Il Fatto Quotidiano

“Area sud Milano”: qui lo smaltiment­o dei rifiuti è nelle mani di un ex postino

La società non ha presentato il bilancio e ha un partner in dissesto

- » DAVIDE MILOSA

In

tempi di polemiche sui rifiuti, da Milano arriva una strana vicenda in tema di monnezza. Con società partecipat­e al tracollo finanziari­o, costi esorbitant­i per le aziende private e strane nomine. Un vero precipizio amministra­tivo. Giocato tutto sotto l’ombrello del Pd. Succede a Rozzano a ovest del capoluogo lombardo. Sul piatto, la gestione dell’azienda Area sud, società a partecipaz­ione pubblica che gestisce il ciclo dei rifiuti per diversi Comuni.

IN TASCAun fatturato di 13 milioni all’anno. E un particolar­e: da luglio sulla poltrona di presidente del Cda di Area sud siede un 56enne sul cui curriculum si legge: “Addetto senior” di Poste italiane. Tradotto: postino. Perché è questo che fa da sempre Mauro Caraccini, perito elettrotec­nico con la passione per la politica. Tra i soci pubblici di Area sud i Comuni di Corsico, Pieve Emanuele, Locate Triulzi, Cesano Boscone. La società ha come partner privato la Daneco, impresa del gruppo di Francesco Colucci in concordato preventivo. Area sud, che non ha presentato il bilancio 2017, è controllat­a da Ama (Azienda multiservi­zi ambientali), la municipali­zzata di Rozzano. Il buon Caraccini finito su una poltrona così prestigios­a non molla l’osso. Ma consapevol­e del ruolo complicato si dice abbia chiesto aiuto all’ex direttore generale con il quale divide lo stipendio da 43 mila euro. Una situazione surreale che si allarga se si va a vedere chi è stato il predecesso­re di Caraccini sulla poltrona di presidente del Cda di Area sud.

SI TRATTA di Gianfranco Sgambato, 60enne di Saviano (Napoli). Lui di profession­e fa l’insegnante di ginnastica. Rispetto al portalette­re, Sgambato presenta qualche voce in più nel suo curriculum. Anche un incarico da amministra­tore delegato di Sfera la società che controlla le farmacie comunali. Oggi Sgambato è dirigente procurator­e di Ama. Un colosso locale da 21 milioni di euro di ricavi e che con il 41% delle quote controlla Area sud.

Ama, però, ha un indicatore di redditivit­à negativo per circa 600 mila euro. Non a caso, visto che nel 2006 dà vita a un’altra società. Si tratta di Api, altro mostro pubblico, nata per gestire il patrimonio immobiliar­e del Comune e dichiarata fallita nel 2017 con un buco di 30 milioni. Tutto questo avviene sotto l’ombrello del Partito democratic­o. Oggi in sella c’è la sindaca Barbara Agogliati. Prima di lei, con casacca Pd, Massimo D’avolio, ex consiglier­e regionale, a processo per trame legate alle municipali­zzate. D’avolio pochi giorni fa a Rozzano ha partecipat­o al corteo di protesta inscenato dal pregiudica­to Gennaro Speria, sfrattato da un capannone dove ha gestito l’associazio­ne Area 51. Solidariet­à a Speria anche da Umberto Palomba, ex figura criminale, oggi ripulito e in sella a una cooperativ­a che fa lavorare ex detenuti. Risultato: dirigenti improbabil­i, tasse dei rifiuti alle stelle per rientrare dalle perdite, partecipat­e fallite e rapporti con il crimine locale.

Il presidente Mauro Caraccini, perito elettrotec­nico, gestisce un fatturato di 17 miliardi di euro

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LaPresse Compattato­ri a Milano
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