Addio anonimato La soglia “segreta” scende a 500 euro
Il (primo) via libera Le nuove norme sui contributi privati nel ddl Anticorruzione
Fine dei misteri: chi fa donazioni a partiti e fondazioni non potrà più restare anonimo. Il decreto Anticorruzione passato ieri alla Camera stabilisce, tra le altre cose, un nuovo principio sulla trasparenza delle formazioni politiche: i contributi superiori a 500 euro – e i nomi dei relativi finanziatori – dovranno essere scritti su un apposito registro, riportati in un rendiconto e pubblicati online.
Una norma fortemente voluta dai Cinque Stelle dopo un confronto serrato con la Lega, prima in consiglio dei ministri e poi in commissione. Ieri a Montecitorio è andata a dama senza ulteriori complicazioni. Tra le poche modifiche passate c’è l’emendamento “anti coop” di Giorgia Meloni e FdI,: le cooperative sociali non potranno più finanziare in nessuna forma i partiti o i gruppi parlamentari.
Le norme sulla trasparenza non hanno avuto invece l’appoggio del Pd. È un paradosso: erano stati proprio i dem, nel 2014 sotto il governo Letta, ad abolire il finanziamento pubblico ai partiti e regolamentare i contributi privati. Nella legge del Pd, attualmente in vigore, la soglia minima per l’obbligo di trasparenza dei donatori è di 5 mila euro (10 volte superiore a quella dei 5S). Ma è una regola col buco: la normativa sulla privacy consente di omettere i nomi dei finanziatori che non rilasciano il consenso alla pubblicazione dei dati personali. Questo escamotage è destinato a cadere: il decreto Anticorruzione introduce il cosiddetto “consenso implicito”. Per tutti i contributi oltre i 500 euro il consenso alla pubblicazione dei dati è automatico. Chi fa una donazione ci mette il nome e la faccia.
LO STESSO PDche 4 anni fa scriveva una legge – inefficiente – sulla trasparenza, ieri si è battuto per il diritto alla privacy dei donatori. Il milite dem a Montecitorio è Gennaro Migliore: “Noi volevamo portare la soglia almeno a 3.000 euro. Per dare la possibilità alle persone di finanziare il proprio partito senza dover esibire questo finanziamento al proprio datore di lavoro o a persone che magari possono sfruttare quelle informazioni per avere un atteggiamento vessatorio nei loro confronti. La trasparenza non passa attraverso una pubblicazione senza il consenso informato. Su questo la violazione della privacy è evidente”.
L’altro cavallo di battaglia delle opposizioni è il presunto conflitto d’interessi dei grillini: “Noi non vorremmo – ha detto in aula Maria Carolina Varchi (FdI) – che da questa brillante norma sulla trasparenza restasse fuori la cassaforte del MoVimento 5 Stelle che è l’associazione Rousseau. Visto che la legge parla di associazioni i cui organi statutari sono decisi dai movimenti politici, ma voi non decidete niente, voi siete i portavoce della Casaleg- gio”. Non sarà così: il testo approvato ieri è piuttosto chiaro. Gli obblighi in materia di trasparenza e rendicontazione stabiliti per i partiti si applicano anche a fondazioni, associazioni e comitati politici. Compresa Rousseau, che è direttamente collegata al Movimento 5 Stelle, tra l’altro, per la composizione degli organi direttivi (uno dei requisiti citati nel decreto Anticorruzione).
LE NUOVE norme sulle fondazioni sono forse il risultato più significativo della legge approvata ieri (che ora deve passare al Senato e poi tornare alla Camera). Negli ultimi anni infatti gran parte dei finanziamenti privati sono stati versati alle fonda- zioni politiche invece che ai partiti (le cui risorse dal 2014 sono diminuite del 61%, fonte Openpolis ). E con la legge attuale per questi versamenti non esiste alcun obbligo di rendicontazione.
U n’altra norma simbolo della legge approvata ieri è quella sulla trasparenza dei candidati: chi si presenta alle elezioni politiche e alle Amministrative nelle città con più di 15 mila abitanti sarà obbligato a pubblicare in Internet curriculum vitae e certificato penale entro tre mesi dal voto. I dati saranno resi pubblici sui siti dei partiti e del ministero dell’Interno in una sezione appositamente denominata “elezioni trasparenti”.
Le altre associazioni Anche Rousseau dovrà rendicontare. Obblighi di pubblicità per le fondazioni e stop ai fondi dalle coop