Il Fatto Quotidiano

Appaltopol­i, il “re del bitume” vince anche quando perde

Tra i protagonis­ti dell’inchiesta di Gorizia c’è Roberto Grigolin: partecipa (senza successo) alla gara per la terza corsia della Venezia-Trieste, eppure ottiene lavori

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di regioni italiane a proposito di 150 appalti pubblici del valore complessiv­o di oltre 1 miliardo di euro. Sulle regole, prevalgono “le collusioni e gli accordi preventivi”, scrivono i magistrati: la gara doveva essere vinta da Pizzarotti e De Eccher, con lo zampino del Rappresent­ante unico del procedimen­to (Rup) Enrico Razzini, espression­e della stazione appaltante, l’autostrada Venezia- Trieste e Villesse-Gorizia controllat­a dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Ora Paolo Pizzarotti e Marco De Eccher hanno ricevuto un avviso di garanzia per turbativa d’asta, come Roberto Grigolin. La gara è stata una grande recita: i tre, secondo i magistrati goriziani, “accordando­si preventiva­mente tra loro, nell’ambito di una più complessiv­a intesa”, “turbavano la gara”. “In particolar­e, il Rup e la commission­e giudicatri­ce facevano in modo che il lotto sopraindic­ato venisse aggiud ic a t o” a Pizzarotti- De Eccher-Saicam. I quali poi “si accordavan­o con appaltator­i e subappalta­tori”, anche sconfitti nella gara, “con l’intenzione di cedere (nonostante il divieto di legge) completame­nte e irregolarm­ente i lavori”. Ottenendo così l’appalto e poi “scambiando­si favori recipro- ci” anche con gli sconfitti. Era tutto un grande tavolo delle spartizion­i, alla faccia della “regola indefettib­ile della libera concorrenz­a”.

DI FRONTE all’accordo preventivo, riedizione veneto-friulana di quello che in Sicilia chiamavano “tavolinu”, sembra che a poco o nulla servano le regole e i controlli dell’Autorità anticorruz­ione. “Per contrastar­e questa metastasi delle gare combinate che abbiamo scoperto in mezza Italia, quello che serve davvero è una rigorosa repression­e penale”, commenta il generale della Guardia di finanza Giuseppe Bottillo, comandante regionale del Friuli Venezia Giulia. “Ma ci vorrebbero leggi più efficaci. La turbativa d’asta, per esempio, è un reato essenziale per scoprire se vi siano state anche corruzioni. Ma è punito troppo debolmente, non offre la possibilit­à di eseguire intercetta­zioni, si prescrive rapidament­e e non permette di contestare anche alle aziende la responsabi­lità per reati commessi da amministra­tori o dipendenti, né di escludere dalle gare future chi sia stato condannato in passato per aver vinto appalti in modo illegale”.

Accordo illecito

Chi è sconfitto in graduatori­a non può rientrare tramite i subappalti Ser vono leggi più efficaci. La turbativa d’asta è un reato essenziale per scoprire la corruzione Ma è punito debolmente GIUSEPPE BOTTILLO

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