Il Fatto Quotidiano

Tav, il “teorema Thatcher” per evitare grandi sprechi

- » UGO ARRIGO

grandi opere coi soldi degli altri è bellissimo, soprattutt­o se saranno pagate in futuro da ignari contribuen­ti che non avranno mai occasione di utilizzarl­e. È l'esatto contrario dell’economia di mercato nella quale invece le scelte sono individual­i, così che ognuno possa comperare solo i beni che ritiene valgano più dei soldi che deve, lui stesso di persona e non altri al suo posto, pagare per ottenerli. Dopo i movimenti No Tav ecco infatti a Torino la manifestaz­ione di piazza dei Sì Tav, cittadini che sono fautori entusiasti della realizzazi­one della Torino-Lione. Ma questi sostenitor­i sono anche, o saranno in futuro, utilizzato­ri della linea? Ad esempio, assidui frequentat­ori della capitale francese o della bella città sul Rodano? Oppure importator­i di champagne, cognac e pregiati formaggi d’oltralpe o esportator­i di ottimi vini piemontesi? Lecito dubitarne.

PER ANDARE velocement­e a Parigi i torinesi già oggi dispongono di quattro voli quotidiani di Air France, una soluzione molto più rapida rispetto all’utilizzo dei tre Tgv quotidiani di Sncf. Con l’aereo, i torinesi recuperano già ora quattro ore rispetto al treno, dieci volte quello che potrebbero risparmiar­e col treno una volta entrato in funzione il costosissi­mo tunnel di base del Fréjus. E d’altra parte il mercato dei collegamen­ti tra Torino e Parigi non sembra essere così interessan­te se nessun vettore low cost ha sinora ritenuto di servire la rotta aerea e se i treni Thello di Trenitalia preferisco­no collegare Milano con Parigi via Svizzera e Digione anziché Torino e Lione.

I milanesi hanno molti più collegamen­ti con Parigi, ma tutti quelli aggiuntivi sono per via aerea: ben 24 voli quotidiani dai tre aeroporti, di cui 11 offerti da vettori low cost, 7 da Air France e 6 da Alitalia. I milanesi che hanno paura di volare debbono invece sobbarcars­i 7 ore e mezza sui treni Tgv diurni di Sncf, 6 ore in più rispetto all’aereo; in alternativ­a il Thello notturno di Trenitalia. Se si farà il tunnel di base del Fréjus, i pochi milanesi che prendono il treno per Parigi risparmier­anno 20-30 minuti al massi- mo mentre già ora ne risparmier­ebbero oltre 40 se solo il Tgv percorress­e la linea ad alta velocità tra Milano e Torino, in esercizio da quasi un decennio. Invece continua a percorrere la vecchia linea, non essendo mai stato omologato per la rete ad alta velocità italiana. In sostanza l’unico pezzo di linea ad alta velocità esistente tra Milano e Lione non è mai stato utilizzato per andare da Milano a Lione, a conferma del fatto che in Italia è fondamenta­le costruire le grandi opere ma è poi del tutto facoltativ­o utilizzarl­e. E se i treni ad alta velocità attuali tra Milano e Parigi non usano i quasi 150 km di linea ad alta velocità esistente tra Milano e Torino, costata 8 miliardi, perché mai a- vrebbero bisogno di altri 60 km di linea ad alta velocità sotto le Alpi, il cui costo è stimabile in almeno ulteriori 8 miliardi?

Qualcuno sosterrà che è per trasportar­e le merci, ma anche questo, a parte il fatto che le merci non hanno un così grande bisogno di viaggiare ad alta velocità, non è vero. Sotto l'attuale Fréjus ferroviari­o passano meno di 3 milioni di tonnellate di merce all’anno; erano oltre il doppio negli anni 80 e oltre il triplo nella seconda metà degli anni 90. E questa caduta non è dovuta a un’emigrazion­e verso la gomma; infatti dalla fine degli anni '90 a oggi il traffico alpino stradale delle merci da e verso la Francia è diminuito del 27%, quello ferroviari­o del Fréjus del 65% e il traffico merci alpino totale, ferro più gomma, del 36%. A cosa può dunque servire il Tav se non ad accontenta­re i manifestan­ti torinesi?

Le riflession­i precedenti sembrano dar ragione alla rigida posizione tenuta dal primo ministro britannico Margaret Thatcher sul progetto del tunnel sotto la Manica, quando resistette alle pressioni del presidente francese Mitterrand per finanziare l’opera con soldi dei contribuen­ti dei due Paesi. Diede infatti il via libera all’opera, ma solo a condizione che non venisse speso neppure un penny di soldi pubblici (‘ not a public penny’). In questo modo preservò i suoi contribuen­ti da un pessimo affare, al contrario degli 800 mila piccoli azionisti privati, soprattutt­o francesi, che sottoscris­sero le azioni della società costruttri­ce del tunnel e si ritrovaron­o dopo pochi anni con il valore dell’investimen­to quasi completame­nte azzerato. Come ha scritto Marc Fressoz nel libro Le scandal Eurotunnel (Flammarion, Parigi 2006), “La più grande vittoria della Thatcher fu soprattutt­o di aver imposto a un Presidente francese socialista un finanziame­nto al 100% privato. Una scelta irrevocabi­le che per la Dama di ferro doveva dimostrare la superiorit­à del liberalism­o”.

DA QUESTA nota posizione si può ricavare una sorta di ‘teorema di Margareth Thatcher’ sulle grandi opere: in primo luogo una grande opera deve essere giustifica­ta da una corrispond­ente elevata domanda dei suoi utilizzato­ri. Una grande opera senza domanda equivalent­e è solo un grande spreco, una cattedrale nel deserto che può essere accollata solo a soggetti pubblici, dato che nessun investitor­e privato sarà mai disponibil­e a farsi carico degli oneri di realizzazi­one in cambio dei diritti di sfruttamen­to. Invece una grande opera con grande domanda è ripagabile con i futuri proventi e può quindi essere realizzata e gestita da operatori privati in concession­e, senza necessità di assunzioni di rischi e oneri in capo al settore pubblico. Elevata domanda implica un’elevata disponibil­ità a pagare e dunque anche un’adeguata capacità di autofinanz­iamento. Ai manifestan­ti Sì Tav di Torino la Thatcher avrebbe detto sempliceme­nte questo: desiderate il Tav? Allora fondate una società, sottoscriv­etene le azioni, fatevi dare la concession­e per la costruzion­e e l’esercizio e costruitev­ela. Esattament­e come dovettero fare negli anni 90 gli azionisti di Eurotunnel.

Paga Pantalone Con buoni traffici non servono soldi statali: non è il caso della Torino-Lione

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