E adesso pure i Comitati civici! (o del simbolismo rivelatore)
Edunque, se ci è permesso maramaldeggiare con un’abusata citazione di Marx, viene fuori che la storia si manifesta una prima volta come Luigi Gedda e la seconda come Ivan Scalfarotto. Abbiamo appreso infatti ieri, grazie a un’intervista del Corriere della Sera, che l’ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni lavora alla fondazione di nuovi “Comitati civici”, stesso nome di quelli che aiutarono la Dc a vincere le elezioni del 1948 messi in piedi – addirittura su mandato papale – d al l ’ allora vicepresidente dell’Azione cattolica Gedda, genetista non proprio estraneo alla cultura che giusto ottant’anni fa produsse le leggi razziali. “Di comitati ne sono nati 380 in tre settimane, sparsi un po’ in tutta Italia”, ci informa Scalfarotto - già “deluso dell’Ulivo” da Londra e persino candidato di Libertà e Giustizia alle primarie dell’Unione nel 2005 - il cui dante causa non è però Pio XII, ma più modestamente Matteo Renzi. Persino sul Corriere, purtroppo, non si capisce che dovranno fare questi comitati a parte aspettare di capire se l’ex premier riesce a farsi un partitone dei moderati, ammesso che ce ne siano ancora. La cosa interessante, però, è un’altra: il simbolismo politico che vanno costruendo è deliziosamente rivelatore. E i Comitati civici che teorizzavano l’alleanza con l’Msi contro le sinistre; e la marcia anti-operaia dei 40 mila nel 1980; e il pareggio di bilancio e la deflazione cari al governo degli anni Venti (sì, quello di Lui)... Insomma, ma che devono fare? Mettersi un cartello con scritto “forze della reazione” per farvelo capire?