Processo Lega, sui 49 milioni si rischia la prescrizione
Condannato in primo grado per il denaro in Tanzania e Cipro, è imputato in appello
■Tra due mesi l’inchiesta per truffa al Parlamento, costata due anni e mezzo al senatùr finirà nel nulla
Il traguardo è vicino: tra due mesi per Umberto Bossi scatterà la prescrizione. Niente più grane giudiziarie a Genova, quel processo che gli è costato una condanna in primo grado a 2 anni e 6 mesi (l’accusa è truffa). Il prossimo 20 novembre è attesa la decisione dei giudici d’appello. Il pm Enrico Zucca, quello che ha seguito i processi del G8, ha chiesto una condanna a un anno e dieci mesi per il Senatùr. Lo stesso Zucca nella sua requisitoria ha affermato: “Il partito non può essere uno schermo per compiere atti illeciti”.
Ma ormai è certo: finirà tutto nel nulla. Non ci sarà neanche tempo per la Cassazione.
È l’inchiesta per la truffa ai danni del Parlamento (compiuta attraverso i rimborsi elettorali) diventata, però, famosa perché aveva svelato il transito di denaro che dalle casse del partito era finito a Cipro e in Tanzania (per poi ritornare). Uno scandalo che aveva portato alle dimissioni del fondatore della Lega e alla fine di un’era politica.
MA ORMAIè certo: Bossi, tuttora senatore e presidente del Carroccio, ne uscirà indenne. La legge in vigore all’epoca dei fatti prevede un termine di prescrizione di sette anni e mezzo (oggi, dopo la riforma Orlando, sarebbero circa nove, ma la nuova disciplina non è applicabile retroattivamente). Tre sono i capi di imputazione per truffa contestati nel processo: il primo riguarda un reato che, secondo i pm, sarebbe stato consumato nell’agosto 2009. Si parla di 22,4 milioni, ma il pm Zucca ha già dovuto chiedere che fosse dichiarata la prescrizione. Il secondo invece riguarda una somma di 17 milioni e una truffa che sarebbe stata commessa – sempre secondo l’accusa – n el l’agosto 2011. Ecco, appunto, che la prescrizione scatterà a gennaio. Nemmeno due mesi dopo la condanna d’appello. Materialmente impossibile che in un lasso di tempo così breve si possa arrivare alla sentenza di Cassazione. C’è poi una terza tranche, per 8 milioni, che potrebbe non prescriversi, ma non tocca Bossi né Francesco Belsito.
La situazione dell’ex tesoriere della Lega, condannato in primo grado a 4 anni e 10 mesi complessivi (14 mesi per appropriazione indebita), è però più incerta. Una parte delle accuse potrebbe non rientrare nella prescrizione; si giocherà comunque sul filo di lana.
Prescrizione, quindi. Anche se i magistrati genovesi ricordano i tempi rapidi delle indagini. Partite dalle intercettazioni di un’inchiesta calabrese e compiute velocemente, nonostante la difficoltà di ricostruire i fatti. Certo, poi il processo è stato complesso e lungo, vista la delicatezza dei fatti e la grande quantità di testimoni. Ma anche l’appello è filato via rapidamente: le motivazioni del primo grado sono state depositate nell’ottobre scorso. Scaduti i termini per le parti, il processo è iniziato a giugno e finirà tra dieci giorni. Difficile fare più velocemente.
Ma questa è anche l’inchiesta che ha portato i pm a chiedere il sequestro di 48,8 milioni del tesoretto scomparso della Lega. Quella vicenda senza fine di cui proprio in queste ore si sta occupando ancora una volta la Cassazione. Il Carroccio ha ottenuto dai pm di poter restituire i soldi a rate: ogni bimestre saranno prelevati 100 mila euro da uno specifico conto fino all'estinzione del debito. Fanno 600 mila euro per 76 anni.
Intanto, però, gli avvocati della Lega hanno presentato l’ennesimo ricorso in Cassa- zione contro l’ultima decisione del Riesame che dava il via libera al sequestro. La decisione è attesa a ore.
MA SE INTERVENISSE la prescrizione, è questo l’interrogativo che molti si pongono, il sequestro dei 48,8 milioni sopravviverebbe? Sì. Il provvedimento nei confronti della Lega ha infatti carattere riparatorio, cioè mira a restituire alla vittima del reato - il Parlamento - il denaro che è stato sottratto. Ma non si potrebbe più chiedere il denaro anche agli imputati, proprio perché nei loro confronti il sequestro sarebbe per equivalente, cioè, in parole povere, avrebbe un carattere sanzionatorio. E senza condanna, anche se per via della prescrizione, niente sanzioni. Insomma, Bossi e compagnia tirerebbero un bel sospiro di sollievo.
Le incognite, però, non sarebbero finite. Certo, c’è stata una condanna di primo grado, che implica un accertamento dei fatti. Ma con la prescrizione niente condanna definitiva. E in Tribunale a Genova c’è già chi ipotizza che la Lega, facendosi forte della prescrizione, potrebbe presentare ricorso alla Corte europea per chiedere l’annullamento del sequestro. Le speranze sono poche, ma non si sa mai.
Due mesi di tempo In caso di conferma della pena sarà impossibile terminare in Cassazione