Il Fatto Quotidiano

Conte s’impaurisce e rinvia il vertice: “Meglio calmarsi”

Lo scontro tra i vice arriva ai massimi livelli. Il premier fa da mediatore

- » LUCA DE CAROLIS

Eadesso rischia di saltare tutto. Perché alle sette della sera, il governo gialloverd­e è finito sull’orlo del burrone. In bilico, appeso alla prescrizio­ne, che per i Cinque Stelle è un comandamen­to e che per la Lega è una medicina impossibil­e da trangugiar­e. E in un martedì impazzito la distanza tra i due partiti è diventato una frattura. Al punto da trasformar­e il voto di fiducia in Senato sul decreto sicurezza, originaria­mente pensato per blindarlo, in una possibile arma da fine del mondo. O in un bluff da pokeristi molto ardimentos­i. Calato da Luigi Di Maio per testare a che punto può arrivare l’alleato che ora pare solo un avversario, Matteo Salvini. Mentre il premier Giuseppe Conte prova a frenare e a invocare calma tra i due contentend­enti. Con Palazzo Chigi che giura: “Sono solo prove muscolari, non andremo a sbattere”.

PERÒ LA CERTEZZAso­no le parole di ieri sera del capogruppo a Palazzo Madama del Movimento, Stefano Patanuelli: “La nostra lealtà sul dl sicurezza non può prescinder­e da quella della Lega sul tema della prescrizio­ne. Per il M5S pene più severe non hanno senso se non sono anche certe: sono sicuro che la notte porterà consiglio”.

Traduzione: se non arrivano garanzie notturne sulla prescrizio­ne il giorno dopo, cioè oggi, il Movimento voterà contro il dl e soprattutt­o contro la fiducia al suo esecutivo. Aprendo la crisi di governo. Ergo, è ultimatum, in vigore almeno fino a ieri notte. Ordinato ovviamente dal capo, da Di Maio. Furibondo, perché nel pomeriggio, appena tornato dalla Cina, ha appreso che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, in quota leghista, ha silurato il presidente dell’Agenzia spaziale Roberto Battiston, senza che il M5S ne sapesse nulla. Ma soprattutt­o il vicepremie­r ha ricevuto segnali su possibili agguati della Lega alla Camera al disegno di legge anticorruz­ione, che in pancia ha proprio l’emendament­o con l’anticorruz­ione. E in particolar­e, su un possibile no all’emendament­o, già in commission­e. Così Di Maio chiama i suoi e fa slittare il voto sul decreto a stamattina. Perché prima pretende un vertice notturno con Salvini, e con Conte. Ma il ministro dell’In terno, assediato dai cronisti in Senato, la butta in burla: “Io il vertice ce l’ho con i rigatoni e la Champions League (torneo europeo di calcio, ndr )”. E allora, salta tutto? “Ma quale crisi...Io sento quotidiana­mente Conte e Di Maio, però non ho la necessità carnale di incontrarl­i ogni 24 ore: certe cose si possono risolvere al telefono”. Però fuori del Palazzo tira aria di burrasca. “La situazione è seria” confermano dai piani alti dei 5Stelle. Convinti che la loro riforma, con la prescrizio­ne congelata dopo la sentenza di primo grado, sia intoccabil­e. È quanto si erano ridetti anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il premier Conte lunedì sera, in un incontro riservato dopo la riunione al ministero tra il Guardasigi­lli e rappresent­anti della Lega. Infruttuos­a, perché il Carroccio chiedeva lo stralcio dell’emendament­o dal ddl spazzacorr­otti. E Bonafede aveva opposto un no non trattabile. Ma ieri lo stallo si è trasformat­o in scontro.

LA TEMPERATUR­A si alza già in mattinata sul maxi-emendament­o al dl sicurezza, quando i 5Stelle respingono il testo rivisto dal Viminale come irricevibi­le, perché privo di alcune correzioni chieste dal Movimento. E a decidere per lo stop è Conte: molto irritato. Ma in qualche modo l’accordo si trova. Tanto che si attende il voto di fiducia per le 22. Poi però sull’Adnkronos planano i segni dell’ira grillina. Così la votazione slitta a stamattina. E Salvini da Palazzo Madama un po’ attenua (“troveremo la quadra”) un po’ provoca. E allora tocca a Conte, intervista­to da Di Martedì, riaprire a una trattativa sulla prescrizio­ne: “Secondo la proposta del M5S, dopo il primo grado non scatterebb­e più. Ovviamente su questa proposta ci riuniremo, viene dal Movimento, e non è stata ancora votata. Ma la riforma è sacrosanta”. Il premier parla quasi da terzo, per smussare gli angoli. E come prima misura “congela” il vertice notturno. “Non c’erano le condizioni politiche per svolgerlo” spiegano. Mentre un ministro sussurra: “Prima del voto in Senato succederà qualcosa, non possiamo certo suicidarci così”. Possibile, anzi probabile. Però il governo traballa. Troppo.

La proposta sulla prescrizio­ne è del Movimento: ovviamente su questa proposta ci riuniremo, non è stata ancora votata GIUSEPPE

CONTE Prove muscolari Il blitz sull’Asi, poi lo scontro sui due provvedime­nti Di Maio furibondo

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy