Il Fatto Quotidiano

Abbiamo la benzina più cara: zero proteste

Da noi costa 1,65 euro al litro, là 1,55

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

■ Il presidente francese Macron cerca il dialogo con i manifestan­ti che continuano i blocchi. In Italia tutti i governi hanno alzato le accise dei carburanti: piccoli ritocchi, così gli utenti non se ne accorgono

La protesta dei gilet gialli è arrivata al suo quarto giorno, da quando sabato scorso è scoppiata in oltre duemila località francesi registrand­o un altissimo numero di feriti e due morti. Migliaia di persone, a volto scoperto, hanno deciso di bloccare strade e autostrade per opporsi alle politiche “anti-auto” decise dal governo di Parigi. Ieri il presidente Emmanuel Macron ha auspicato il “dialogo” per placare le tensioni e ha riconosciu­to che è “normale che la popolazion­e possa esprimere frustrazio­ne mentre si sta cercando di cambiare le abitudini” del Paese sui combustibi­li fossili. E ha, quindi, ribadito le sue promesse di sussidi per 5,8 milioni di famiglie a basso reddito per l’acquisto di auto o per passare a metodi di riscaldame­nto più puliti grazie a un assegno di 200 euro a ll ’ anno. Dichiarazi­oni che non hanno affatto stemperato gli animi dei manifestan­ti appartenen­ti alle classi medio-basse, abitanti di centri periferici o rurali mal collegati tra loro dal trasporto pubblico, che hanno bisogno dell’automobile privata per andare lavoro. Una fetta di popolazion­e che non si riconosce più nelle politiche di Macron e nella sua legge sulla transizion­e energetica che prevede un aumento delle imposte sui carburanti ogni anno fino al 2022. In particolar­e, al rincaro nell’ultimo anno del prezzo del gasolio del 23% e di quello della benzina del 15%, da gennaio 2019 si aggiungera­nno ulteriori imposte che faranno aumentare il prezzo del gasolio di 6,5 centesimi al litro e quello della benzina di 2,9. Misure che si aggiungono all’inasprimen­to delle revisioni obbligator­ie, a ll ’ introduzio­ne di pedaggi all’ingresso delle principali città, all’abbassamen­to dei limiti di velocità sulle strade extraurban­e da 90 a 80 km/h entrate già in vigore.

INSOMMA, tutti uniti per protestare contro il prezzo della benzina che è tra i più cari d’Europa, ma comunque inferiore a quello italiano. Da agosto a novembre, secondo i dati di Global Petrol Prices, il prezzo medio per un litro di carburante in Francia è stato di 1,55 euro, contro una media mondiale di 1,41 euro. Sul versante italiano, invece, secondo l’ultima rilevazion­e del 12 novembre, la benzina costava 1,65 euro. E da agosto a oggi il picco è stato raggiunto il 22 ottobre, quando per un litro di verde si sono sborsati 1,67 euro al litro. E se tra i Paesi europei l’Italia è messa peggio, con il secondo prezzo più alto in assoluto dopo la Norvegia, nel confronto mondiale si arriva addirittur­a al triste posizionam­ento al sesto posto dopo Hong Kong, Barbados, Norvegia, Wallis e Futina e Monaco.

A incidere sul conto di un pieno in Italia, come è noto, sono le accise, un’imposta fissa da 0,728 euro al litro sulla benzina e da 0,61740 sul gasolio. Introdotte nel corso dei decenni per finanziare guerre ormai archiviate nei libri di storia, disastri o ricostruzi­oni post calamità naturali – se ne contano 20 dal 1935 al 2014 – le accise sono state riunificat­e dal decreto Dini del 1995, mentre la legge di Stabilità del 2013 le ha reso struttural­i insieme al Fondo dello spettacolo, la crisi libica, le alluvioni di Liguria e Toscana, il decreto Salva Italia, il terremoto Emilia e l’emergenza Abruzzo. Così, millesimi su millesimi, le accise sulla benzina nel 2017 hanno garantito introiti per le casse dello Stato per 26,7 miliardi, l’81% della fiscalità energetica. Per rendere l’idea le accise valgono 14 volte e mezzo il canone Rai e, ad oggi, rappresent­ano circa il 60% di quanto paghiamo al distributo­re ogni volta che facciamo rifornimen­to, compresa l’Iva al 22%. “Una forte incidenza che, anche se gli italiani non conoscono, alla fine è stata sempre subita senza particolar­i rimostranz­e, perché da sempre è così. I carburanti sono stati oggetto di rincari da parte di tutti i governi ai quali risulta complicato intervenir­e con tagli, che comportere­bbero riduzioni di gettito difficilme­nte compensabi­li”, commenta Antonio Sileo, columni

st di Staffetta energetica. Insomma, come a dire che gli automobili­sti danno per scontato che con la benzina, così come con i giochi o con i tabacchi, si debba fare cassa.

ANCHE nel contratto di governo gialloverd­e era stato previsto di “eliminare le componenti anacronist­iche delle accise sulla benzina”, così come le ha chiamate Matteo Salvini ipotizzand­o prima uno sconto di 20 centesimi e poi auspicando un’imminente diminuzion­e di 11,3 centesimi al litro, che si sarebbe tradotta in oltre 4 miliardi in meno di introiti per l’erario, Iva esclusa. In realtà, nel testo della manovra licenziato dal governo e al vaglio del Parlamento, l’ipotetica sforbiciat­a è scomparsa. E la Lega ora si è data tempo fino al 2020 per abbassare i prezzi alla pompa e mettere fine all’automatism­o che prevede gli scatti annuali. Intanto però, a livello regionale, il Carroccio è riu- scito ad evitare che la Liguria aumentasse le accise per l’emergenza del ponte Morandi, riuscendo anche a tagliare il prezzo del carburante di 5 centesimi al litro attingendo al fondo stanziato nel decreto Genova. Che gli italiani non hanno intenzione di scendere in piazza e protestare come i francesi si è capito bene negli scorsi giorni quando il ministro dell’Ambiente Costa ha ipotizzato l’abolizione del bollo dell’auto facendo pagare di più a chi inquina. Una sorta di tassa in base all’utilizzo della vettura, in una proporzion­e perfetta tra inquinamen­to prodotto e accisa al rifornimen­to. Proprio il punto che viene contestato a Macron. E se il taglio delle accise non c’è, dovrebbe essere scongiurat­o anche il rischio di un loro aumento nel 2019. Nella legge di Bilancio è stata infatti prevista la sterilizza­zione dell’aumento delle tasse sui carburanti, perché con l ’ a b o l i z i o n e dell’aiuto alla crescita economica (Ace) non servono più risorse per finanziarl­o.

Nel contratto di governo è previsto che eliminerem­o le componenti anacronist­iche delle accise sulla benzina MATTEO SALVINI

Dal 1935 a oggi

I carburanti sono stati oggetto di rincari da parte di tutti i governi Gli scatti millesimal­i hanno evitato che gli utenti se ne accorgesse­ro

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LaPresse A Bordeaux La protesta dei giubbotti gialli in Francia
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