Moretti trova Allende Il “golpe” da regista: “Non sono imparziale”
▶“IO NON SONO IMPARZIALE.
Io non sono imparziale”. Così Nanni Moretti risponde alle rimostranze del militare della junta di Pinochet Eduardo Iturriaga, ma è una rivendicazione che pare esulare dal documentario Santiago, Italia per farsi manifesto programmatico: di una nuova sinistra, anche e sopra tutto italiana.
Il regista racconta i mesi successivi al colpo di Stato dell'11 settembre 1973 in Cile che terminò il governo democratico di Salvador Allende: “Pur senza avere la vocazione del martire – lo rivediamo nelle immagini di repertorio del trailer – non farò un passo indietro. Resterò alla Moneda, fino al compimento del mandato che il popolo mi ha affidato”, e sappiamo tristemente come è andata. Film di chiusura del 36° Torino Film Festival il prossimo 1° dicembre e dal 6 in sala con Academy Two, Santiago, Italia si concentra sul ruolo salvifico della nostra ambasciata a Santiago, che diede rifugio e futuro a centinaia di oppositori del regime: “Scappavano – osserva il diplomatico Piero De Masi – come scappano oggi dall’Africa”. Con una sostanziale differenza, che Moretti affida a un’altra talking head del doc, il traduttore Rodrigo Vergara: “Io sono un rifugiato, sono stato accolto, mi hanno permesso di integrarmi”.
Film politico, dunque, a monte come a valle: “Tutta una vita democratica che di colpo si trasformava in dittatura”, rievoca il regista Patricio Guzman. Moretti sottoscrive: qui e ora, s’intende.