Confcommercio, i dossier del vero scontro
Non solo ex amanti e investigatori privati, la partita dei fondi sanitari integrativi
“Si può ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non si può prendere per i fondelli tutti per tutto il tempo”. Il 29 ottobre Francesco Rivolta scrive al Consiglio confederale di Confcommercio per contestare il licenziamento deciso dal presidente, Carlo Sangalli. Nessun riferimento alla ormai celebre storia di questi giorni, che riguarda l’ex segretaria di Sangalli.
RIASSUNTO: il 19 gennaio Sangalli “dona” 216 mila euro alla segretaria Giovanna Venturini, sua assistente fino al 2012 che poi passa a lavorare con Rivolta, testimone davanti al notaio della transazione. Sangalli poi licenzia Rivolta e, secondo quanto ricostruito dalla Verità, lo denuncia in Procura per estorsione, insieme alla Venturini e ai tre vicepresidenti di Confcommercio che, saputo della “donazione”, a giugno chiedono a Sangalli di lasciare la presidenza. La Venturini avrebbe minacciato Sangalli di “diffondere l’esistenza di una mia relazione affettiva con lei e, addirittura, delle molestie di cui poteva fornire ampia docu ment azio ne attraverso un filmato risalente al
2 0 1 2 ” , scrive Sangalli nella denuncia.
Sangalli, racconta La Verità, incarica anche un investigatore privato che ricostruisce i rapporti tra la Venturini e Rivolta e, secondo quanto racconta Sangalli nella denuncia, scopre una relazione tra i due. La trama denunciata del presidente di Confcommercio è lineare: la sua ex amante, in combutta con il direttore generale, gli estorce 200.000 euro (pagati con fondi personali?). Secondo quanto risulta al Fatto, i due contesteranno l’ autenticità del dossier dell’ investigatore e delle conclusioni cui arriva. Anche perché la vicenda è molto più complessa. Nella lettera del 29 ottobre Rivolta si limita a un accenno alle“problematiche che chiamano in causa direttamente il presidente” perché “quello che sarete chiamati ad affrontare è ben altro” e chiede che il Consiglio e l’assemblea di Confcommercio affrontino “le vere ragioni della scelta di interrompere un percorso positivo che insieme, Centro, territori e federazioni abbiamo compiuto nella linea del rafforzamento organizzativo e patrimoniale della confederazione”.
A INNESCAREil licenziamento di Rivolta il 5 ottobre scorso, risulta al Fatto, non sarebbe stato un raptus di gelosia di Sangalli dopo il dossier dell’investigatore privato ma una lettera di Rivolta al presidente del 2 ottobre che riguarda vicende molto più prosaiche. Cioè la gestione dei fondi per l’assistenza sanitaria integrativa dei commercianti, in particolare il gigantesco fondo Est (quota: 15 euro per dipendente al mese). Da almeno dieci anni in Confcommercio c’è chi contesta il ricorso alla Assingest della famiglia Pozzi come intermediario nei contratti di assicurazione che il fondo stipula per limitare i rischi di possibili picchi di spesa.
Rivolta, come in altre occasioni, avrebbe contestato al presidente Sangalli la gestione di queste delicatissime partite milionarie, contestando anche il ruolo di Duilio Aragone, potente collaboratore del presidente e uomo di collegamento tra Roma e la ricca Confcommercio milanese.
PROPRIO AD ARAGONE, il 20 marzo 2014, Giovanna Venturini scrive il lungo sms di sfogo pubblicato dal Corriere della Sera:“Ho dovuto subire proprio dal mio massimo superiore un’atroce attenzione sessuale diventata giorno dopo giorno una vera e propria ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata”. Ma le vicende di letto sembrano solo la superficie dietro la quale si intravede una partita di potere molto più tradizionale che riguarda i milioni di euro gestiti dalla Confcommercio.
A inizio ottobre L’ex direttore Rivolta licenziato dopo la lettera al presidente sulla gestione finanziaria