“Violata consegna”: seconda condanna per i due carabinieri accusati di stupro
Decisione della Giustizia militare: sei mesi di reclusione
Riaccompagnarono
a casa le due studentesse americane usando impropriamente l’auto di servizio. Per questo ieri il Tribunale Militare di Roma ha condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) gli ex carabinieri Marco Camuffo e Pietro Costa, accusati dalla Procura di Firenze di aver violentato due giovani ragazze nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017. Sempre riguardo all’uso dell’auto, il gip del Tribunale che si occupa dei reati delle Forze Armate ha invece assolto i due per il reato di peculato militare perché considerato “temporaneo” e “con un danno erariale di 3 euro”.
IL REATO di “violata consegna” è previsto dall’articolo 120 del codice militare secondo cui colui che “viola la consegna avuta” è punito con la reclusione fino a un anno. La decisione di ieri arriva un mese dopo la prima sentenza del Tribunale di Firenze che, il giorno della svolta giudiziaria sul caso Cucchi, aveva condannato il 48enne Camuffo a 4 anni e 8 mesi in rito abbreviato e rinviato a giudizio il commilitone Costa (32 anni), che invece aveva scelto il rito ordinario. Per lui il processo di primo grado inizierà il 10 maggio 2019. Ancora prima della sentenza del gip di Firenze Fabio Frangini, il 13 maggio scorso Camuffo e Costa erano stati destituiti dall’Arma dei carabinieri in base all’art icolo 1393 del codice militare che prevede il “licenziamento” anche in caso di accuse gravi o infamanti nei confronti di chi indossa la divisa. Quella notte i due carabinieri in servizio a Firenze erano stati mandati alla discoteca Flò di piazzale Michelangelo per sedare una delle solite liti notturne e proprio all’uscita del locale avevano intercettato le due amiche di 19 e 22 anni, studentesse per un breve periodo nel capoluogo toscano. Poi avevano offerto loro un passaggio sulla gazzella per tornare a casa in Borgo Santissimi Apostoli e, una volta entrate nello stabile, i due carabinieri in divisa le avrebbero violentate rispettivamente nel pianerottolo e nell’ascensore.
SECONDO le analisi eseguite in ospedale, le due ragazze quella sera erano ubriache con un tasso alcolico di 1.59 e 1.68. Costa e Camuffo si sono sempre difesi affermando che erano state loro a prendere l’iniziativa e che il rapporto sessuale era consenziente. “Quando mi ritrovai nell’androne di casa capii che si era realizzata un’occasione di sesso – aveva provato a difendersi Camuffo di fronte ai pm fiorentini – e così ci siamo comportati da maschietti”. Finora i giudici non gli hanno creduto.