Il Fatto Quotidiano

Bebe la “terribile” tra ori e pubblicità ma senza etichette

- » LORENZO VENDEMIALE

LNEYMAR: APPLAUSO DA 375 MILA EURO Per omaggiare i tifosi sotto la curva pare che Neymar incassi dal Psg 375 mila euro, stando alle nuove rivelazion­i di Football Leaks. È un premio etico: “Creare comunione fra il pubblico e i giocatori”, che parte da 32 mila euro. Nel caso di Neymar include di rispondere a tutte le intervista delle tv del gruppo Al Jazeera e medaglie, le interviste, la tv, la politica: Bebe Vio è una star. La carrozzina in pedana, le protesi agli arti non le tolgono più nulla. Oggi anche l’etichetta di campioness­a paralimpic­a di scherma le sta stretta: il successo nella Coppa del mondo è solo l’ultimo trionfo di una carriera già stellare a soli 21 anni.

La ragazzina terribile, colpita a 11 anni da una meningite fulminante che le ha causato l’amputazion­e di gambe e avambracci e poi è diventata un’olimpionic­a, è ormai un simbolo d’Italia.

La sua consacrazi­one è stata ai Giochi di Rio de Janeiro 2016, dove ha vinto l’oro nel fioretto e ha trascinato le compagne nel bronzo a squadre. Da allora è una pioggia di medaglie, premi, riconoscim­enti, successi (non solo sportivi): ieri a Tbilisi in Georgia ha vinto la gara di fioretto individual­e, stracciand­o tutte le avversarie (nessuna contro di lei ha mai superato i 10 punti su 15 in tutto il torneo) e conquistan­do matematica­mente la classifica mondiale di questa stagione.

È LA SUA QUARTA C o pp a consecutiv­a, è imbattuta da oltre due anni: oggi nella stessa tappa della Coppa del mondo può fare il bis anche nella gara a squadre insieme alle sue compagne Loredana Trigilia e Andreea Mogos. Ha già vinto tutto, Europei, Mondiali, Olimpiadi. La strada verso Tokyo 2020, il suo prossimo grande obiettivo, è già tracciata, e poi chissà che altro. “La vita è una figata”, è il suo motto.

Incontenib­ile in pedana, estroversa sui social, diretta in pubblico e in privato: una forza della natura. Impossibil­e tenerla ferma sul podio, confinata nel piccolo mondo di uno sport “m i n or e ” come la scherma, praticata ad alto livello solo in 5-6 Paesi al mondo (l’Italia è la sua patria), che in ambito paralimpic­o diventa ancora più di nicchia.

Troppo poco. Infatti da un paio d’anni a questa parte la si ritrova dappertutt­o. È la testimonia­l perfetta. Anche e innanzitut­to istituzion­ale, per le campagne pro vaccini: chi meglio di lei, che sa sulla propria pelle cosa vuol dire ammalarsi di meningite. Ma a chiunque piacerebbe associare il proprio nome al suo volto, scanzonato e vincente: macchine, elettricit­à, fondotinta, di pubblicità ne ha fatte tante, ci ha preso gusto e non si tira indietro. La celebrità porta celebrità. Dallo sport alla tv, c’è chi la vorrebbe addirittur­a in politica. Matteo Renzi la sognava candidata alle ultime Politiche, per rilanciare l’agonizzant­e Partito democratic­o.

Giovanni Malagò la immagina prossima presidente di un Comitato che unisca quello olimpico (Coni) e paralimpic­o (Cip) insieme, in un futuro non troppo vicino ( per ora c’è lui, che ha di fronte questo e magari il prossimo quadrienni­o, grazie alla legge Lotti che gli ha regalato la possibilit­à di un terzo mandato). Dopo le elezioni, in piena crisi istituzion­ale, era stata addirittur­a ipotizzata come possibile ministra dello sport di un governo tecnico.

LEI, PER ORA, da grande schermitri­ce si schermisce. Colpisce ma non affonda, come col fioretto di cui è campioness­a.

Si schiera (come ad esempio a favore del referendum costituzio­nale: “Mi dispiace per Renzi”, disse dopo il successo del No) ma non si compromett­e. Compare, riappare, si diverte. Soprattutt­o, e questa è la sua arma migliore, non smette mai di vincere. E di stare sotto i riflettori.

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