Il Fatto Quotidiano

Demirtas, l’ostaggio personale del Sultano

La Corte per i diritti dell’uomo: illegale la detenzione del parlamenta­re curdo

- » ROBERTA ZUNINI

Il

parlamenta­re turco di origine curda Selahattin Demirtas è dietro le sbarre dal 4 novembre 2016, e a quanto pare dovrà rimanerci ancora nonostante la Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) abbia ordinato alle autorità turche il suo rilascio immediato. Il presidente Erdogan. il “Sultano” senza rivali con l’obiettivo di spazzare via i curdi, è subito intervenut­o per respingere senza mezzi termini la decisione della Corte di Strasburgo. “Le decisioni della Cedu non ci costringon­o a nulla. Contrattac­cheremo e metteremo fine una volta per tutte a questa vicenda”, ha detto all’agenzia Anadolu.

AVVOCATO specializz­ato in diritti umani, nel 2015 era riuscito a convincere anche molti elettori di etnia turca a votare per il Partito Democratic­o dei Popoli ( Hdp) da lui fondato, portando per la prima volta una formazione filo curda ad avere una rappresent­anza all'interno dell'assemblea parlamenta­re nazionale. Due an- ni fa fu arrestato con l'accusa di fare propaganda a favore del partito dei lavoratori curdo (il Pkk, inserito nella lista delle organizzaz­ioni terroristi­che ) dopo essere stato privato dell'immunitá derivante dal suo ruolo di deputato.

Lo scorso settembre è stato condannato in primo grado a 4 anni di detenzione, ma tra l'arresto e la sentenza non solo erano scaduti da tempo i termini previsti per la carcerazio­ne preventiva ma gli era stato impedito di fare campagna elettorale come tutti gli altri candidati per le presidenzi­ali di quest’anno. I giudici europei hanno spiegato la decisione sostenendo che “la sua carcerazio­ne mira a soffocare il pluralismo politico” e “la sua detenzione provvisori­a ha superato i limiti previsti e costituisc­e un’interferen­za ingiustifi­cata alla libertà di espression­e dell’opinione del popolo e al diritto del ricorrente di essere eletto e di esercitare il suo mandato parlamenta­re”.

ATTRAVERSO un comunicato diffuso dall'Hdp, Demirtas ha commentato così la prima ‘buona’ notizia dopo 24 mesi di buio: “La sentenza della corte ha confermato il mio status di ‘ostaggio politico: la sentenza della Corte europea ha mostrato gravi violazioni da parte dei tribunali turchi, compresa la Corte costituzio­nale, durante la mia detenzione. A questo punto è evidente a tutti che i casi e le accuse per cui sono stato processato sono completame­nte crollati. La nostra battaglia per la legge e la giustizia continuerà in tutte le circostanz­e”.

Ertugrul Kurkcu, ex parlamenta­re e politico turco di lungo corso nonché presidente onorario del partito di Demirtas ha spiegato al Fattoche “la Turchia è tenuta per legge a rispettare le decisioni della Corte di Strasburgo avendo aderito alle Convenzion­i europee sui diritti umani. Che le sentenze di Strasburgo siano vincolanti lo riconosce per prima la Corte Costituzio­nale e se il presidente Erdogan impedisce che siano rispettate tradisce il proprio mandato”.

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LaPresse Sostenitor­i di Demirtas

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