Il Fatto Quotidiano

Cerroni il Supremo e i morti per amianto Le ultime due prescrizio­ni “eccellenti”

- » ANDREA MANAGÒ

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illecito di rifiuti a Roma, decessi per l’esposizion­e all’amianto a Torino: la cronaca giudiziari­a degli ultimi giorni offre due esempi di procedimen­ti giudiziari in cui è scattata la prescrizio­ne a stoppare dei reati che da anni vedono alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Perché la Capitale da tempo è alle prese con un ciclo di raccolta e smaltiment­o dei rifiuti incompleto ed insufficie­nte, mentre il Piemonte da decenni conta le morti sospette legate all’esposizion­e all’amianto.

Lunedì la prima sezione del Tribunale di Roma ha assolto l’i mprenditor­e che per decenni è stato leader indiscusso dello smalti- mento rifiuti, Manlio Cerroni, dall’accusa di associazio­ne a delinquere finalizzat­a al traffico illecito di rifiuti solidi e urbani nella Capitale e nel Lazio. Nello stesso procedimen­to, l’ex patron della discarica di Malagrotta, ha visto estinti per prescrizio­ne reati come traffico illecito di rifiuti e la frode in pubbliche forniture.

Nello stesso giorno a Torino quattro persone, tra cui l’imprendito­re Giovanni Mario Rossignolo, sono state prosciolte dall’accuse di morti sospette per amianto di due operai nella fabbrica di cuscinetti Skf. Qui il giudice ha concesso le at- tenuanti generiche prevalenti e quindi il reato è caduto in prescrizio­ne. Si tratta di una delle prime applicazio­ni di una sentenza della Cassazione dello scorso luglio relativa ai casi in cui è già avvenuto il risarcimen­to delle persone coinvolte o dei familiari. Secondo un legale della difesa “diventa rilevante il periodo in cui il lavoratore è stato esposto alle sostanze nocive, nel nostro caso gli anni 70 e 80”. Le morti invece sono avvenute negli anni Duemila. “Con le attenuanti il reato è prescritto. Prima, invece, ci si basava sulla data del decesso”.

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Ansa Manlio Cerroni

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