Alla ruota del Lotto vincono tutti, tranne lo Stato
Fa da banco al gioco di Lottomatica. Così incassa meno, mentre la raccolta cresce
Ci guadagnano tutti, ci rimette lo Stato. In sintesi estrema è ciò che sta succedendo con il Lotto, il più antico tra i giochi italiani, affidato in concessione anni fa alla società Lottomatica nel frattempo diventata una multinazionale che si chiama Igt-International Game Technology. I dati ottenuti dal Fatto Quotidiano e confermati da Igt-Lottomatica parlano chiaro: con il Lotto e i suoi derivati (10 e Lotto, Millionday) nei primi nove mesi del 2018 lo Stato incassa 100 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un anno fa da gennaio a settembre nelle casse pubbliche con il Lotto entrarono 975 milioni di euro, quest’anno solo 875. La retromarcia erariale del Lotto avviene proprio nel momento in cui crescono le entrate statali con i giochi.
PROPRIO in questi giorni le agenzie di stampa specializzate hanno informato che in Italia con l’azzardo lo Stato guadagna il doppio di Francia e Regno U- nito, il triplo della Germania. Rispetto al totale di quanto viene complessivamente speso per i giochi dagli italiani, gli incassi dell’Erario sono passati dal 46,7 per cento nel 2014 al 53,9 nel 2017 (dati ufficiali dei Monopoli dello Stato). Il Lotto, invece, nel 2018 si muove come un gambero: all'indietro. E lo fa proprio nel momento in cui lo stesso Lotto e i suoi derivati stanno riscuotendo un successo indiscutibile tra gli appassionati. Nei primi nove mesi del 2018 la raccolta, cioè il totale delle puntate, è cresciuta di quasi mezzo miliardo di euro, da 5 miliardi e mezzo nel 2017 a 5,9 nel 2018. Effetto soprattutto del 10 e Lotto (da 3,7 miliardi di euro circa a 4,2), gioco compulsivo, con estrazioni ogni 5 minuti. Ed effetto anche di Millionday, introdotto a febbraio con un’estrazione al giorno e puntate su 55 numeri invece dei 90 del Lotto classico. Anche le vincite dei giocatori sono aumentate da 3,7 miliardi circa a 4,1, e poi ovviamente è cresciuto il guadagno del concessionario Igt-Lottomatica da 330 milioni circa a 356, e quello della rete dei 40 mila tabaccai, da 440 milioni di euro a 470.
Questo strano fenomeno per cui con il Lotto vincono tutti e perde lo Stato è il risultato dell’impostazione data alla concessione (rinnovata due anni fa). A differenza degli altri tipi di giochi dove la ripartizione dei quattrini (un tanto al concessionario, un tanto allo Stato, un tanto ai giocatori etc..) è regolata al millesimo con decreti appositi, il Lotto per sua natura è sottoposto a una forte alea e c’è la possibilità che in certe situazioni il banco perda. Succede soprattutto quando ci sono numeri che, estrazione dopo estrazione, non escono e diventano ritardatari. A quel punto i giocatori concentrano le puntate su di essi e il banco rischia di andare sotto.
Ma il banco non è il concessionario del gioco, cioè Igt-Lottomatica. È lo Stato italiano. Detto in altro modo, con il Lotto lo Stato assume su di sé ogni rischio lasciando al concessionario la polpa, garantita oltretutto da aggi vantaggiosi: il 6 per cento del totale della raccolta a Igt-Lottomatica e l’8 per cento alla rete dei circa 40 mila tabaccai. Secondo la migliore tradizione italiana, insomma, con il Lotto lo Stato pubblicizza le perdite e privatizza i profitti. E non è finita perché anche per quel che riguarda le tasse sulle vincite (pagate ovviamente dai giocatori), il Lotto è trattato con i guanti bianchi: con la Finanziaria del 2017 la percentuale di tassazione su tutti i giochi è stata raddoppiata dal 6 al 12 per cento. Per il Lotto invece l’aumento è stato solo di 2 punti, dal 6 all’8.