suo ex capo di gabinetto Morcone). E pure il blocco dei fondi Sprar di Riace è del 2017. Tant’è che nelle intercettazioni di un anno fa Lucano diceva ai migranti: “Col governo nuovo c’è uno che si chiama Minniti, una brutta persona, vi cacciano”. Salvini, invece, prendendo il suo posto al ministero, la elogiò: “Minniti ha fatto un buon lavoro, non lo smonteremo”.
Caro Minniti, l’altra sera da Barbara Palombelli su Rete4 ho provato a chiederglielo, senza successo. Ci riprovo: cosa risponde a chi dice che in realtà Salvini non ha fatto altro che proseguire – esasperandolo – un percorso già iniziato da lei? Che in realtà siete nello stesso solco? Risponda nel merito, senza cambiare discorso o accusare di “pr opag and a” chi fa semplicemente domande. Rispondere, oltre che cortesia, è anche il modo migliore per sgombrare il campo dal dubbio che la propaganda sia la sua.
Un cordiale saluto.
Linea comune Da Riace alle Ong passando per il patto con la Libia: cosa risponde a chi l’accomuna alla Lega?