La fronda ribelle: “Brexit, questo piano non passerà”
Divorzio dall’Ue Oggi incontro fra il presidente della Commissione, Juncker, e la premier: ma a Londra vogliono un secondo referendum
Tutto può ancora succedere, ma la fotografia più recente della Brexit viaggia su due rette parallele. La prima, quella dei negoziati con l’Unione europea, procede spedita. Malgrado le riserve esplose lunedì della Spagna su Gibilterra e della Francia sull’estensione del periodo di transizione proposto dal capo negoziatore Michel Barnier, i Paesi membri sembrano sostenere l’accordo preliminare.
OGGI MAY a Bruxelles incontra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e lo stesso Barnier, per definire il testo della dichiarazione sulla futura relazione commerciale fra Regno Unito e Ue da presentare al summit europeo del 25 novembre. Incassato l’appoggio cruciale della Confindustria britannica, ieri il primo ministro ha ottenuto anche il sostegno di Mark Carney, il governatore della Banca d’Inghilterra, che ha chiarito I rischi di una uscita senza accordo: “Un profondo choc economico” che danneggerebbe l’economia, creando disoccupazione e inflazione. Al contrario, il compromesso raggiunto sa- rebbe economicamente sostenibile e darebbe al Paese il tempo necessario per arrivare pronto all’accordo finale.
Poi c’è la traiettoria interna. Lo spauracchio del no deal si allontana: la rivolta dei Brexiters sembra essere definitivamente sgonfiata. La May ieri