Il Fatto Quotidiano

Msf sotto inchiesta per lo smaltiment­o rifiuti

Catania Contestato il trattament­o dei vestiti dei naufraghi soccorsi e del materiale sanitario. Sequestrat­a la Aquarius

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C’è

un’altra inchiesta della Procura di Catania sulle Ong, stavolta però non riguarda il presunto favoreggia­mento dell’immigrazio­ne irregolare ma i rifiuti, lo smaltiment­o dei vestiti dei migranti soccorsi in mare e di materiale sanitario, da parte di Medici senza frontiere. “Cannule, garze, tamponi, bende con tracce ematiche”, sarebbero state mischiat e con “i n d umenti contaminat­i indossati dagli extracomun­itari” e “scarti degli alimenti”, per essere “conferiti e smaltiti come rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi”. Questa l’accusa dell’ufficio diretto da Carmelo Zucca- ro all’equipaggio di Medici Senza Frontiere, che fra gennaio 2017 e maggio 2018, nel corso di 44 sbarchi in tutta Italia con le navi Aquarius e Vos Prudence, avrebbero smaltito rifiuti “i nf e t t i ” e “p er ico los i” in modo illecito. Tra le dodici persone coinvolte anche Francesco Gianino, titolare della Mediterran­ean Shipping Agency, e Giovanni Ivan Romeo dell’agenzia marittima Romeo Shipping, che si sarebbero occupati del recupero e dello “smaltiment­o indifferen­ziato dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo” a “una tariffa molto più vantag- giosa”. Circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi sarebbero stati declassati, con un risparmio di 460 mila euro, somma sequestrat­a insieme alla nave Aquarius, al momento a Marsiglia. Secondo Msf, nel corso delle operazioni Sar si sono riscontrat­i casi di “scabbia, infezioni del tratto respirator­io e urinario, tubercolos­i, me- ningite e sepsi”, patologie che sarebbero potute essere veicolate “per contatto indiretto attraverso i propri effetti personali ed oggetti materiali”. Per i magistrati ci sarebbe “un rischio infettivo” anche nei “rifiuti alimentari rappresent­ati dagli scarti”, e per “scongiurar­e pericoli per la salute pubblica”, il “trattament­o e raccolta di tali rifiuti”, non può essere “assimilabi­le a quelli dei rifiuti urbani”.

IN UN’INTERCETTA­ZIONE del 12 dicembre scorso Gianino spiega a un responsabi­le Msf: “Per i vestiti l’abbiamo già fatto altre volte. Li classifich­iamo come rifiuti speciali, come fossero stracci della sala macchine”, mostrando “consapevol­ezza”, scrive il giudice, della “natura pericolosa dei rifiuti”. “Il rischio non esiste. Tbc, me- ningite, Aids, e non si trasmetton­o tramite un indumento o avanzi di cibo, è una fesseria”, spiega al Fatto Gianfranco De Maio, medico di Medici senza frontiere. “Siamo tornati agli anni 80, si fomentano le paure. Da anni siamo impegnati per debellare nel mondo le epidemie, come l’ebola. Non siamo qui per diffondere il rischio di possibili contagi”. Msf ha impugnato il sequestro. Per Karline Kleijer, responsabi­le emergenze Msf, “è l’estremo, inquietant­e tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”.

Negli ultimi anni la Procura di Catania sotto la guida di Zuccaro indaga per dimostrare l’esistenza di possibili legami tra le Ong impegnate nel soccorso in mare e i trafficant­i libici, vicenda poi archiviata. Lo stesso procurator­e ha chiesto di archiviare l’accusa nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso Diciotti.

Accusa e difesa Usata tariffa più favorevole, 400 mila euro di risparmi. La Ong: “Nessun rischio di contagio”

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LaPresse Il procurator­e C. Zuccaro
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