Il Fatto Quotidiano

Le disavventu­re del Pd, antidoto contro il malumore

- » SILVIA TRUZZI

Nei giorni bigi, con i primi freddi e il buio che arriva presto, si può sempre contare sul Pd per un po’ di buonumore gratis. Ieri sul nostro giornale Fabrizio d’Esposito ci ha intrattenu­ti sulla sindrome da scissione dell’atomo che affligge Pd e quel che si agita nei suoi dintorni: l’imitazione di Corrado Guzzanti, alias Fausto Bertinotti ha, e non da oggi, il sapore della profezia.

Lunedì sera, come di consueto, Matteo Renzi ha inviato la e-news che propaga alle folle digitali il suo verbo. Verso la fine c’è un pensierino anche per il congresso del suo partito, di cui lui, sappiatelo, si disinteres­sa quasi completame­nte: “Non ho mai voluto organizzar­e una corrente e non lo farò adesso. Opportunam­ente Marco Minniti ha sottolinea­to come la sua storia sia una storia di autorevole­zza e indipenden­za. Bene! Mi sembra che adesso si possa fare il congresso sulle idee, non su di me”. È incredibil­e come, anche per iscritto, non riesca a dissimular­e la rosicatura. Attenzione perché poi viene il bello: “Io ho rinunciato a correre per la segreteria del Pd ma non ho rinunciato a combattere contro la cialtronag­gine fatta governo”. Bontà sua, ha “rinunciato” a correre per la segreteria del Pd, dopo che grazie alla sua segreteria il partito è precipitat­o nei voti e continua a precipitar­e nei sondaggi: è un talento comico. Ma mica è finita: “Per questo ogni giorno lavoriamo in Senato e lavoriamo tra la gente sui comitati d’azione civile di Ritorno al futuro”. (E qui la domanda sorge spontanea: si sentirà più Marty McFly o Emmett Brown?)

SE NON SIETE cultori della materia e non avete ben capito che cosa sono i Comitati civici, lo spiega, diciamo così, l’ex sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Ivan Scalfarott­o al Corriere. Allacciate le cinture: “Sono 380 comitati, nati in tre settimane e sparsi un po’ in tutta Italia”. Nati come? Per partenogen­esi? Per gemmazione? Sotto il cavolo? Alla domanda se i comitati sono “compagni di viaggio” del Pd, Scalfarott­o risponde: “Direi di sì, ma guardano anche ad altri partiti. C’è una differenza: la politica si divide sui contenuti, il civismo si unisce sulle regole, a prescinder­e da come la si pensi. I cittadini che hanno messo mano al portafogli­o per pagare la mensa di Lodi ai bambini extracomun­itari o il gesto della signora Rosaria che ha difeso quell’immigrato sulla circumvesu­viana non sono gesti di parte. Prima di questo governo le regole erano condivise e poi ci si divideva sui contenuti, ora non è più così”. Se siete ancora confusi non preoccupat­evi. Poi non migliora. È un modo per superare la forma partito? “Ormai non basta più dire: ‘Vieni al Pd, vieni a Sel, prenditi la tessera...’. Probabilme­nte le persone che erano in piazza a Torino nemmeno l’avrebbero voluta la tessera del Pd oppure avevano tessere diverse in tasca. Il civismo va al di là delle appartenen­ze politiche. Si può essere del Pd e aderire ai nostri comitati ma si può venire anche da altre esperienze politiche”. Questi comitati sono un po’ di facili costumi: “È un movimento che può parlare con persone di tutte le opinioni. E non è un partito perché come comitati non ci vogliamo sostituire alle tradiziona­li forze politiche. Siamo pronti ad avere rapporti con tutti”. La Meloni sì, Berlusconi Sì, ovviamente LeU o quel che ne resta dopo l’ennesima scissione, tutti “tranne Lega e Cinque Stelle”.

Se vi siete detti che non sta succedendo niente, è solo Renzi che sottocoper­ta prova a fare il suo partito in attesa di vedere che capita al congresso del Pd, sappiate che l’intervista­to ha negato con forza. Ma voi avete capito giusto.

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