I 2 sindaci condonisti di Ischia con Minniti
“È PERFETTO” Ferrandino (ex dem) e Del Deo (“Io Dc 24 carati”)
■I primi cittadini di Ischia e Forio: “Lui ci ha difeso quando ci attaccarono per il sisma”, “Di Maio e Salvini? Persone serie”, “la norma va estesa a tutta l’isola, basta figli e figliastri. Ho votato Forza Italia? Lo dice lei”
Ischia sostiene Marco Minniti. Due sindaci dell’isolabella, al centro della contesa politica nazionale per via del contestato condono edilizio, sono convintissimi sostenitori della candidatura dell’ex ministro dell’Interno a segretario del Pd.
Enzo Ferrandino guida il comune più grande, appunto Ischia, dei sei che compongono l’arcipelago amministrativo della splendida località. Francesco Del Deo invece governa Forìo, altro tesoro dell’isola.
Sia Ferrandino (Sindaco 1) che Del Deo (Sindaco 2) svelano, in questo colloquio, il senso della scelta e il piacere di una sfida che apre orizzonti nuovi.
Sindaco 1: Ho una fede enorme nel Pd e con tutto me stesso ho deciso di sottoscrivere l’impegno a favore di Minniti che tanto ci ha aiutato quando fummo oggetto di una campagna di stampa denigratoria a seguito del sisma che colpì molto di striscio l’isola. Tutti a scrivere che eravamo terremotati, invece niente. Da me, per esempio, proprio niente.
Sindaco 2: Mi riconosco pienamente in Minniti. È uomo di governo serio.
Sindaco 1: Non sono però iscritto al Pd. Questo lo voglio dire solo perché è bene essere chiari. Ma lo sono stato negli anni passati.
Sindaco 2: Sono democristiano a ventiquattro carati. E finché campo resterò tale. Mai iscritto al Pd e nemmeno l’ho mai votato.
Sindaco 1: Non mi è piaciuta molto questa corsa distruttiva che Renzi e gli altri hanno avuto verso quello che maldestramente è stato definito il condono edilizio.
Sindaco 2: Veramente vergognoso quello che hanno fatto. Opporsi al condono edilizio significa non riconoscere le buone ragioni di chi è terremotato e non sa del suo domani.
Sindaco 1: Mi è sembrata una corsa populistica ad arraffare consensi. Perché linciare gli ischitani, negargli un diritto? E glielo dice un sindaco del paese che non ha subìto nemmeno una lesione.
Sindaco 2: Se ci fosse un governo serio si farebbe un condono serio. E cioè a dire: chi ha costruito fino a stanotte è salvato (parliamoci chiaro: i detriti di 200 mila case da abbattere, a tanto ammonta l’abuso in Campania, dove lì porteremmo?). Ma da questo momento in poi tutti in riga.
Sindaco 1: Minniti ci ha portato la riunione del G7 dei ministri dell’Interno. Ha aiutato l’isola a rialzarsi quando era veramente in difficoltà, vittima di tutte le false notizie sul terremoto devastante che l’aveva distrutta. Ma quando mai? Certo, abbiamo anche noi i nostri bravi sfollati.
Sindaco 2: Forìo fa parte dei tre comuni che sono considerati terremotati (con noi anche Casamicciola e Lacco Ameno). Io penso che il cosiddetto condono edilizio debba essere esteso a tutta l’isola. Fare figli e figliastri non è buono.
Sindaco 1: Di Maio e Salvini hanno onorato il loro impegno. Sono persone serie.
Sindaco 2: Di Maio e Salvini si sono comportati bene. Dobbiamo ammetterlo. Sono gli altri che non mi sono piaciuti.
Sindaco 1: Stavo con Renzi, ma poi quando si è fatto prendere dalla megalomania mi sono scoraggiato.
Sindaco 2: Io mai col Pd. Sono più di qua. Ho votato Forza Italia? Lo dice lei, io non lo sto dicendo. Ma ripeto: sono democristiano. E due più due fa quattro.
Sindaco 1: Quando si parla di condono edilizio si fraintende. Noi vogliamo soltanto immaginare una norma che permetta di adeguare sismicamente le nostre case.
Sindaco 2: Vado e vengo da Roma. Sono imprenditore.
Sindaco 1: L’azienda di famiglia ha avuto delle vicissitudini tributarie con il comune di Ischia, da me rappresentato. A loro, cioè alla mia famiglia, non tornavano i conti. Il volume della tassa-
FERRANDINO E DEL DEO Abbiamo una fede enorme in lui, però non intendiamo iscriverci al partito
zione locale è molto alto e c’era una difficoltà a riconoscere come esatta la cifra relativa alla Tari, la tassa sui rifiuti. Agli uffici comunali nemmeno tornavano i conti. Ho intrapreso un’azione di verifica e attraverso una rateizzazione si è regolato il conflitto. La mia famiglia deve ancora 60 mila euro. Come capisce, sono stato io a rifiutare di chiudere un occhio e lasciar dormire la pratica. Prima di tutto la trasparenza.
Sindaco 2: Ero sindaco anche al tempo di Mani Pulite. E nemmeno un graffio, come vede.
Sindaco 1: Le tasse sono troppo alte, quelle locali sono veramente troppe. Le aziende sono in difficoltà. Nel bilancio del mio comune ci sono circa 30 milioni di euro di tributi locali non versati. È un bel pregresso, ma io che ci posso fare?
Sindaco 2: Sto con Minniti.
Sindaco 1: Non si discute nemmeno, Minniti è perfetto.