Il Fatto Quotidiano

I tedeschi aiutano i pm a “leggere” l’iPhone di Russo

Consip Il cellulare sequestrat­o di Carlo Russo consegnato a un’azienda in Germania. L’imprendito­re non ha fornito ai pm il codice di sblocco

- » MARCO LILLO E VALERIA PACELLI

Isegreti di Carlo Russo sono custoditi nella memoria dei suoi cellulari. Ora un tecnico di una società specializz­ata in Germania, su ordine dei pm, potrebbe svelarli. A questo ragazzo di 34 anni che andava a fare pellegrina­ggi con Tiziano Renzi e sua moglie Laura sono stati presi dai carabinier­i tre pc, due iPad e cinque telefonini: un iPhone 5c verde, un iPhone 6 champagne, un iPhone 6s grigio, un iPhone 7 nero e pure un Samsung GTE 1200.

Russo è accusato da aprile scorso di essere un millantato­re. Inizialmen­te i pm di Roma lo avevano iscritto per traffico di influenze con Tiziano Renzi e Alfredo Romeo ma ora hanno cambiato idea presentand­o la richiesta di archiviazi­one per lui e i presunti complici. Resta in piedi così per i magistrati solo il millantato credito, contestato al solo Carlo Russo. Secondo l’impostazio­ne della Procura, ora al vaglio del Gip, nell’estate 2016, Russo trattava un compenso per sé (100 mila euro) e per il padre di Renzi (30 mila euro al mese), nel frattempo ignaro delle promesse fatte a suo nome a ll ’ imprendito­re Romeo di influenzar­e l’allora ad della Consip Luigi Marroni.

I MAGISTRATI ROMANI però finora non sono riusciti a penetrare il mondo di Carlo Russo. L’amico di Tiziano non ha mai risposto alle domande dei pm. Il padre di Matteo non ha mai criticato duramente l’uomo che lo ha messo nei guai con le sue parole in libertà. Russo insomma resta un rebus. Solo lui sa perché è andato più volte da Luigi Marroni in Consip e da Silvio Gizzi, Amministra­tore delegato di Grandi Stazioni. Solo lui sa se il 16 luglio 2015, alle ore 15, a Firenze si sono incontrati davvero Alfredo Romeo e Tiziano Renzi.

Soprattutt­o il contenuto del suo Iphone 7, potrebbe aiutare a capire qualcosa degli ultimi mesi della vita di Russo. Quell’Iphone è stato comprato infatti a fine settembre del 2016. Lo sappiamo perché Russo se ne vanta con Romeo mentre è intercetta­to. I messaggi e le conversazi­oni in chat, anche quelle custodite negli altri telefonini più datati, potrebbero essere un asso nella manica. Però Russo si è guardato bene dal consegnare all’autorità giudiziari­a il codice di sblocco. La Procura, così, con la consulenza dell’ingegner Sergio Civino, ha consegnato gli apparecchi a un’azienda in Germania. La risposta non è ancora arrivata ma le tecnologie attuali permettono ai pm di sperare.

RUSSO è consapevol­e dell’importanza di questa partita. Intercetta­to da una cimice installata sulla propria auto, il 21 marzo 2017, parla proprio di quell’Iphone 7 sequestrat­o: “Carlo – annotano i carabinier­i – dice che non farà la richiesta e non solleciter­à la restituzio­ne dei telefoni in quanto non vogliono far capire agli investigat­ori che loro non sono interessat­i a partecipar­e agli accertamen­ti irripetibi­li. (…) Carlo dice che l’avvocato non sta facendo richiesta di restituzio­ne dei telefoni nella speranza che facciano le operazioni non ripetibili sui cellulari dimentican­do di darne notizia a loro in modo che sia tutto inutilizza­bile anche se è un’ipotesi molto remota. E dice che più probabilme­nte stanno prendendo tempo in attesa che esca il Ja i lb r ea k ( software di sblocco) per l’Iphone 7. Carlo dice che però il jailbreak non è certificat­o e quindi il suo tecnico lo potrà contestare”.

Russo con la moglie si vanta di essere uno che non si fa fregare dalle intercetta­zioni. Quando la donna gli dice “Se poco poco tu parlavi diversamen­te t’avrebbero rovina... vero?” lui replica tranquillo, “Vedi anche io parlavo con Alfredo… mezzi modi di dire, mezze cose dette, mezze non dette, mezze scritte. Io lo faccio con tutti, sempre. Cioè, se mi senti parlare con qualcuno, dici: ‘Ma che cazzo dice?’. Non si capisce nulla”. Un profession­ista insomma. In un’altra intercetta­zione dice di andare in giro con il rilevatore di cimici: “Me lo porto sempre dietro, tanto è un cazzettino, dovunque vada, qualsiasi ufficio, in qualsiasi posto”.

IL 14 APRILE 2017 viene captata un’altra conversazi­one nella quale Russo spiega così la battaglia in corso sul suo Iphone 7. La Procura ha già dato la delega a un perito per cercare di accedere al telefono.

L’inte rlocutore di Russo, un tal Simone, a un certo punto dice anche di aver seguito un corso tenuto proprio dal perito dei pm di Roma: “Simone dice (...) che sa che il tecnico che sta analizzand­o il telefono è Sergio Civino dice che ha partecipat­o a una sua lezione qualche tempo fa dicendo che ha partecipat­o a vari casi tra cui quello Scazzi, Marra e il caso Consip”. Annotano i Carabinier­i: “Stanno aspettando che venga fatto il software per sbloccare l’Iphone 7 e se lo utilizzano il tecnico di parte di Russo, Papini, lo contesterà”.

A rischio processo Accusato di millantato credito, non ha mai risposto alle domande dei magistrati Ho detto al consulente di trovarmi il coso delle microspie Me lo porterò sempre dietro, ovunque vada Mezzi modi di dire, mezze cose dette, mezze non dette, mezze scritte

Io lo faccio con tutti, sempre

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Ansa Imprendito­re e babbo Carlo Russo (a sinistra) con il suo avvocato. A lato, Tiziano Renzi
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