Ivanka Trump, la bionda tutta affari e Casa... Bianca
Come Hillary Clinton: email con attività di governo spedite da un dominio privato
Stavolta Ivanka l’ha combinata grossa: lo stesso errore di Hillary Clinton; dopo che suo padre aveva fatto buona parte della campagna elettorale accusando la sua rivale d’avere messo a repentaglio la sicurezza nazionale, usando l’email personale quand’era Segretario di Stato, la ‘prima figlia’ avrebbe dovuto evitare di compiere lo stesso errore dopo avere messo su ufficio alla Casa Bianca. E invece ci sono centinaia di email inviate lo scorso anno dalla figlia e consigliera del presidente a suoi collaboratori, a membri dello staff e a funzionari dell'Amministrazione, usando un account personale. Molte email trattavano questioni governative, violando le norme che vietano l'utilizzo di indirizzi personali di posta elettronica a chi ha incarichi di governo: riesplode l’emailgate, ma questa volta a casa Trump, non a casa Clinton.
Le rivelazioni del WP e non solo hanno subito eccitato gli spiriti bellicosi dei deputati democratici, che da gennaio torneranno a essere maggioranza alla Camera e a presiedere tutte le Commissioni, in particolare la Oversight and Government Reform , la principale commissione investigativa: ora, vogliono accertare se Ivanka ha violato o meno la legge. Secondo The Hill, il giornale che conosce tutti i segreti del Campidoglio, la commissione “intende continuare l’indagine sulla registrazione degli atti presidenziali e federali e vuole sapere se Ivanka ha rispettato la legge”.
La prima figlia colpevole a sua insaputa
E chissà se al prossimo comizio di Donald Trump qualcuno scandirà Lock her up, ‘Arrestatela’, riferendosi non a Hillary, come accadeva ancora nella campagna per le elezioni di midterm , ma a Ivanka. La ‘prima figlia’ si sarebbe difesa ammettendo di non conoscere nel dettaglio le regole, ma assicurando che nessuna informazione segreta è passata per l'account personale suo e di suo marito Jared Kushner. Inoltre, Ivank a n o n avrebbe fatto ricorso a un server privato come fece Hillary, che ne installò uno nella sua residenza di Chappaqua nello Stato di New York. C’è chi torna a dire che papa Donald non volesse Ivanka alla Casa Bianca, nonostante sia la sua ‘cocca’ e gli fosse stata accanto in tutta la campagna elettorale: meno pasticciona e meno facilona di Donald jr, che invita alla Trump Tower l’avvocatessa di Putin per comprarle segreti anti-Hillary e per nulla greve e rossa come è invece Eric, che quando twitta combina più guai del padre. Ma la ‘prima figlia’ non la puoi tenere in un canto tanto facilmente: ufficio alla Casa Bianca, incarico di consigliere, con annesso incarico di consigliere per il Medio Oriente al ‘primo genero’, forse perché il fatto di essere ebreo – e di fare affari con i sauditi – qualifica Jared per il ruolo, almeno agli occhi di Trump. Tutto senza mai scalfire le altre sue immagini: sorriso stampato, formazione universitaria d’eccel lenza, mamma di tre bimbi, creatrice di moda, con l’inclinazione – un po’ rischiosa – a mischiare pubblico e privato. E, del resto, c’è chi giura, a ll ’ o pp os to , che papa Donald non muove passo senza Ivanka accanto: l’aveva voluta vicepresidente esecutivo della Trump Organization, l’azienda di famiglia; e poi l’aveva portata come giurato nello show tv The Apprentice. Ora, se la porta dietro nelle visite ufficiali e ai Vertici multilaterali: nel giugno 2017, a Taormina, la fece sedere al suo posto di capo delegazione degli Stati Uniti quando lui dovette lasciare la plenaria del G7. La foto d’Ivanka fra i Grandi del mondo, unica donna, oltre ad Angela Merkel, che era lì legittimamente, divenne l’immagine del Vertice.
La mamma e l’altra Da Ivana ha preso l’impulsività, con Melania evitano di incontrarsi
IVANKA TRUMP
Quando Donald disse in radio riferendosi a me ‘è una bella f...’, se non fosse stato mio padre avrei usato lo spray al peperoncino OTTOBRE 2006
Dalle griffe al Consiglio di Sicurezza Onu
Che abbia un caratterino, alla Casa Bianca lo sanno ormai tutti, sotto l’aria da santarellina bionda che assume in qualche fotografia, sempre vestita in modo impeccabile, elegante, ma senza vezzi, generosa solo delle gambe. Che non s’intenda con la ‘first lady’ Melania è voce di popolo molto ripresa dai media: s’incontrano di rado, perché Ivanka frequenta la West Wing, l’ala degli uffici, e Melania vive nella East Wing, l’ala di famiglia: i malumori dell’una verso l’altra se li deve sorbire Donald, che è marito e padre di cotante donne. Invece, il rapporto con la mamma, Ivana, la prima moglie, pare buono. Non più giovane – 69 anni, ben portati –, Ivana Marie Zelnickova, ceca d’origine, fotomodella, continua a farsi chiamare Trump nonostante il divorzio e due altri matrimoni italiani. Ivanka le assomiglia, non solo fisicamente, anche se, nel carattere, ha l’impulsività, ma non la spacconeria, paterna.
Se cercava un’occ asione di levarsela di torno – e il mo-
mento, adesso, potrebbe essere quello giusto, dopo questa storia di mail private in atti pubblici –, il papà presidente l’ha trovata con le dimissioni della rappresentante degli Usa all’Onu Nikki Haley: Ivanka all’Onu farebbe benissimo – il babbo ne è convinto – e lei sarebbe felice di sedere al Consiglio di Sicurezza; e oltre tutto tornerebbe a vivere a New York, dopo avere trasferito solo a ll ’ inizio dell’anno la residenza a Washington.
Ma gli svantaggi d’una nomina così smaccatamente nepotistica sarebbero maggiori dei vantaggi d’una ‘prima figlia’ contenta e lontana. Dopo averci pensato, Trump l’ha escluso: difficile che l’ipotesi ridiventi attuale, nonostante l’emailgate familiare.