Conte s’impaurisce e rinvia il vertice: “Meglio calmarsi”
Lo scontro tra i vice arriva ai massimi livelli. Il premier fa da mediatore
Eadesso rischia di saltare tutto. Perché alle sette della sera, il governo gialloverde è finito sull’orlo del burrone. In bilico, appeso alla prescrizione, che per i Cinque Stelle è un comandamento e che per la Lega è una medicina impossibile da trangugiare. E in un martedì impazzito la distanza tra i due partiti è diventato una frattura. Al punto da trasformare il voto di fiducia in Senato sul decreto sicurezza, originariamente pensato per blindarlo, in una possibile arma da fine del mondo. O in un bluff da pokeristi molto ardimentosi. Calato da Luigi Di Maio per testare a che punto può arrivare l’alleato che ora pare solo un avversario, Matteo Salvini. Mentre il premier Giuseppe Conte prova a frenare e a invocare calma tra i due contentendenti. Con Palazzo Chigi che giura: “Sono solo prove muscolari, non andremo a sbattere”.
PERÒ LA CERTEZZAsono le parole di ieri sera del capogruppo a Palazzo Madama del Movimento, Stefano Patanuelli: “La nostra lealtà sul dl sicurezza non può prescindere da quella della Lega sul tema della prescrizione. Per il M5S pene più severe non hanno senso se non sono anche certe: sono sicuro che la notte porterà consiglio”.
Traduzione: se non arrivano garanzie notturne sulla prescrizione il giorno dopo, cioè oggi, il Movimento voterà contro il dl e soprattutto contro la fiducia al suo esecutivo. Aprendo la crisi di governo. Ergo, è ultimatum, in vigore almeno fino a ieri notte. Ordinato ovviamente dal capo, da Di Maio. Furibondo, perché nel pomeriggio, appena tornato dalla Cina, ha appreso che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, in quota leghista, ha silurato il presidente dell’Agenzia spaziale Roberto Battiston, senza che il M5S ne sapesse nulla. Ma soprattutto il vicepremier ha ricevuto segnali su possibili agguati della Lega alla Camera al disegno di legge anticorruzione, che in pancia ha proprio l’emendamento con l’anticorruzione. E in particolare, su un possibile no all’emendamento, già in commissione. Così Di Maio chiama i suoi e fa slittare il voto sul decreto a stamattina. Perché prima pretende un vertice notturno con Salvini, e con Conte. Ma il ministro dell’In terno, assediato dai cronisti in Senato, la butta in burla: “Io il vertice ce l’ho con i rigatoni e la Champions League (torneo europeo di calcio, ndr )”. E allora, salta tutto? “Ma quale crisi...Io sento quotidianamente Conte e Di Maio, però non ho la necessità carnale di incontrarli ogni 24 ore: certe cose si possono risolvere al telefono”. Però fuori del Palazzo tira aria di burrasca. “La situazione è seria” confermano dai piani alti dei 5Stelle. Convinti che la loro riforma, con la prescrizione congelata dopo la sentenza di primo grado, sia intoccabile. È quanto si erano ridetti anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il premier Conte lunedì sera, in un incontro riservato dopo la riunione al ministero tra il Guardasigilli e rappresentanti della Lega. Infruttuosa, perché il Carroccio chiedeva lo stralcio dell’emendamento dal ddl spazzacorrotti. E Bonafede aveva opposto un no non trattabile. Ma ieri lo stallo si è trasformato in scontro.
LA TEMPERATURA si alza già in mattinata sul maxi-emendamento al dl sicurezza, quando i 5Stelle respingono il testo rivisto dal Viminale come irricevibile, perché privo di alcune correzioni chieste dal Movimento. E a decidere per lo stop è Conte: molto irritato. Ma in qualche modo l’accordo si trova. Tanto che si attende il voto di fiducia per le 22. Poi però sull’Adnkronos planano i segni dell’ira grillina. Così la votazione slitta a stamattina. E Salvini da Palazzo Madama un po’ attenua (“troveremo la quadra”) un po’ provoca. E allora tocca a Conte, intervistato da Di Martedì, riaprire a una trattativa sulla prescrizione: “Secondo la proposta del M5S, dopo il primo grado non scatterebbe più. Ovviamente su questa proposta ci riuniremo, viene dal Movimento, e non è stata ancora votata. Ma la riforma è sacrosanta”. Il premier parla quasi da terzo, per smussare gli angoli. E come prima misura “congela” il vertice notturno. “Non c’erano le condizioni politiche per svolgerlo” spiegano. Mentre un ministro sussurra: “Prima del voto in Senato succederà qualcosa, non possiamo certo suicidarci così”. Possibile, anzi probabile. Però il governo traballa. Troppo.
La proposta sulla prescrizione è del Movimento: ovviamente su questa proposta ci riuniremo, non è stata ancora votata GIUSEPPE
CONTE Prove muscolari Il blitz sull’Asi, poi lo scontro sui due provvedimenti Di Maio furibondo